Il 5°Clone

[Recensione] La Biblioteca del 5°Clone

Le nostre recensioni sui prodotti, più o meno noti, dell'universo GdR italiano ed estero (in particolare D&D).

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Messaggioda Redrum » mar ago 21, 2007 5:37 pm

Titolo: Il Ciclo della Torre Nera (sette libri, nell'ordine: L'ultimo cavaliere, La chiamata dei tre, Terre desolate, La sfera del buio, I lupi del Calla, La canzone di Susannah, La Torre Nera)
Autore: Stephen King
Edizioni: Sperling&Kupfer, (ordine di anni di pubblicazione dei libri: 1982-1987-1991-1997-2003-2004-2004)

I°: L'ultimo cavaliere
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II°: La chiamata dei tre
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III°: Terre desolate
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IV°: La sfera del buio
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V°: I lupi del Calla
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VI°: La canzone di Susannah
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VII°: La Torre Nera
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Trama: In un mondo che è ormai andato avanti, e quindi in piena ed inarrestabile decadenza, Roland Deschain di Gilead, ultimo pistolero della nobile stirpe dell'Eld, si ritrova ad inseguire in un caldo e soffocante deserto l'Uomo in Nero, suo antico nemico, nel tentativo di trovare il modo per giungere alla Torre Nera, il luogo, posto al centro del Tutto-Mondo, cardine di tutti i luoghi e di tutti i tempi. La Torre Nera è sul punto di crollare, sotto l'attacco dei Frangitori e del Re Rosso, e l'obiettivo di Roland, l'unico per cui vive è arrivare alla Torre per arrestare la sua caduta, che significherebbe la caduta stessa di tutti i mondi nel Caos totale. Al fianco di Roland ben presto si aggiungono tre personaggi, Eddie Dean, Jake Chambers, e Susannah, provenienti dal nostro mondo, ed arrivati sul mondo di Roland attraverso delle porte dimensionali. Oltre ai tre newyorkesi, si aggiunge un bimbolo, una sorta di cane-procione con limitate facoltà di parola, che si affeziona a Jake, che lo chiamerà Oy. Con i quattro nuovi compagni forma un ka-tet, un gruppo di persone unite nel Destino, chiamato Ka. Il viaggio verso la Torre è lungo e faticoso e mette i protagonisti di fronte a sfide, ad ostacoli, ma anche di fronte a nuovi personaggi, non solo ostili, ma anche amici ed aiutanti.

