Red_Dragon ha scritto:1) Si cerca il colpevole, non il primo pinco che passa dalla strada. Se non viene punito il colpevole (od almeno quello ritenuto tale) la spirale di violenza è ben lungi dall'essere interrotta: chi voleva la vendetta non si sente appagato; abbiamo inoltre un altro che vuole vendetta per l'uccisione effettuata.
Il problema non è solo appagare la vendetta dell'uno, ma anche evitare che un altro si vendichi. Non ho parlato di sacrifici coatti dei membri della comunità .
Il non colpevole sacrificato invece non apre nuove spirali di vendetta... O perlomeno le apre con meno facilità ...
L'appagamento si pone con la ritualizzazione e con la gestione del capro espiatorio. Ma se non avesse riti appositi non sarebbe un rituale...
Il bisogno è scaricare il rancore, non importa contro chi, l'importante è saperlo sfogare.
2) Il processo (ed anche i sacrifici) non scelgono persone a caso
Certo. Ma l'importante non è scegliere qualcuno a caso. Per fermare la spirale di vendetta l'importante del sacrificio è che non sia scelto il "colpevole"...
Il problema del sacrificio rituale è che concentra l'estasi in un momento collettivo in cui il minimo errore rischia di mandare il tutto in massacro, problema che col processo giuridico non si presenta.
Il processo ha invece un maggior rischio di non chiudere il ciclo di vendette punendo il diretto colpevole, cosa che al sacrificio rituale non accade...
Ciascuno ha i suoi limiti...
3) nel GdR i processi sommari sono considerati il male; benché nella realtà a volte si cerca un capro espiatore ("qualcuno deve pagare per questo delitto"), nella fiction in generale, questo è sinonimo di malvagità da fermare (in realtà anche nella realtà , ma spesso si cerca di giustificare, costruire, ecc. eppure non soddisfano mai nessuno).
Io non ho parlato di processo sommario... Il tizio che dice "qualcuno deve pagare per questo" sbaglia. In tutti i casi posti. Perchè differente è la giustizia sociale dalla giustizia personale, che sia il sacrificio sia il processo vogliono evitare.
Il processo mira a punire il colpevole. Ma questo sotto il punto di vista sociale è il suo limite.
Ho solo detto che dal punto di vista sociale e dal punto di vista dello scopo di sfogo della violenza collettiva punire il colpevole è controproducente.
Non ho nè richiesto nè incoraggiato processi sommari. Anzi!
Sarebbe controproducente anche punire una persona a caso che non c'entra. A meno che non si sappia che è un capro espiatorio. Non è un "meglio punire la persona sbagliata" perchè chiaramente questo apre nuove spirali di vendette!
Il sacrificio rituale è più che consapevole di scaricare il tutto su un capro espiatorio. Tutti ne sono perfettamente consapevoli. Ma il suo essere colpito senza avere nessuna colpa (cosa che sanno tutti!) è ciò che ferma la spirale di violenza.
Mi sembra ci sia un episodio carino ne La Gerusalemme Liberata: dopo la sparizione di un'incantesimo della Madonna (necessaria a compiere un incantesimo malvagio) Re Aladino minaccia di uccidere tutti i cristiani presenti in città . A quel punto Sofronia sceglie di sacrificarsi lei per tutti. Tutti sanno che Sofronia non è colpevole, ma la sua scelta di sacrificarsi per gli altri fosse stata scegliere un cristiano a caso da uccidere. Aladino sarà soddisfatto e i cristiani in città non tenterebbero comunque sommosse. Poi arriva Clorinda e ferma il tutto, ma notare bene che se Aladino avesse preso a caso lui uno dei cristiani e avesse deciso di ucciderlo per tutti non avrebbe risolto nulla... anzi...
Se vuoi il caso Watchmen
Ecco, se parliamo di D&D, allora anche questa è una boiata. In D&D il Bene ed il Male non sono "all'acqua di rose"; si sa cosa è il bene e cosa è il male; il sacrificio di una persona che non c'entra un piffero è il male. Punto. Che loro ci credano o meno.
DnD può essere giocato in modo molto più complesso e articolato di quanto scritto dai manuali, che spesso critico, in quanto vogliono adattare un mondo medievale (o addirittura primitivo) con una morale moderno-cristiana che fa a pugni con quasi tutto, compresa la letteratura cavalleresca, tanto che i buoni in DnD sono spesso pesantemente limitati dal mondo in cui vivono. Esistono modi di essere buoni più adatti al mondo di DnD...
Questa è sempre per una campagna malvagia.
Una creatura che viene da un luogo dove si fanno sacrifici, se li accetta è malvagia. E questo proprio perché spesso la vittima del sacrificio non è collegata in alcun modo al fatto.
Questa è una mentalità che a mio parere uccide il GdR. E uccide la possibilità di creare mondi diversi con mentalità diverse. Per la morale DnDescocristianomodernizzante sacrificare qualcuno, anche se si offre volontariamente, è sbagliato. Quindi tutti i lucertoloidi che fanno sacrifici sono dei mostri abietti che devono ancora uscire dalle tenebre dell'ignoranza... l'esempio che ho fatto all'inizio dell'articolo...
Secondo me tale punto si può superare, tingendo il mondo di toni di grigio e di mentalità diverse, che consentono anche di creare un mondo veramente vivo, e di far sul serio venir dubbi e curiosità a colui che li sta giocando.
Pur mantenendo il fatto che prendere una poveretta e ammazzarla per chiamare Demorgorgon e massacrare un altro villaggio è atto malvagio. Ma io ho parlato di riti per tenere unita una comunità , non per creare nuovi massacri
PS: la cosa delle monarchie sacre africane mi sembra anch'essa una boiata, ma non ho informazioni sufficienti.
ti riporto solo gli studi fatti dall'antropologo citato in fondo all'articolo (a quanto ne so uno dei più importanti del '900), e da quel che ho sentito in giro sapeva bene ciò di cui parlava, ma neanch'io ho ulteriori fonti da citarti
di certo è una cosa curiosa, ma perchè tutto ciò che sembra fuori da ciò che sembra normale alla nostra mentalità dev'essere una boiata?
Appena ho un po' di tempo di vado a vedere il sacrificio di Polissena perché non mi torna.
il pezzo l'ho preso da D. Susanetti, Euripide, p.89... se vuoi andare a vedere