Titolo: The Religion
Autore: Tim Willocks
Edizioni: Cairo Editore, 2006 ( pg. 823, € 22 )
Trama: Malta, 1565.
Ultima Roccaforte dell'Ordine di San Giovanni, gli Ospitalieri: monaci-guerrieri difensori dei pellegrini di terrasanta e della cristianità .
Uomini che mentre l'Inquisizione imperversa per l'Europa, osano ancora farsi chiamare "La Religione". Per secoli hanno lottato contro le armate Ottomane, hanno resistito, hanno perso, inevitabilmente sono stati ricacciati. E' a Malta che ci sarà la resa dei conti.
Tutto quello che rimane dei cavalieri agli ordini del Gran Maestro La Vallette è asserragliato nelle fortificazioni dell'isola, mentre verso di loro veleggia il più preparato e splendido esercito del mondo contemporaneo: l'armata di Solimano il Magnifico. L'esito dell'assedio appare scontato, ma i Cavalieri e la gente di Malta hanno deciso di non arrendersi.
In questo scenario si muove Matthias Tannhauser, il protagonista del romanzo; l'antefatto ci svela subito parte della natura di quest'uomo. Strappato in tenera età alla sua terra e alle sue radici e arruolato tra i micidiali Giannizzeri di Solimano, Tannhauser è poi ritornato in Occidente per ragioni misteriose, diventando uno starno ibrido tra un mercante, un guerriero e un guaritore. Immediatamente le trame dei complotti si intessono attorno alla figura di questo singolare guerriero mentre la Religione manovra per attirarlo a Malta, ansiosa di sfruttare le sue conoscenze delle armate ottomane e una facoltosa e splendida contessa chiede di essere guidata nel cuore della guerra per cercare il figlio perduto. In questa storia però è sempre difficile distinguere i giocatori dalle pedine: mentre i Cavalieri si illudono di usare Tannhauser un'altra oscura forza trama anche alle loro spalle. Il cardinale Ghisleri e l'oscura mano della Santa Inquisizione, nella persona di Ludovico Ludovici.
Il dualismo tra i due personaggi maschili principali è una delle colonne portanti del romanzo, non un confronto tra bianco e nero, ma tra due figure umane di una complessità rara. Tannahuser non è di certo un buono nel senso tradizionale del termine. Pur avendo valore, coraggio, senso dell'onore, non disdegna di ricorrere a qualsiasi mezzo per raggiungere i suoi scopi: usa le persone, fa il doppio gioco in guerra e anche in amore.
Eppure rimane un personaggio di una purezza ammirevole: forse proprio perché le sue scelte spesso sbagliate, avventate, il suo essere opportunista, sono così simili ai comportamenti che assumono le persone normali. E' dunque un uomo difficile, leale con gli amici più stretti, ma al tempo stesso pronto ad afferrare le occasioni a scapito di vite innocenti per il proprio tornaconto. Diverso è il discorso per l'inquisitore Ludovico, un personaggio per certi versi simile al Nicholas Eymerich di Evangelisti. Uomo di cultura, abile manipolatore e anche guerriero all'occorrenza, è lacerato tra la castità e la passione. Questo dualismo lo porta a gettarsi nel suo compito di inquisitore con crudeltà cieca e ferocia quasi inumane; a lavorare nell'ombra per i suoi scopi con qualunque mezzo.Eppure,anche nella sua anima nera ci sono dei momenti di luce.
La storia narrata da Willocks è dunque si una storia di guerra, e anche una storia umana; il percorso che tutti i personaggi compiono ognuno alla ricerca di qualcosa: illuminazione, espiazione o amore incondizionato.
C'è dunque tanto spazio per lo sviluppo delle personalità , che infatti appaiono sfaccettate e complesse come capita di rado.
Questo fortunatamente non va a scapito della ricostruzione storica, che rimane abbastanza fedele, e non danneggia il pathos delle scene di guerra. Per tutto il romanzo infatti la battaglia per la conquista di Malta fa da sfondo alla vita di Tannahuser e degli altri che per le più svariate ragioni vi si trovano coinvolti. La guerra è narrata con attenzione e dovizia di particolari anche crudi e raccapriccianti.
Willocks comunque è bravissimo a non trasformare il conflitto in uno scontro buoni-cattivi, male-bene; si tratta di una guerra, e in pratica bene e male non esistono come valori assoluti ma solo in quanto relativi.
Ognuno dei sue schieramenti vede il male nell'altro, La Religione è il diavolo per i Musulmani e viceversa. Non c'è nessuno che sia nel giusto: esistono solo ragioni e interessi che spingono ad agire, siano questi economici o religiosi.
Commento: "The Religion" è un romanzo di guerra e di storie umane caratterizzato da una varietà di registri e di colorazioni che lasciano senza fiato.
L'autore padroneggia benissimo il linguaggio passando dal rosso del sangue a quello delle rose con disinvoltura e rendendo ogni scena vivida e presente nella mente del lettore. Ci sono personaggi indimenticabili, ma anche luoghi e oggetti (spesso subdolamente reiterati) che restano impressi, musiche e cibi ti restano dentro come gli atti d'eroismo degli uomini d'arme. C'è tanta passione in questo libro, tanta morte e anche tanta sensualità , tantissima bellezza che cresce dove invece pare che non ci sia altro che distruzione.
Questa varietà lo rende un libro assolutamente da leggere: raccomandatissimo a chi apprezza il romanzo storico, ma anche a chi cerca l'azione.
Anche nelle scene campali infatti la bravura di Willocks è evidente, così come la sua attenzione per i particolari - a volte con un compiacimento per il macabro anche eccessivo - che contribuiscono ad aumentare il senso di essere "nella" storia.
Un'ultima annotazione va alla copertina, che simboleggia perfettamente e con una grafica splendida il contenuto del romanzo.
Una spada e delle rose. L'odio e l'amore.
Entrambi umani, spesso entrambi mortali.