Re: [Backstage] Gocce di sangue blu
Inviato: mer ott 12, 2016 3:17 pm
Nyxator ha scritto:Parto con una doppia premessa:
Quando sento disquisire di fantasy e quest/vicende/intrighi di palazzo, a me vengono in mente pure le scene e i dialoghi, tutt'altro che sciocchi o banali, della saga di the Witcher.
E in quei romanzi lì, a tavola col baronetto o col nobile di turno, ci vedi un protagonista mischiarolo/magico definito "mutante", un bardo, un ladro -in veste di spia- e pure un'arciera/ranger.
Le maghe son ovunque e quasi sempre altolocate o influenti a livello politico, e no...al di là dei loro poteri, non hanno il b.g alla Mary Sue.
Di maghi ce ne sono almeno un paio, abbastanza agli estremi opposti sia a livello di potere magico che di status sociale.
Ma eviterei di fare spoiler (Lusk, poi la saga l'hai letta?)
Debbo ancora leggerla ma ho avuto informazioni succulente. The Witcher videogame è così ben gestito dal punto di vista delle atmosfere e delle ambientazioni perchè è sviluppato da un team polacco assai più interessato ai costumi di gioco rispetto ai team abituali americani (molto più legati al medioevo minestrone).
In generale, mi sembra che 2/3 dei problemi incentrati su"questo sì e questo no" e su "D&D è così e cosà perchè X", scaturiscano più da giudizi soggettivi, e/o dalle esperienze con D&D e Path, e/o dalla frequente voglia di mettersi/vedere paletti gestionali che spesso manco ci sono (a meno che nel caso specifico non sì miri al realismo storico...e lì puoi buttare via il 90% del core book e preparare il pg a pulirsi le dita sulle tovaglie, usare il coltello se/quando c'è, e a soffiarsi il naso nella manica) e/o dal voler crearsi un'ambientazione vagamente realistica...che poi anche il cosidetto realismo lo detta l'ambientazione stessa.
Certo, D&D parte da determinate premesse e nasce all'interno di un contesto. Poi mescolando suggestioni che provenivano dagli ambienti più disparati ha finito per diventare tutto e il contrario di tutto. D&D ha avuto successo proprio perchè consente di fare tutto e il contrario di tutto, tanto che solo una percentuale di utenza gioca con lo stile assai eumate della 1a edizione.
Difatti dissi che generalmente D&D nasce in un sistema per cui l'esperienza sorpassa ogni privilegio di nascita o di formazione. E che il fantasy nasce da una visione di medioevo al tramonto. Per un ottimo self-made man, anche se in chiave parodistica, basta leggere "Il cacciatore di draghi" di Tolkien.
Salvo poi accorgersi che tutti i contadini sono figli di Darth Fener, perché ai giocatori non piace fare i nobili ma piace esser figli di qualcuno di importante
Sul realismo sono perfettamente d'accordo, è una categoria insensata e spesso contraddittoria.
La mia era solo una proposta. Si provi a farlo per cercare di vedere se così si riesce ad uscire dallo stereotipo del nobile con la puzza sotto il naso. Perchè, come dissi, in epopee epiche i personaggi son tutti nobili per definizione mentre se la giocassimo alla medievale non appena un PG comincia a superare determinati livelli di potenza immediatamente dovrebbe saltar fuori qualcuno per pensarlo figlio di un grande personaggio del passato, e tirargli fuori uno stemma.
Se se ne è già fuori e il rischio non si pone, tanto meglio per tutti.
Poi nell'articolo c'è anche molto altro di cui disquisire
thondar ha scritto:Intanto grazie per lo splendido articolo.
Grazie! Se servisse altro non esitare a chiederlo
Anche riguardo a tematiche presenti nella bibliografia (di cui consiglio la lettura) per poter ampliare il discorso, da come funzionano i duelli all'autorappresentazione, altri esempi di ricerca di giustificazione e specifiche sull'ira e sullo scarso calcolo.
Subito una cosa:Fin dal tempo dei greci la nobiltà troverà conferma in un’origine divina.
ma ci credevano veramente? o era uno 'spot' per convincere gli altri?
Capisco chi nasce nobile fin da bambino e viene educato in un certo modo ma chi lo diventa per le proprie imprese e magari si sceglie la discendenza...
