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[Ambientazione] Demografia di Mystara - Parte I - Mondo Conosciuto: Sind

 

Sind

 

Superficie: 524.832 kmq (un po’ più piccolo della Francia attuale); da questa cifra e dalle seguenti è escluso il ryaset di Jaibul, considerato in appendice.

Popolazione: 1.953.280 ab. (96% umani, 2,3% gnoll, 1,7% altri).

Densità: 3,7 ab./kmq.

 

Cenni storici

 

L’arrivo degli Urduk e la nascita della civiltà sindhi:

Il vasto territorio noto oggigiorno come il Sind si trovava un tempo, alla stregua del resto del Mondo Conosciuto, oltre il Circolo Polare Artico. L’intera zona venne a trovarsi d’improvviso nella fascia temperata quando la Grande Pioggia di Fuoco (3000 PI) sconvolse il pianeta, mutando l’inclinazione del suo asse. Gradualmente i ghiacci si ritirarono dalla regione e la vegetazione cominciò a crescervi, dando vita a vasti tratti di steppe e pianure aride, ma relativamente buone per i pascoli. I primi abitanti a giungervi furono cacciatori nomadi di stirpe neathar, gli Urduk, che si stabilirono qui con le loro mandrie (2500 PI). Per molti secoli gli Urduk vissero in pace e prosperità mentre anche il resto del mondo a fatica si riprendeva dalla catastrofe, intrattenendo solo saltuari contatti con i loro vicini – quali i Tanagoro della Penisola del Serpente, gli Azcani delle attuali Terre degli Atruaghin e le migrazioni elfiche che attraversarono le loro terre verso il 2250 PI.

Nel 1750 PI, tuttavia, gli eventi cataclismici che secoli prima avevano già fatto sprofondare la parte meridionale del Mondo Conosciuto culminarono in nuovi terremoti che mutarono nuovamente il volto di questa regione, la quale assunse la fisionomi odierna. In particolare, la zona costiera delle attuali Terre degli Atruaghin e del Sind si frantumò e siinabissò, generando una serie di isole; inoltre il vasto altopiano che sorgeva nelle attuali Terre degli Atruaghin crollò disastrosamente, uccidendo migliaia di Azcani e segnando la definitiva rovina della loro civiltà ormai in declino. Mentre le loro tribù cadevano nella barbarie, molti Azcani emigrarono verso ovest e nord-ovest, in cerca di tranquillità e rifugio, e giunsero nelle terre desertiche degli Urduk, dove era ancora possibile trovare delle mandrie. Dopo qualche iniziale contrasto, i due popoli cominciarono a cooperare ed a praticare matrimoni misti, e gli Azcani adottarono la cultura urduk come propria. Fatto molto più importante, questo secondo cataclisma alterò nuovamente il ciclo climatico della regione; dopo un mezzo secolo di terremoti, siccità e piogge continue, i mutamenti dei venti e delle temperature portarono nella zona un discreto ammontare di precipitazioni e tempo mite. La foresta che si estendeva ad oriente del Sind si espanse lungo la costa del Mare del Terrore e la vegetazione tornò a contendere il territorio ai deserti.

Nel 1675 PI la rinnovata rigogliosità della valle dell’Asanda attrasse nuove masse di esuli di stirpe azcana provenienti da oriente, dove le conquiste di Tahkati ‘il Tempestoso’ avevano ridotto alla sottomissione molte tribù; giunta nel Sind, questa gente cominciò a praticare l’agricoltura, trovando il ricco suolo circostante il fiume perfetto per i propri raccolti, e costruì insediamenti sulle rive del fiume. Questa gente, che si diede il nome di Sindhi, cominciarono a prosperare nella loro nuova terra e, inevitabilmente, incontrarono gli Urduk, coi quali iniziarono una trama di proficui scambi di grano ed artigianato in cambio di carni, latte e pelli.

Per quasi quattrocento anni i due popoli vissero fianco a fianco in pace e prosperità: i Sindhi coltivarono e disboscarono altre terre, le mandrie degli Urduk si moltiplicarono. Alcuni Urduk, attratti dalla ricchezza dei Sindhi, abbandonarono le proprie mandrie per stabilirsi nelle città. I pochi scontri di confine con i Figli di Atruaghin non minarono la situazione favorevole che si era instaurata.

 

Le prime invasioni umanoidi e la formazione del regno del Sind:

La minaccia più grossa anche per questi popoli stava tuttavia addensandosi nell’ovest, dove la Grande Orda di Wogar stava sconvolgendo le terre oltre le Montagne Nere. I primi umanoidi a giungere nel Sind furono gli ogre, che avevano abbandonato la Grande Orda anni prima e che, attraversate le Steppe di Yazak e costeggiata La Culla, giunsero ora ai margini della Piana di Fuoco (1291 PI). Questi grossi umanoidi inizialmente convissero pacificamente al confine occidentale con gli Urduk ed i Sindhi, assimilandone la cultura ed i costumi e solo di rado compiendo razzie. Tuttavia, la Grande Siccità (1276-71 PI), che colpì pesantemente tutta la regione, ebbe effetti più pesanti per coloro che abitavano nelle zone più aride, come la tribù degli ogre. Spronati alla violenza dalla mancanza di cibo ed acqua, gli ogre si spostarono verso est, devastando i villaggi sindhi e riducendone in schiavitù gli abitanti. Il loro regno di terrore tuttavia fu breve: gli Urduk ed i Sindhi coalizzarono le loro forze per cacciarli dalle loro terre e nel giro di un anno (1270 PI) ne ebbero ragione, cacciandoli verso ovest (nell’attuale Darokin e, di lì, nelle Terre Brulle).