Commento: Una Saga potente, lunga, profonda, commovente, epica, coinvolgente, e chi più ne ha più ne metta. L'intera saga, che si regge non tanto sulla trama, ma sui personaggi, sulle loro emozioni, sulle loro passioni, sui loro tormenti. Un King raro e prezioso quello che ci immerge nel mondo di Roland, che ci illustra gli scherzi del Ka, e che ci fa riflettere sull'Esistenza, sulla Vita, sull'Amore, sull'Amicizia. Quello che più colpisce di questa saga infatti non è la storia, che occupa comunque il suo ruolo fondamentale, ma le vicende interiori dei personaggi, e le loro emozioni che ben presto coinvolgono i personaggi portandoli in uno stato emotivo raramente apprezzabile con altri libri.
L'ambientazione è del genere fantasy-western, anche se con l'evolversi della saga, non mancano punte di horror. Il mondo di Roland è parecchio diverso dal nostro, anche se presenta inquietanti punti in comune con esso. L'aspetto più prettamente fantasy si fonde quindi con dei resti di una vecchissima tecnologia, costruita da una razza antica ed ora scomparsa, e rimasta, come un cadavere dell'era che fu. Il nostro mondo ha inoltre molti punti di contatto con il mondo di Roland. Oltre alle porte da cui Roland trae i suoi compagni, nel secondo libro della saga, vengono mostrati moltissimi mezzi di comunicazione tra tutti i mondi e i tempi possibili, mostrando come l'Esistenza non è unica, ma multipla e mutevole.
"Vai allora, ci sono altri mondi oltre a questo" dice Jake nel primo libro, e questa è una delle frasi cardine di tutta la storia, dell'ambientazione e del messaggio stesso del Ciclo.
I primi tre libri sono epici, patinati da uno stile praticamente perfetto, anche se non mancano alcune cadute di livello nel primo libro. King perde di incisività nel quarto romanzo, "La sfera del buio", nel quale viene svelato il passato di Roland, ed il suo primo ed unico amore, Susan Delgado. Questo romanzo è il più pesante della serie, non tanto perché si imposta come un appassionante parentesi di genere rosa, ma piuttosto perché blocca violentemente la narrazione del viaggio dei cinque compagni, manifestandosi come un romanzo-flashback che tuttavia è necessario alla trama, e alla comprensione dei tormenti interiori di Roland. Purtroppo nonostante la necessità di questa parentesi, non posso non affermare che essa rompe molto violentemente il ritmo, facendo cadere un po' l'immedesimazione con l'ambientazione del viaggio.
Il Ciclo viene interrotto per parecchi anni dopo il quarto libro e gli ultimi tre appassionanti romanzi vengono pubblicati nel giro di due anni. Purtroppo è proprio questo uno dei più problematici punti negativi della saga. Gli ultimi tre libri risentono della troppa fretta, dell'ansia della pubblicazione, dell'immane materiale che King ha costruito e di cui sembra non riuscire più a tenere le fila con lo splendore di un tempo. Nonostante questo, per chi ormai è arrivato a questo punto di lettura, i difetti passano in secondo piano, per entrare in un crescendo, a volte caotico, di mondi e di tempi, di azioni e riflessioni, fino alla parola fine. Un King affaticato, appesantito dal tempo e non più smagliante, ma è proprio in mezzo a questa sorta di caos letterario che spuntano dei brani e dei pezzi di rarissima bellezza narrativa, delle vere ed autentiche perle, che fanno ancora di più stonare la fretta adoperata. L'amaro in bocca per la riflessione di quello che avrebbe potuto scrivere se non si fosse affrettato così rimane inesorabilmente alla fine della lettura.
La domanda che viene posta è: "Perchè vale la pena leggerlo?"
Per svariati motivi, primo fra tutti, perchè come i veri Capolavori, come ad esempio il Signore degli Anelli, non parla di una storia, parla della Vita, e per questo vale la pena leggerlo.
È l'unico libro che mi ha portato a commuovermi durante la lettura, e vi assicuro che non sono un tipo da commuovermi facilmente. Anche per questo ne vale la pena.
È l'opera omnia di Stephen King, ricca di citazioni ad altri libri esterni alla saga, e che si ricollega a molti altri romanzi che in qualche modo hanno a che fare con il mondo di Roland. Se volete conoscere Stephen King in tutte le sue sfaccettature, dallo splendore degli inizi, al cambiamento sostanziale avvenuto in epoche più recenti, tra la fine degli anni 90 e l'inizio del 2000. Anche per questo ne vale la pena.
È bello, bello, bello. Immenso e vastissimo, e i difetti, peralto presenti come indicato sopra, non possono che essere scusati alla fine allo scrittore, che si è avventurato in un'opera che si è evoluta tra le sue mani, come si evolvono i personaggi, lo scrittore stesso ed anche il lettore, che ne esce con una preziosa esperienza da conservare nel cuore.
Con questo chiudo, penso di essere stato anche troppo prolisso, ma giudicate questa mia prolissità come il profondo legame che mi unisce a questa saga. Ed anche per questo ne vale la pena leggerlo. Vi saluto, come è uso nel mondo di Roland:
Lunghi giorni e piacevoli notti. Aye.


Topic di discussione

NOTA: All'inizio avevo pensato di scrivere un post per ogni libro, ma poi mi sono ricreduto, in quanto non avrei resistito nello scrivere le singole trame, e in qualche modo avrei spoilerizzato parecchie cose. Per questo ho editato e scritto un unico post per tutta la Saga.
Ultima modifica di Redrum il dom nov 16, 2008 10:15 pm, modificato 3 volte in totale.
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Messaggioda Blackstorm » dom mar 30, 2008 12:59 pm

Titolo: Il Libraio di Kolos
Autore: Luca Larpi
Edizioni: Il Filo (http://www.ilfiloonline.it), 2007

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Trama: un ragazzo eredita una libreria dallo zio, libreria che purtroppo, da quando i pirati hanno invaso le coste, non ha più un cliente. Una notte i pirati mettono a fuoco la città, distruggendo l'unica cosa che ancora lega il protagonista a Kolos. La stessa notte, il conte Uriel recluta uomini per andare a debellare la piaga dei pirati, e il ragazzo si arruola. Comincia così un'avventura che non si sarebbe mai immaginato leggendo i libri dello zio.