Tra la credenza e la propaganda la linea è assai labile.
Ecateo di Mileto scrisse un'opera intitolata "Genealogie", in cui ritrovava le origini divine di ogni nobile greco, riorganizzando la mitologia e facendo un po' di ordine nelle credenze fino a poter stabilire alberi genealogici compatti. Erodoto racconta un aneddoto secondo cui lo stesso Ecateo, andato a far vedere la sua genealogia ad un sacerdote egiziano ("il mio bisnonno era figlio di quest'eroe, a sua volta nipote di Zeus..."), sarebbe stato condotto da quest'ultimo in una stanza piena di statue. "Questi sono i miei progenitori, di padre in figlio, e in mille generazioni non v'è mai stata una divinità. Voi greci siete come dei bambini".
Ed Erodoto era una lettura di grande successo presso gli stessi greci.
Un punto focale è il fatto di non accettare un presente che si costruisca dal nulla senza avere alle spalle un passato che ne consenta la venuta. Padova divenne così importante da far richiedere alla sua dinastia dominante di dover trovare conferme. Fu così costruita la tomba del leggendario fondatore Antenore (eroe troiano, per divenire seconda Roma). Quanto alla famiglia stessa, il cui nome Carraresi fa presumere senza troppe difficoltà la professione di provenienza, cominciò a circolare una strana storia secondo cui la figlia di un imperatore e il suo amato fossero fuggiti a Padova per sfuggire alle ire del padre di lei (poco contento del matrimonio) e che, per ingannare gli emissari dell'imperatore, si fossero finti mastri carrai.
Io tenderei a dire che piaceva crederci ma senza per forza far sì che la cosa divenisse eccessiva.
Come poteva essere spuntata dal nulla quella forza o quel carisma così incredibili? Doveva esserci qualcosa sotto.
Esser figli di Krypton da i superpoteri, in periodi in cui non esistono i concetti di mutanti o di uomini mutati a causa di esperimenti falliti.
Poi il contesto è in sè più diversificato di come ammetto di porlo per ragioni di spazio. La religione dei romani è assai più finalizzata politicamente di quella dei greci, come diceva Hegel nelle sue lezioni di filosofia della religione, e a Roma non esiste un culto della pura bellezza artistica, tutto ha un suo scopo e un suo fine, ed esso non si può mai togliere.
I romani ci credono? Magari sì, ma di sicuro conta assai di più il fatto che la cosa abbia un riflesso politico.
Tanto che tutta la religione romana è legata agli aristocratici e gestita da loro, mentre quella greca ha i suoi riflessi su ciascuno degli uomini che vivono nella città.
Quanto al giocare dei PG nobili l'unico problema che vedrei potrebbe essere il supporto della famiglia (diretto, in forma di soldi, equipaggiamento e indiretto, in forma di benefici legati al nome) ma basta dire che la famiglia lo ha ripudiato (almeno finché non giunge agli alti livelli) o che è caduta in disgrazia o che lui si trova lontano da casa.
Per certi versi funziona anche meglio, infatti se un Pg 'normale' volesse costruirsi un castello o cose del genere c'è il problema dei soldi spesi e della ricchezza per livello mentre essendo nobile questi soldi potrebbe essere di famiglia e quindi non intaccare quelli predisposti per l'equipaggiamento da avventuriero.
Anche ladro e bardo potrebbero essere giustificato come figlio ribelle o libertino.
Dipende dal livello a cui si parte e dalla potenza.
I figli bastardi e gli esclusi dalla successione per maggiorascato possono non avere nulla in generale se non armatura, cavallo e armi.
Concordo sul fatto che sia ben inseribile.
I barbari in particolare sono una delle classi con cui l'erede di una lunga dinastia di capitribù mozzatori di denti di drago si adatta a pennello.
Eracle è figlio di Zeus, Beowulf ha solo re importanti in dinastia.
Conan nei libri è solo "cimmero", ma di per sè basta per farne un umano superiore. Nei film diviene sempre il figlio del miglior guerriero del villaggio massacrato all'inizio.
Wulfgar è figlio del precedente capo barbaro ed è stato allevato dal re nano in esilio Bruenor.