Questo non era che l’inizio. Nel 1257 PI l’orda dei discendenti di Wogar giunse da sud-ovest ed invase il Sind e le Terre degli Atruaghin; i Sindhi, appoggiati dall’abile cavalleria urduk, resistettero a gran parte degli attacchi, mentre i loro vicini orientali soccombettero e caddero sotto il dominio umanoide. Stabilitisi saldamente nel territorio atruaghin, gli umanoidi rinnovarono con ulteriore violenza e tenacia i loro attacchi sul Sind e nel corso di sanguinosi scontri si impadronirono di Shahjapur (attuale Sayr Ulan) e di molte altre città (1255 PI). Nel giro di due anni la situazione divenne disperata, con i Sindhi e gli Urduk a rischio di sottomissione, gran parte del paese ormai corso e dominato dagli umanoidi (1253 PI). Inaspettatamente, un aiuto giunse da ovest; un esploratore urduk di ritorno dalla Penisola del Serpente portò con sé una banda di piccoli guerrieri dalla pelle scura – i Karimari – e cinque elefanti da guerra. La combinazione delle strane magie da battaglia dei Karimari e il devastante impiego degli elefanti si rivelò esiziale per l’esito della guerra e ne rovesciò ancora le sorti. Nel 1250 PI, il Sind era ormai libero dagli umanoidi, che erano stati respinti nelle Terre degli Atruaghin da essi dominate. Il successo fu tale da spingere i Sindhi e gli Urduk a contrattaccare, penetrando nel territorio controllato dagli umanoidi (attuali Darokin e Terre degli Atruaghin) e conquistando la regione dove attualmentesorge Akesoli ed estendendo così il loro dominio fino alle spiagge del Lago Amsorak.

Negli anni seguenti l’alleanza fra i Sindhi e i nomadi Urduk si cementò, ed essi, anche grazie all’impiego in battaglia degli elefanti (appreso dai Karimari, che cominciarono congrande profitto a commerciarli coi Sindhi) riuscirono a tenere a bada gli orchi rossi – sebbene non osassero provare a sloggiarli dalle Terre degli Atruaghin. Per organizzare le difese ed assicurare buone comunicazioni e vie di rifornimento, i Sindhi svilupparono la creazione di un regno, con un governo aristocratico, a capo del quale sedeva un re scelto fra la casta dei combattenti nobili (gli Himaya). La società sindhi cominciò ad organizzarsi attorno a quattro classi sociali: gli Himaya (i guerrieri nobili), i Rishiya (i sacerdoti), i Prajaya (artigiani e contadini) ed i Kuliya (manovali e servi). La popolazione cominciò inoltre a distinguersi in sindi-varna (nati da genitori sindhi) ed urdu-varna (nata da genitori urduk). La situazione rimase stabile per oltre due secoli.

 

La sconfitta degli orchi rossi e la nuova desertificazione:

Nel 1050 PI le orde degli gnoll sfuggiti al controllo dei Nithiani causarono un vasto movimento migratorio a catena degli umanoidi, che vennero spinti progressivamente verso ovest. Tribù di goblin ed hobgoblin – assieme ad altre orde umanoidi di tutti i tipi cacciate dalle loro terre (e comprendenti anche bugbear, coboldi e troll) – attraversarono i monti Amsorak ed oltrepassarono a nord le terre dei Sindhi, procurando loro non pochi problemi; queste orde si spargsero su di un vasto territorio, che andava dalla Grande Desolazione all’Hule meridionale. Anche gli orchi rossi delle Terre degli Atruaghin, colpiti ad est da questi movimenti degli umanoidi, rinnovano i loro violenti attacchi sul Sind.

Oltrepassando i monti Amsorak, infine anche le tribù di gnoll delle specie Canis Erectus Meridionum e Canis Erectus Hilaris seguirono le altre orde che avevano messo in movimento. Molte tribù di più pacifici Canis Erectus Meridionum piegarono tuttavia verso sud, giungendo nelle fertili terre del Sind; i Sindhi diedero loro il benvenuto, trovandoli assai più tranquilli dei loro simili umanoidi, e li accolsero fra di sé, pur relegandoli al ruolo di manovali. Alcuni gnoll decisero di restare; altri, apprezzando la libertà più della tranquillità, continuarono il loro viaggio verso ovest. Penetrando nella Grande Desolazione, quest’ultimi infine scoprirono tunnel labirintici sottostanti la Piana di Fuoco e vi si stabilirono, battezzando Graakh la loro nuova patria.

Nel Sind, inoltre, grazie ai due secoli passati di relativa pace dovuta alle difese ben organizzate dei Sindhi, che schermavano gran parte degli attacchi degli orchi rossi su di loro, erano sempre meno i guerrieri urduk che rispondevano alle chiamate alle armi. Col decrescere del numero di cavalieri urduk nelle armate dei Sindhi, i sindi-varna cominciarono a sviluppare un certo astio, che si trasformò in disprezzo, per gli urdu-varna; i matrimoni fra urdu-varna e sindi-varna vennero proibiti, ed i primi confinati nelle cassi sociali più infime. Coloro che avevano sangue misto vennero relegati allo stato di urdu-varna.

Dopo altri due secoli di dispute di confine con gli orchi rossi (850 PI), la rigidità imposta dalla vigilanza militare in vigore nel Sind solidificò le classi sociali in vere e proprie caste; gli urdu-varna vennero sempre più relegati all’ultimo gradino sociale (ovvero nelle caste dei Prajaya e dei Kuliya) ed il commercio fra le città dei Sindhi ed i nomadi Urduk cessò del tutto, fino a venire esplicitamente proibito. Persino all’interno delle caste più umili, i sindi-varna guardavano dall’alto in basso gli urdu-varna.

Lo stallo contro gli orchi rossi non doveva durare per sempre. Nell’800 PI l’eroe Atruaghin ritornò presso il suo popolo e lo guidò in una sanguinosa ed aspra rivolta contro i dominatori orchi rossi; alla ribellione si aggiunsero gli attacchi dei Sindhi, che colsero l’occasione per spezzare per sempre la potenza degli orchi rossi. Nel 795 PI la coalizione dei Sindhi e dei Figli di Atruaghin cacciò finalmente gli orchi rossi dalle Terre degli Atruaghin; Atruaghin negoziò il confine fra le terre del suo popolo e il regno del Sind (che concise all’incirca con la sua estensione attuale), e con le sue potenti magie innalzò un grande altopiano, simile a quello che millenni prima aveva protetto la sua gente dai nemici esterni. Il nuovo altopiano era alto il doppio e grande il triplo del pecedente.