Commenti: Perchè leggerlo? Perchè è scritto da un mio carissimo amico. Personalmente ho avuto il piacere di veder creare questo racconto, e che Luca sia riuscito a trovare una casa disposta a dare fiducia a giovani autori è stata una cosa che mi ha fatto molto piacere. Il racconto è breve, molto. 70 pagine. Il costo del libretto può sembrare alto, 13 euro per un racconto così breve non sono pochi. Certo, è vero. E' vero anche che io li ho spesi, non solo perchè Luca è un mio carissimo amico, ma anche perchè nella sua brevità, questo libretto ha il pregio di essere stato scritto perchè l'autore aveva qualcosa da dire. Perchè ha cercato, con tutta la sua inesperienza (il racconto è abbastanza lineare e a tratti piuttosto prevedibile), di raccontare l'uomo, di raccontare il dramma umano di essere messi di fronte alle proprie scelte, alla propria vita. Il paragone sarà ritenuto molto azzardato, ma mi colpisce moltissimo il fatto che, come ha detto nella presentazione del suo libro a Pisa, lui sente i suoi personagig come li sentiva Tolkien: il concetto di subcreazione, i personaggi sono lì, e "camminano" da soli. Ma la cosa veramente importante di questo libretto è che è stato scritto non solo per la passione per la letteratura fantastica, ma perchè aveva deciso di scrivere perchè ha davvero qualcosa da dire. E' di un ragazzo giovane, passibile di tutti gli errori che può fare uno scrittore in erba... Però, ragazzi... Ne vale davvero la pena, se volete il mio parere.


Note: è disponibile il blog dell'autore, creato appositamente per il libro: http://kolos.splinder.com/
In fondo è presente un indirizzo email per contattare Luca e scrivergli opinioni in merito al libro, o anche solo chiedergli chi sia. Dateci un'occhiata, ci sono i commenti dei lettori pubblicati.
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Messaggioda Wilhelm » gio lug 24, 2008 6:37 pm

Titolo: Il cavaliere del sole nero (Black sun rising) - Trilogia del sole nero
Autore: C.S. Friedman
Edizioni: Nord, 1996

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Trama: Il sommario sulla copertina del libro riporta: "Quando i coloni spaziali erano approdati sullo sperduto pianeta Erna, erano preparati a tutto: meno che al fae. Il fae era una forza sconosciuta e incomprensibile, una potenza suprema, ma primigenia, immanente alla natura stessa di quel mondo remoto, come il fuoco di un vulcano o la violenza di un maremoto. Il fae, soprattutto, catalizzava l'energia psichica degli esseri umani e le dava corpo e sostanza. Grazie al fae, quindi, da un lato era diventato possibile l'esercizio della magia (perché la forza della mente poteva alterare la realtà), ma dall'altro paure, incubi, angosce della psiche umana, avevano assunto corpo e vita, sicché ora Erna era infestata da mostri e creature d'incubo.
In questo mondo stravolto dagli effetti del fae, la Chiesa, decisa a lottare per un ripristino della pura ragione si oppone ai grandi adepti, che cercano di estendere all'infinito le proprie facoltà magiche. Potranno dunque un Cavaliere della Fede e un Grande Adepto unire le loro forze e viaggiare fino alle sperdute foreste in cui si è ritirata la popolazione autoctona di Erna, per cercare di restituire alla maga che il cavaliere ama i suoi poteri magici, rubati da mostri notturni che si nutrono del contenuto delle menti umane?"