La creazione di Atruaghin ebbe un effetto imprevisto. Abbinata ai continui mutamenti climatici della regione (proprio allora i resti dell’ultima glaciazione si stavano ritirando dalle Terre Alte), questa nuova formazione rocciosa interferì col ciclo atmosferico. Ancora una volta, i venti mutarono corso e le precipitazioni cambiarono drasticamente. Sebbene le terre costiere delle Terre di Atruaghin restassero ben fornite di piogge, l’altopiano impedì a gran parte di esse di investire anche il Sind e le sue pianure. Nel giro di un secolo, gli inverni del Sind divennero sempre più secchi; le tempeste estive, chiamate monsoni, portavano invero tutta la pioggia di cui c’era bisogno – ma sotto forma di piogge torrenziali che potevano fare altrettanto danno ai raccolti. Nel 650 PI gran parte delle steppe dove pascolano le mandrie degli Urduk si era ormai ritrasformata in un deserto, privando i nomadi della loro ricchezza; nel Sind orientale, le foreste si seccarono e lasciano il posto alla steppa, mentre la popolazione agricola, coltivando oltre il dovuto, inaridirono il suolo già impoverito, avendo disperatamente bisogno di legna e frumento. Iniziarono tempi duri per tutta la popolazione.

 

L’età dei mumlyket indipendenti:

Nei secoli seguenti, i Sindhi continuarono a lottare contro la desertificazione della loro terra e contro le tribù umanoidi che abitavano il Massiccio Kurish, i monti Amsorak e la Grande Desolazione. Verso il 350 PI il regno del Sind, drammaticamente impoverito, si frantumò in una serie di entità territoriali minori (chiamate mumlyket); le famiglie aristocratiche si combatterono fra di loro per il controllo della ricchezza e dell’acqua. La situazione fu resa ancor peggiore dall’arrivo di numerosi mutaforma (adattatori, bhut, doppelganger e mujina) nel Sind, che, sotto mentite spoglie, di fatto avrebbero governato il paese per secoli – ma senza (per la fortuna dei Sindhi) riuscire a cooperare efficacemente. Nel giro di qualche altro secolo, mentre altrove i Thyatiani si liberavano dal giogo alphatiano e costituivano il proprio impero (0 DI), una serie di mumlyket più o meno grandi, avevano ormai eliminato le entità territoriali più piccole, ma continuavano a combattersi fra loro. La casta dei Rishiya, d’altro canto, cominciò a guadagnare forte popolarità di fronte al disordine politico, predicando il riscatto per mezzo della devozione agli Immortali.

Lo scorso millennio si aprì con un Sind diviso fra vari mumlyket, i cui rajah si contendevano aspramente il potere, le terre e le risorse. La costituzione del regno di Darokin, ad est, e le sue sanguinose lotte contro gli orchi nel caotico Periodo dei Tre Re (87-102 DI), spinsero molte migliaia di orchi nel territorio del Nagpuri, dove diedero inizio ad un’ondata di saccheggi, distruzioni e scontri continui con le forze del rajah indigeno; questi alla fine ebbe la meglio e li ricacciò nelle montagne e verso il deserto, ma a costo di vent’anni di impegno bellico (107 DI). La sconfitta degli orchi ed il consolidamento del regno darokiniano in oriente permisero tuttavia al Nagpuri ed agli altri mumlyket sindhi di instaurare una serie di scambi commerciali sempre più fitti con quella regione; il centro degli scambi divenne il Lago Amsorak, del quale entrambi i paesi governavano una sponda, i Sindhi quella occidentale con la città di Akesoli, i Darokiniani quella orientale con la città di Akorros.

Verso il 100 DI, i Pratikuta del Putnabad (che a quel tempo comprendeva anche gli attuali Jhengal e Jalawar), i Rastrapala di Shahjarkand ed i Mahavarman di Nagpuri e Gunjab, erano le famiglie più potenti della regione del fiume Asanda. Queste tre famiglie controllarono di fatto la politica sindhi per un secolo. Verso il 179 DI furono i Pratikuta ad avere la meglio, impossessandosi di tutte le pianure attorno al fiume Asanda e della Palude Salata, nonostante numerosi probemi interni causati da ribellioni e rivolte; il loro dominio durò assai poco perché nel 186 DI, alla morte del rajah, il suo debole figlio non poté impedire la frammentazione di questo piccolo impero, della quale si avvalsero nuove, potenti famiglie per assumere il controllo delle terre del Jalawar e del Jhengal (e che erano sospettate di essere composte da mutaforma).

Una nuova importante ondata migratoria ebbe luogo attorno al 250 DI, stavolta proveniente dall’oriente e precisamente dalle terre alasiyane, conquistate dagli imperi thyatiano ed alphatiano. Attraversando il regno di Darokin, intere tribù di nomadi alasiyani giunsero nel Sind, portando con sé i dromedari, i loro ottimi cavalli e la tecnica per fabbricare i tappeti volanti. Alcuni di questi immigrati vennero ad abitare nelle città sindhi; molti altri percepirono una certa affinità coi nomadi urduk che abitavano più ad ovest ed aggiunsero le loro mandrie e la loro cultura del deserto a quelle dei loro nuovi fratelli. Da parte loro, molti rajah cercarono di attirare gli abili guerrieri nomadi alasiyani al loro servizio, per rafforzare la propria posizione.

 

Il dominio dei mutaformae la Grande Peste:

Nei secoli seguenti le città dei Sindhi continuarono a crescere e nei porti delle città costiere cominciarono a giungere commercianti provenienti dall’Impero Thyatiano, dalle Isole della Colonia e dalle Cinque Contee. Tuttavia proprio l’espansione del commercio nel V sec. DI mise in pericolo l’esistenza stessa della civiltà sindhi come la conosciamo oggi. A quel tempo molte cellule di mutaforma, sebbene disorganizzate e non alleate fra di sé, già detenevano il controllo di vasti settori della vita politica ed economica. L’importazione della licantropia da parte dei mercanti minrothaddani a partire dal 425 DI fece esplodere drammaticamente il problema della presenza dei mutaforma e dimostrò anche agli scettici quanto grande fosse la loro presenza in tutti i livelli della società sindhi. L’epidemia si diffuse come un incendio presso ogni strato sociale, con le tigri mannare particolarmente prevalenti. Le cellule di mutaforma preesistenti (quali doppleganger e mujina) colsero questa occasione per allearsi coi licantropi ed impadronirsi definitivamente del paese. L’Immortale Ka, temendo che questi eventi avrebbero del tutto mutato il volto della cultura sindhi, trasportò una buona metà della popolazione del Sind (perlopiù gente non infetta, ma anche diversi mutaforma) nel Mondo Cavo, assegnando ai superstiti della superficie false memorie relative ad una grave pestilenza che avrebbe sterminato metà della popolazione del reame – ricordata dagli storici come la Grande Peste.

L’improvviso dimezzamento della popolazione contribuì a lasciare i Sindhi sopravvissuti nel mondo esterno in balia dei gruppi di mutaforma rimasti. Per molti anni, il timore di un Sind governato dai mutaforma divenne una realtà. Nel 451 DI, tuttavia, un gruppo di maghi guidato da Maga Aditi insorse contro il governo dei mutaforma, trascinandosi presto dietro gran parte della popolazione; con prove complicate e trappole ingegnose, i maghi riuscirono a smascherare di fronte al popolo un vasto numero di mutaforma, scatenando il furore della folla contro di essi. Alle rivolte seguirono drammatiche epurazioni che videro il progressivo sterminio dei mutaforma e la liberazione totale del paese dal loro controllo. Eredi non sospetti delle vecchie famiglie o famiglie del tutto nuove assunsero il controllo dei mumlyket, ed il Sind poté lentamente ricostruire il proprio futuro, ritornando ad essere un paese diviso in svariati potentati, in lotta per il potere; il recupero fu particolarmente lento, a causa del dimezzamento demografico. La guerra contro i mutaforma, tuttavia, aveva innalzato i maghi al di sopra degli altri ceti; essi poterono così stabilire la propria esistenza come casta autonoma (gli Jadugerya) e vantare un’ascendente nobile come gli Himaya ed i Rishiya.

L’indebolimento complessivo della compagine sindhi condusse non solo ad una rinnovata ondata di scontri contro gli umanoidi della Grande Desolazione e delle montagne settentrionali, ma ispirò nel vicino regno di Darokin sogni di facili conquiste. Il sovrano darokiniano Anders I ‘il Conquistatore’, in cerca di un’impresa che rinsaldasse il prestigio e l’autorità della corona, iniziò una guerra contro il Nagpuri ed il Gunjab (570-72 DI), contro i quali ebbe presto la meglio, strappando ad essi le sponde occidentali del Lago Amsorak, dove si ergeva la grande città di Akesoli. Da allora essa non sarebbe più tornata sotto il dominio del Sind.

 

Le imprese di Yuvraj Narenda ul Nervi e l’unificazione del Sind:

Nel Sind, le lotte intestine continuarono, non solo fra i rajah, ma anche all’interno dei loro mumlyket. Il caso pià eclatante di questo periodo furono le sanguinose faide che ebbero luogo fra la fine del VI ed il principio del VII sec. DI fra gli Jadugerya ed i Rishiya del Putnabad. Nel 609 DI, gli Jadugerya di questo mumlyket fuggirono nella parte meridionale del paese, che riuscirono a conservare ed a secedere dal Puntabad, trasformandolo in un dominio personale, e battezzandolo Jaibul. Questo nuovo mumlyket si dimostrò subito aggressivo nei confronti del Putnabad e cominciò a competere ferocemente con esso per il controllo delle rotte commerciali. Le ricche opportunità offerte da questi porti attirarono nel 687 DI anche i primi mercanti ierendiani.

Un evento apparentemente improvviso ed inatteso doveva di lì a poco condurre nuovamente all’unificazione dei mumlyket del Sind sotto un’unica autorità. Nel 691 DI il principe Yuvraj Narenda ul Nervi, erede del trono di Sindrastan, venne travolto da un elefante infuriato e rimase quasi ucciso; egli affermò che la sua vita era stata salvata da un santuomo, che aveva calmato l’elefante e guarito il principe. Mentre giaceva svenuto, Yuvraj raccontò di aver contemplato la visione di un pericolo terribile che il Sind avrebbe dovuto fronteggiare in futuro, ed al quale avrebbe dovuto soccombere se i Sindhi non si fossero uniti sotto un’unica bandiera. Nessuno a parte il principe vide mai il santuomo che lo aveva curato; molti storici dubitano tuttoggi di questa versione dei fatti, che in parecchi considerano inventata dal principe Yuvraj per legittimare e pubblicizzare all’esterno le sue successive azioni. Il rajah di Sindrastan, Sanjiva ul Nervi, morì comunque in quello stesso anno, lasciando a Yuvraj il governo del mumlyket.

Una volta al potere, Yuvraj cominciò ad attuare quello che forse era stato il suo proposito fin dall’inizio cominciando a costituire un esercito ben addestrato e ad arruolare mercenari; la sua politica astuta divise i vari rajah e li indusse di fatto quasi a non collaborare fra loro mentre cadevano uno dopo l’altro. Nel 695 PI iniziò la lunga e sanguinosa campagna di unificazione dei diversi mumlyket indipendenti: lo Shahjarkand cadde per primo (695 DI), seguito dal Jhengal (696 DI) e dal Baratkand (703 DI), conquistati con le armi. Dopo questi successi, Yuvraj assunse il titolo di rajadhiraja (“re dei re”). I rajah di Putnabad e Jalawar decisero pertanto di sottomettersi al Sindrastan (704 DI), non potendo resistergli con le armi. I mumlyket del nord opposero alla conquista una resistenza più ardua; se il Nagpuri si sottomise in sei mesi (705 DI), il Gunjab ed il Kadesh bloccarono per anni i progetti espansionistici di Yuvraj (706-13 DI) ed infine questi decise di allearsi con essi piuttosto che sottometterli, permettendo ai loro sovrani di mantenere il titolo di maharajah (“gran re”). Anche il Peshmir si pose sotto l’ala del rajadhiraja solo in forza di un trattato che gli garantiva simili privilegi (714 DI). L’unico rajato a non sottomettersi a Yuvraj fu il piccolo Jaibul, il quale, in cambio dell’indipendenza, aveva acconsentito a non ostacolare i commerci del Sind con l’ovest e a non immischiarsi più nelle questioni interne del Sind (704 DI).

Nel 714 DI la campagna di conquista era finita; qualunque fossero i titoli e l’autonomia dei singoli rajah o maharajah, l’autorità di Yuvraj era ormai indiscussa su tutto il Sind, il suo prestigio come rajadhiraja immenso come non lo era mai stato quello di nessun sovrano della regione. Yuvraj Narenda sarebbe morto dopo aver consolidato la sua costruzione (735 DI), ma questa gli sarebbe sopravvissuta intatta, anche grazie all’abilità di suo figlio Kistna, nuovo rajadhiraja (735-76 DI).