Commento: Ho scoperto questo libro, il primo di una trilogia, per caso: mi è venuta la curiosità di scoprire chi fosse il personaggio che uso come avatar in questo e in molti altri forum. E me ne sono innamorata.
La storia, di questo e ancora di più del secondo libro della serie, è abbastanza semplice: i protagonisti che cercano di raggiungere il covo del loro nemico, la cui vera identità viene scoperta solo pian piano, e alla fine di un lungo viaggio lo trovano e lo sconfiggono.
La vera forza di questi libri non è tanto la trama quanto la filosofia di fondo, che ruota intorno al desiderio degli abitanti di Erna di ritrovare le capacità tecnologiche dei loro antenati terrestri, e soprattutto il rapporto tra i due protagonisti: un chierico guerriero - il classico paladino legale buono - e uno stregone non morto, compatibili come il diavolo e l'acqua santa ma che si alleano contro un nemico comune e nel corso della storia imparano a conoscersi e apprezzarsi a vicenda.
E' ovvio che con due protagonisti del genere i colpi di scena siano assicurati.

Lo stile è scorrevole, anche se ogni volume è circa di 400 pagine si leggono bene, e non mancano i punti divertenti, dovuti soprattutto al fatto che gran parte della storia è descritta dal punto di vista del chierico Damien, e quindi il lettore è reso partecipe dei suoi pensieri sulla situazione e sugli altri personaggi.

Cos'altro posso dire per invogliarvi a leggerlo? Che se tre mesi fa mi avessero detto che sarei andata al lavoro con un libro in borsa e avrei passato tutte le mie pause pranzo a leggere in inglese un racconto che ho già letto in italiano mi sarei messa a ridere. Adesso non più.

Consiglio di leggerlo insieme agli altri due libri della serie:

Titolo: L'oceano del sole nero (When the true night falls) - Trilogia del sole nero
Autore: C.S. Friedman
Edizioni: Nord, 1997
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Titolo: La corona nascosta (Crown of shadows) - Trilogia del sole nero
Autore: C.S. Friedman
Edizioni: Nord, 1997
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Il principale difetto di questa trilogia è il fatto che non è più stampata, e in italiano è quasi introvabile.
Se ve la cavate un po' in inglese vi consiglio allora di leggerli in lingua originale, si leggono decisamente bene anche senza essere espertissimi
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Messaggioda Senhull » mer ago 06, 2008 3:05 pm

Titolo: Il Demone di Dio
Autore: Barlowe Wayne
Edizioni: Newton & Compton, giugno 2008 , EUR 9,90

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Trama: Dopo la cacciata di Lucifero dal Paradiso, i demoni vivono nell'oscuro regno dell'Inferno. Nel buio eterno, tra paesaggi di spoglia roccia e fiamme inestinguibili, dove riecheggiano le strazianti urla di dolore delle anime dei dannati, due città si stagliano imponenti sopra tutte le altre: Dis, governata da Belzebù (erede di Lucifero) e Adamantinarx, governata da Sargatanas. All'improvviso un tuono scuote l'intero regno, quando Sargatanas dà inizio alla sua folle rivolta, marciando contro la città che un tempo gli fu amica. Spinto dalla nostalgia dei luoghi abitati prima della caduta e dall'amore per Lilith, ambigua e sfuggente creatura infernale, il demone vuole mettere fine all'oppressione di Belzebù e vincere un impossibile scontro tra titani. Il suo sogno è sovvertire l'ordine costituito e risorgere dal nero baratro dell'Inferno. Per riuscirci dovrà affrontare una guerra spietata, una guerra in cui tutte le alleanze saranno possibili, compresa quella con le anime eternamente dannate.

Commento: Una visione dell'Inferno geniale, descrizioni tanto vive che pare di viverle, trama estremamente potente. Viste le particolari innovazioni introdotte dall'autore (come la trasformazione delle anime dannate in mattoni per la costruzioni delle città infernali) e la trama epica, non mi sorprenderebbe un videogame di tipo Strategico/GDR.
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Messaggioda Reydal » gio ago 07, 2008 3:16 pm