 

Il Sind nell’epoca moderna:

La dinastia degli ul Nervi regnò da allora il Sind ed i suoi eredi più o meno diretti detengono ancor oggi il governo della regione. Il paese non è andato scevro da momenti di tensione e gravi disordini interni: più di un rajadhiraja è stato assassinato dai suoi avversari politici o da altri pretendenti al trono, e non sono mancati usurpatori che si sono aperti col sangue la via verso il trono sindhi. A parte questi fatti interni, per oltre duecento anni il Sind ha comunque goduto di una duratura pace ai suoi confini, mantenendo sempre un atteggiamento pacifico verso i clan di Atruaghin e la neonata repubblica di Darokin ed esercitando la propria autorità nei confronti delle tribù della Grande Desolazione; contemporaneamente, il commercio con le nazioni del resto del mondo si è molto sviluppato e oggi navi di paesi anche molto lontani (come l’Alphatia) possono essere viste nei porti sindhi.

Tensioni, viceversa, si sono sviluppate con le Terre Alte e con l’entità politica che successivamente si è costituita in quel territorio, ovvero i principati di Glantri. Già durante la Guerra dei Quarant’Anni (788-828 DI), la persecuzione scatenata nelle Terre Alte contro i nani aveva spinto migliaia di questi semi-umani a trovare rifugio nelle montagne del Nagpuri, dove essi si erano stabiliti ed avevano costituito proprie piccole comunità (805 DI). L’accoglienza di questi nani nel territorio sindhi non pose le basi di buoni rapporti, esuccessivamente l’attuazione di una politica rigidamente ostile alla pratica della magia divina nel Glantri acuì i contrasti col religioso popolo del Sind. Oggi queste tensioni si sono perlopiù stemperate, ma rischiano ad ogni piè sospinto di far riesplodere i contrasti fra i due paesi. Ben peggiori, comunque, sono stati i rapporti fra il Sind ed il piccolo ryaset di Jaibul, dove il governo dei maghi persegue una politica fortemente antagonista, che cerca in ogni modo di monopolizzare il commercio della regione e di recuperare il controllo effettivo del Putnabad. Inoltre, il nuovo rajadhiraja Chandra ul Nervi (salito al trono nel 992 DI) ha cominciato ad osservare con preoccupazione i movimenti degli umanoidi delle Montagne Nere ed a temere le misteriose ambizioni del sovrano dell’Hule, noto solo come “Il Maestro”…




Distribuzione della popolazione

Il Sind è un insieme di regni governati ognuno da un rajah (“re”) o da un maharajah (“gran re”), i quali devono tutti obbedienza al sovrano di Sindrastan, il rajadhiraja (“re dei re”). I singoli regni sono chiamati mumlyket – anche se all’estero vengono indistintamente indicati coi termini “regno” e “sultanato” – e godono di un ampio margine di autonomia, finché pagano il tributo al rajadhiraja ed obbediscono alle sue leggi. Qui sotto sono indicate la superficie, la popolazione e la densità di ciascun mumlyket (la popolazione considerata include solamente gli umani, i lupin, i nani e quella frazione di gnoll sedentari e “civili”, stanziata nelle terre degli umani):

Azadgal: superficie 26.407 kmq; 235.710 ab.; densità 8,9 ab./kmq.

Baratkand: superficie 84.139 kmq; 114.000 ab.; densità 1,4 ab./kmq.

Gunjab: superficie 44.011 kmq; 34.430 ab.; densità 0,8 ab./kmq.

Jalawar: superficie 35.338 kmq; 337.200 ab.; densità 9,5 ab./kmq.

Jhengal Occidentale: superficie 84.139 kmq; 62.420 ab.; densità 0,7 ab./kmq.

Kadesh: superficie 57.667 kmq; 106.950 ab.; densità 1,9 ab./kmq.

Nagpuri: superficie 33.656 kmq; 335.220 ab.; densità 10 ab./kmq.

Peshmir: superficie 31.326 kmq;  90.170 ab.; densità 2,9 ab./kmq.

Putnabad: superficie 28.542 kmq; 197.370 ab.; densità 6,9 ab./kmq.

Shajarkand: superficie 64.657 kmq; 320.150 ab.; densità 5 ab./kmq.

Sindrastan: superficie 34.950 kmq; 100.440 ab.; densità 2,9 ab./kmq.

Quasi la metà del Sind è costituita da un grande deserto roccioso ed inospitale (densità pari a 0,3 ab./kmq) e da terre aride e pietrose dove crescono solo pochi arbusti (0,8 ab./kmq); il resto è costituito dagli aspri monti Amsorak del settentrione (0,6 ab./kmq), che si ricongiungono al vasto Massiccio Kurish, e dalle loro pendici (3 ab./kmq); da steppe buone soprattutto per il pascolo (3 ab./kmq); da una vasta depressione salata nota come la Palude Salata (1,5 ab./kmq); e infine dalle fertili pianure del fiume Asanda e del Nagpuri (17,5 ab./kmq) e dagli scarsi boschi del sud-est (8 ab./kmq). Com’è evidente, la maggior parte della gente abita le pianure attorno al fiume Asanda, o tutt’al più le rigogliose oasi che di quando in quando spuntano nella piana desertica; qui, i Sindhi praticano estesamente l’agricoltura, a malapena sufficiente a produrre cibo abbastanza da soddisfare il fabbisogno nazionale. Le steppe ed i deserti, soprattutto quelli del Jhengal Occidentale, del Baratkand e del Putnabad, sono invece terra dei nomadi urduk, che vi conducono le proprie mandrie.

La popolazione del Sind è rigidamente gerarchizzata e divisa da invalicabili barriere etniche e cetuali. Le caste superiori, quella dei nobili (Himaya), dei sacerdoti (Rishiya) e dei maghi (Jadugerya) occupano tutti i posti del potere politico, economico e sociale; le caste inferiori, gli artigiani e contadini (Prajaya) compongono il grosso della società, e la maggior parte di essi vive vite di estrema povertà, portando avanti miseri mestieri nelle città e nelle campagne; infine, gli operai e servi (Kuliya) sono poco più che schiavi, trattati con estremo distacco e disprezzo da tutte le classi sociali. Le città più grandi sono spesso letteralmente affollate da membri della casta dei Kuliya disperati, che mendicano cibo, acqua ed un lavoro.

Sebbene nel Sind vi siano molte grandi città, la stragrande maggioranza della popolazione del paese vive nelle campagne, dove pratica l’agricoltura ed abita in minuscoli villaggi formati da misere capanne di paglia e fango, oppure si dedica alla pastorizia. Per questo la popolazione urbana è relativamente bassa (6,8%).

Umani: Gli umani sono di gran lunga la razza dominante del Sind (1.875.830 ab.), ma parlare di un unico popolo a proposito degli abitanti del Sind è probabilmente fuoriluogo. I pregiudizi che quasi duemila anni fa condussero alla segregazione degli Urduk da parte dei dominanti Sindhi sono oggi più forti che mai.

Nel complesso, la maggior parte della popolazione del Sind (58,5%) è sindi-varna, ovvero nata da genitori entrambi di etnia sindhi; questa gente conduce vita sedentaria e, sebbene occupi esclusivamente le caste superiori, essa costituisce anche la maggior parte di quelle inferiori. Una sottile minoranza (40%) è costituita invece dagli urdu-varna, ovvero da persone nate da entrambi i genitori di etnia urduk; gli urdu-varna erano in origine un popolo nomade, e molti conservano ancor oggi quello stile di vita, pur rimanendo sudditi del rajadhiraja (20%). Il resto degli urdu-varna abita invece nelle città e nelle campagne del Sind ed è passato alla vita sedentaria propria dei Sindhi; qui, tuttavia, essi sono segregati nelle due caste inferiori e disprezzati da tutti i sindi-varna; in poche parole, essi costituiscono la fascia più bassa della società e quella dotata di meno diritti.

Una piccola percentuale di stranieri risiede nel Sind. La regione del Nagpuri è abitata da un buon numero di Darokiniani (0,5%), mentre una minoranza di Alasiyani, discendenti degli esuli giunti in questa parte del mondo secoli fa, conduce vita nomade a fianco delle tribù nomadi degli Urduk (0,5%). I porti del meridione e le principali città commerciali, infine, ospitano una quota importante di stranieri (0,5%), provenienti soprattutto dal Minrothad, dalle Ierendi, da Thyatis, dal Yavdlom e da paesi ancor più lontani.

Gnoll: Gli gnoll, fatto che sorprende la maggior parte dei visitatori orientali in questa regione, formano una parte importante della popolazione del Sind (45.700 ab.). La loro popolazione, come quella degli umani, non è però omogenea.

Gli gnoll appartenenti alla specie Canis Erectus Meridionum (89,9%) giunsero nel Sind circa duemila anni fa con intenzioni pacifiche, e da allora, quando furono accolti come manovali ed operai dai Sindhi, si sono adattati alla vita in questo paese ed hanno adottato la cultura locale. Sebbene secoli fa fossero maggiormente considerati quali operai e mercenari per le loro doti fisiche, le lotte contro i mutaforma ed i licantropi nel V sec. DI e soprattutto il consolidarsi di pregiudizie barriere razziali e sociali nella società sindhi hanno contribuito a generare nella gente un disprezzo – misto a timore – per gli gnoll pari solo a quello che i sindi-varna provano per gli urdu-varna. Come quest’ultimi, infatti, gli gnoll che abitano le città e le campagne sono relegati nella casta dei Kuliya. Da qualche decennio a questa parte sono sempre più gli gnoll che fuggono dai loro padroni e si uniscono ai loro simili predoni, o che si recano in cerca della favolosa Graakhalia. I sovrani sorvegliano con attenzione il montare di queste tensioni fra la popolazione servile degli gnoll, temendo che possa sfociare in una pericolosa rivolta.

L’altra razza degli gnoll presente nel Sind è quella dei Canis Erectus Hilaris (10,1%); i suoi membri conducono una vita più simile a quella considerata propria degli gnoll dagli abitanti del Mondo Conosciuto, assalendo viandanti e carovane e compiendo razzie contro i villaggi isolati. Le loro tribù (ciascuna delle quali conta 100-500 membri) abitano soprattutto la catena dei monti Amsorak ed il Massiccio Kurish e rappresentano un grave problema per i mumlyket settentrionali.

Lupin: Il Sind è un altro dei paesi del Mondo Conosciuto dove i lupin sono molto numerosi (12.150 ab.); data la vastità del reame e la scarsità dei suoi insediamenti in certe zone, le bande di lupin praticano spesso vita nomade nelle steppe e nei deserti, mentre più di rado li si trova a lavorare come manovali alla stregua degli gnoll. Come gli gnoll, i lupin sono considerati sudditi di seconda classe, e relegati nella casta dei Kuliya – nomadi o sedentari che siano.

Le razze lupin più numerose nel Sind sono quelle dei Gran Corridori (20,8%) e dei Borzoi Nova-Svogani (18,1%), provenienti dalle regioni dell’ovest; meno numerose sono invece le razze dei Testapelosa (7,7%), delle Sentinelle Zvornike (7,5%), dei Pastori Slagovici (5%), dei Banditi Scavatori (4,4%), dei Gran Beagle (4,2%), dei Carrasquito (2,6%), dei Banditi Azzurri (2,2%), dei Neo-Papillon (2,1%) e dei Bulldog Eusdriani (1,2%). Numerosi anche i Meticci (24,2%), grazie alla presenza di svariate razze lupin.

Bugbear: I bugbear sono la razza goblinoide più pericolosa del Sind; essi sono molto numerosi (5.050 ab.) ed appartengono tutti alla specie Ursus Bipedis Bugburbianus. Le loro tribù (che contano 20-200 membri ciascuna) sono il flagello dei mumlyket settentrionali, che non riescono a localizzare i loro covi sotterranei nei monti Amsorak e nel Massiccio Kurish. Di quando in quando essi scendono a compiere razzie fin nel Nagpuri.

Nani: I nani giunsero nell’805 DI dalle Terre Alte, dove stavano venendo duramente perseguitati. Oggi costituiscono una minoranza importante del Nagpuri (5.000 ab.), dove hanno costituito le loro comunità sulle colline e sulle montagne più vicine alle vie commerciali.

Orchi: Gli orchi sono una delle razze umanoidi che infestano la Grande Desolazione e, come tali, si trovano anche all’interno dei confini occidentali del Sind (2.850 ab.). Questi orchi appartengono sia agli orchi rossi della specie Orcus Rubeus Vulgaris (45%), sia agli orchi comuni della specie Orcus Porcus (55%). Le loro tribù del deserto contano dai 50 ai 250 membri, e compiono frequenti scorrerie, spesso aiutati dai thoul, dagli ogre o dai troll, contro i villaggi del Jhengal Occidentale e del Baratkand.

Thoul: L’origine di questi insoliti umanoidi (2.550 ab.) è ignota ed è attribuita da molti storici ad esperimenti effettuati in ere passate (forse dai maghi nithiani). La loro presenza è oggigiorno un fatto nella Grande Desolazione, e di lì molte bande di thoul (20-100 individui ciascuna) si sono introdotte oltre i confini del Jhengal Occidentale e del Baratkand, dove si uniscono come mercenari alle tribù degli orchi oppure compiono scorrerie autonomamente.

Ogre: Gli ogre sono una presenza molto antica nel Sind, essendo di fatto stati i primi umanoidi a giungere in questa regione oltre due millenni fa. Sebbene molti siano stati scacciati dal Sind da allora, altre tribù vi sono ritornate, stanziandosi nella Grande Desolazione o nei monti Amsorak e nel Massiccio Kurish. Oggi gli ogre sono abbastanza numerosi (2.000 ab.) da costituire una pericolosa minaccia se si uniscono agli altri umanoidi; essi vivono in grosse tribù di 10-50 individui che abitano perlopiù i monti del Gunjab e del Kadesh, e le zone periferiche del Jhengal e del Baratkand. Tutti questi ogre appartengono tutti alla specie Homo Monstrum Brutalis.

Troll: Numerosi troll (1.250 ab.) abitano le zone selvagge del Sind, dalle catene montuose del nord, ai deserti dell’ovest alla grande Palude Salata, da dove minacciano di continuo il cuore del Sind e persino i villaggi settentrionali della valle del fiume Asanda. Questi troll appartengono tutti alla specie Monstrum Carnivorus Maximus e le loro bande sono grosse ed organizzate, contando da 5 a 20 individui.

Uomini-scorpione: Numerosi piccoli gruppi di queste pericolose creature (900 ab.) abitano i recessi sperduti delle terre desolate e dei deserti, divisi in svariati covi e tribù che contano dai 10 ai 50 membri; provengono dal Deserto del Sind, dove si sa che sono ancora più numerosi.

 

Fauna e razze minori

Animali: Le mandrie degli Urduk, costituite perlopiù da bovini, cavalli e cammelli, percorrono il Sind in lungo ed in largo. Sin da quando vi furono condotti dai Karimari oltre duemila anni fa, gli elefanti sono divenuti il simbolo nazionale del Sind e delle sue classi dirigenti; essi vengono allevati per molti scopi, che vanno dai lavori pesanti alla guerra. I leoni sono presenti nelle steppe e la caccia a questi animali è uno dei passatempi preferiti degli Himaya. La Palude Salata e le rive dell’Asanda ospitano numerosi coccodrilli. Nelle terre più aride è facile trovare varie specie di lucertole giganti, alcune delle quali valorizzate dagli indigeni per la loro carne, le loro uova o la loro pelle. I pendii montuosi, gli anfratti cavernosi e le città ospitano invece molti esemplari di pipistrelli giganti.

Bestie magiche: Creature pericolose come basilischi e galloserpenti, che abitano il Deserto del Sind e la Grande Desolazione, sono incontri infrequenti anche nelle terre selvagge del Sind. Esemplari di sfingi – alcune benevole, altre meno – possono essere incontrate lontano dai luoghi abitati.

Draghi: La Palude Salata ospita esemplari di draghi neri, che causano non poche preoccupazioni al governo centrale del Sind. I draghi rossi abitano la Piana di Fuoco, ad ovest, ma a volta sconfinano nel Sind, seminando il terrore. Non si hanno invece notizie di avvistamenti di draghi blu da quando il rajadhiraja  Kapil ul Nervi (951-92 DI) ne uccise uno che aveva afflitto il Baratkand. Nei deserti e nelle zone selvagge è possibile incontrare le idre; particolarmente pericolose sono quelle delle sabbie, che tendono imboscate ai viandanti annidandosi sotto la sabbia e il pulviscolo roccioso.

Esterni: La Piana di Fuoco è anche l’habitat naturale di esterni del Piano del Fuoco o dotati di affinità per questo elemento, come efreet e mastini infernali; queste creature, nel corso dei secoli, sono penetrate anche nel Sind. Viceversa, in luoghi poco frequentati ed antiche rovine è possibile incontrare anche dei djinn.

Non-morti: I non-morti sono una piaga anche nel Sind, sebbene non siano molti gli Jadugerya dediti alla negromanzia. Ghoul e zombi sono le creature non-morte che si incontrano più facilmente, mentre le mummie e le ombre in genere si incontrano in antiche rovine e catacombe.

Parassiti: Molti esemplari di parassiti giganti – come le formiche giganti, gli scorpioni giganti e le tarantole giganti – vivono nelle zone desertiche e rappresentano un pericolo per gli insediamenti isolati. Anche la Palude Salata, col suo ambiente umido, è l’habitat ideale di sanguisughe giganti, tafani predatori e termini palustri, che attaccano le barche dei pescatori. Una singolare specie di granchio gigante abita anch’essa le acque della Palude Salata e viene considerata una prelibatezza sulle tavole dei ricchi.

Umanoidi mostruosi: Le gargolle abitano – solitarie o in piccoli gruppi – le zone più selvagge e impraticabili, assalendo i viandanti. Alcuni esemplari di tabi si annidano nelle periferie delle città, dove sopravvivono di furti e rifiuti.

 

Appendice: Jaibul, il dominio del Rajah Nero

Il Jaibul è un piccolo ma influente ryaset (un regno indipentente) situato lungo il confine sud-occidentale del Putnabad. Si tratta a tutti gli effetti di uno stato indipendente, perciò viene trattato qui in separata sede e le sue popolazione e superficie non sono state incluse nel prospetto precedente.

 

Superficie: 25.954 kmq (come la Macedonia odierna).

Popolazione: 117.370 ab.

Densità: 4,5 ab./kmq.

 

Cenni storici

Da sempre parte del Putnabad, il Jaibul nacque dalla faida innescatasi fra i Rishiya e gli Jadugerya di quel mumlyket alla fine del VI sec. DI. Gli Jadugerya ebbero infine la peggio nelle lotte, e furono costretti a rifugiarsi nella parte sud-occidentale del rajato, che riuscirono a conservare nonostante gli sforzi effettuati per sloggiarli di lì (609 DI). Nel giro di pochi anni, gli Jadugerya di Jaibul costituirono un vero e proprio stato indipendente, dove la loro casta era quella dominante e gestiva tutte le leve della politica e dell’economia: una magocrazia a pieno titolo. Nel 704 DI, gli Jadugerya di Jaibul si accordarono con Yuvraj Narenda ul Nervi, scambiando la loro indipendenza dal rajadhiraja con la promessa di non immischiarsi mai più nelle faccende interne del Sind e di non ostacolare i commerci che fluivano verso il cuore della nazione dalla Penisola del Serpente e dalle Città-Stato dell’ovest. Naturalmente la promessa durò solo finché conveniva a questi maghi e finché Yuvraj era vivo; dopo la sua morte, il Jaibul ricominciò a competere ferocemente col Puntanabad per il controllo delle rotte commerciali.

Col passare degli anni, anche il Jaibul divenne di fatto un dominio autocratico, governato dal più potente fra i membri degli Jadugerya che popolavano questo piccolo paese. Alla morte del rajah, gli Jadugerya competono per il trono; il vincitore è il legittimo rajah. Nell’ultimo secolo il rajah regnante di Jaibul si fregia del temibile titolo di “Rajah Nero”. Recentemente, sotto il governo del nuovo Rajah Nero, il Jaibul ha riniziato ad intessere svariati intrighi ai danni del Putnabad, sperando di indebolire quel mumlyket per riuscire a controllarlo. Non tutto è tranquillo entro i confini del Jaibul, tuttavia: una banda di combattenti per la libertà, guidata dall’ex Rishiya Timingila Uma, lotta per restituire al Jaibul un governo giusto e per fondare una nuova società priva di caste; com’è ovvio, non riceve per questo alcun aiuto dai rajah del Sind…

 

Distribuzione della popolazione

Per il Jaibul valgono le considerazioni fatte per il Sind. La sua popolazione è pressoché esclusivamente composta da umani, e la presenza di umanoidi e razze selvagge ostili è stata cancellata nel corso dei secoli dal capillare intervento degli Jadugerya regnanti; oggigiorno ben poche tribù umanoidi osano avvicinarsi ai confini del Rajah Nero.

Umani: Gli umani dominano la totalità della popolazione del Jaibul (117.370 ab.). Sebbene anche qui esista la divisione in caste, essa non è così rigida come nel Sind, in quanto ciò che importa è il primato degli Jadugerya – una casta alla quale appartiene circa un quinto dell’intera popolazione. Inoltre nel Jaibul, più vicino alle terre dell’ovest abitate dai nomadi urduk, gli urdu-varna sono più numerosi (47%) che nel Sind rispetto ai sindi-varna (52,7%). Una piccola percentuale della popolazione della città di Jaibul è costituita da stranieri (0,3%), provenienti da un po’ tutte le nazioni dell’oriente e dell’occidente.

 

Fonti canoniche

Champions of Mystara boxed set: Si tratta della fonte principale sul Sind, ove sono incluse tutte le informazioni di rilievo sulla geografia, gli abitanti, la politica, la storia, l’economia ed i PNG importanti del reame.

Dragon Magazine #169 – The Voyage of the Princess Ark: Introduce la mappa del reame del Sind, compresa una breve descrizione e informazioni varie su alcuni luoghi e PNG importanti.

Dragon Magazine #170 – The Voyage of the Princess Ark: Corregge alcuni dettagli riguardanti I confini dei rajati sindhi.

Dragon Magazine #181 – The Voyage of the Princess Ark: Mostra i blasoni araldici del Sind e del Jaibul.

Dragon Magazine #237 – Campaign Classics: Lupins of the Mystara Setting: Descrive i lupin e le loro varie sottorazze, alcune delle quali sono presenti anche nel Sind.

GAZ11 – The Republic of Darokin: Descrive gli interessi commerciali di alcune casate mercantili darokiniane nel Sind e include informazioni sulle merci commerciate a Sayr Ulan.

HWA3 – Nightstorm: Descrive in dettaglio lo Shahjapur, ovvero la nazione del Mondo Cavo discendente degli antichi Sindhi.

Joshuan’s Almanac and Book of Facts: Contiene una sommaria descrizione del Sind ed informazioni varie riguardanti la geografia, la demografia, la storia ed i PNG sindhi alla data del 1013 DI.

Karameikos – Kingdom of Adventure boxed set: Contiene una breve descrizione del Sind ed aggiorna le relazioni fra questo reame ed il Karameikos al 1013 DI.

Poor Wizard’s Almanac and Book of Facts I: Contiene una descrizione sommaria del Sind, delle sue forze armate e dei suoi PNG principali alla data del 1010 DI, compresi gli eventi di quest’anno.

Poor Wizard’s Almanac and Book of Facts II: Contiene una descrizione sommaria del Sind, delle sue forze armate e dei suoi PNG principali alla data del 1011 DI, compresi gli eventi di quest’anno.

Poor Wizard’s Almanac and Book of Facts III: Contiene una descrizione sommaria del Sind e dei suoi PNG principali alla data del 1012 DI, compresi gli eventi di quest’anno.

TM1 – Trail Maps: The Western Countries: Contiene informazioni varie sul Sind (tempo atmosferico, venti, caratteristiche naturali, strade, correnti marine).

TM2 – Trail Maps: The Eastern Countries: Contiene informazioni varie sul Sind (politica, demografia, malattie, università).

Wrath of the Immortals boxed set: Descrive gli Immortali adorati anche nel Sind e gli eventi del 1004-1009 DI.

X4 – The Master of the Desert Nomads: Introduce il Sind, una mappa della regione, una descrizione del villaggio di Pramayama e di altre locazioni all’interno del reame (la Palude Salata, un’oasi nel deserto, un tempio in rovina).

X10 – Red Arrow, Black Shield: Descrive Sayr Ulan e la situazione del Sind nel periodo della guerra del Maestro di Hule contro il Darokin.

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