Titolo: Le Cronache di Dragonlance
Autore: Margaret Weis & Tracy Hickman
Edizioni: Armenia, 2004
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Trama: Sul continente di Krynn, dopo cinque anni di viaggio, Tanis Mezzelfo, i gemelli Caramon e Raistlin Majere, Tasslehoff Burrfoot, Sturm Brightblade e Flint Fireforge si rincontrano per la prima volta. Durante la cena fanno conoscenza con Goldmoon e Riverwind, barbari delle pianure con uno strano bastone dai poteri taumaturgici, che scatenerà il loro peregrinare da un'avventura ad un'altra. Esso infatti è ricercato dagli eserciti di Krynn, a causa dei suoi poteri, e dal suo destino. Da qui sarà deciso il futuro del continente, a causa della malvagità della dea Takhisis, la Regina delle Tenebre, che radunerà un gigantesco esercito di spaventosi draconiani insieme alla bruta potenza dei draghi malvagi.
Goldmoon però avrà una grande responsabilità: riportare la fede negli dei fra gli uomini.
Liberati da un'imboscata dagli elfi incontreranno Laurana, giovane avvenente elfa, amante di Tanis, la quale si unirà al gruppo.
Dopo vari avvenimenti, riescono ad uccidere grazie ad una rivolta Lord Verminaard, un signore dei draghi, e saranno ospitati dai nani.
Gli umani però agognano la libertà perduta. I compagni si dirigono dunque a Tarsis per cercare aiuto, ma un attacco sferrato dai draghi rossi alla cittadina divide il gruppo in due: Tasslehoff, Laurana, Flint e Sturm decidono di dirigersi alla Muraglia di Ghiaccio per recuperare uno dei preziosissimi globi dei draghi, mentre Tanis, i gemelli, Goldmoon e Riverwind vanno a Silvanesti con Alhana Starbreeze.
Alla loro riunione sopraggiunge la battaglia decisiva, davanti alla torre di Palanthas, dove l'elfa Laurana comandando i Cavalieri di Solamnia, affronta una gloriosa, ma terribile vittoria, grazie anche alle nuove forgiate Lance dei Draghi.
Infine, con il suo rapimento, il gruppo si ritroverà a giocare con le sorti del mondo a Neraka, dove tutti gli eserciti malvagi si sono riuniti, assieme ai più potenti Signori dei Draghi.

Commento: Una trama eccitante, fatta di colpi di scena e intrecci, con personaggi caratterizzati fino allo spasimo, dall'onorevole Sturm Brightblade al kender spensierato e senza alcuna concezione di proprietà Tasslehoff Burrfoot. Una storia mozzafiato da cui non si riesce a staccare gli occhi.
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Messaggioda Veteran » ven set 26, 2008 10:31 pm


Titolo: La saga di Elric
Autore: Michael Moorcock
Edizione: Fanucci Editore

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Descrizione: Elric di Melniboné è il protagonista di una serie di romanzi fantasy scritti da Michael Moorcock tra gli anni Settanta e Novanta. Albino, fragile, disilluso, Elric è l'imperatore dell'antichissimo impero di Melnibonè, che ha governato (sotto il nome comune di "Impero Fulgido") tutto il mondo per 10.000 anni. Nel momento dell'inizio della saga però da 500 anni sono sorti i "Regni Giovani" che hanno limitato l'impero alla sola sua patria: l'isola del Drago. La degenerazione dei melniboneani (da sempre cinici e crudeli ma nei secoli divenuti sempre più indolenti) minaccia di causare un'invasione dei popoli giovani e barbari, tuttavia ancora spaventati dalla leggendaria crudeltà dei melniboneani, dalla potenza della loro flotta e dal fatto che gli abitanti dell'impero sono gli unici a poter utilizzare in battaglia i draghi. Inoltre gli abitanti di Melnibonè sono devoti ai signori del Caos, lo stesso patrono di Elric è Arioch, noto come il duca di spade o il duca delle sette tenebre.

Elric, imperatore dell'isola, per mantenere il suo potere si avvale di pozioni magiche che gli danno la forza fisica che non ha ma si distingue ancora di più dal resto del suo popolo per la capacità di provare sentimenti quali rimorso e carità.

L'intero scenario del mondo di Elric è dominato dallo scontro cosmico ed eterno fra le forze del Caos (conosciute anche i Sovrani Scuri e legati alla magia, al cambiamento ed alla soggettività) e le forze della Legge (i Sovrani Bianchi e legati alla logica, alla stasi ed all'oggettività), la cui lotta non potrà mai finire (come una creatura del Caos rivelerà allo stesso Elric in Il fato del lupo bianco : «Noi viviamo per alimentare la lotta cosmica, non per vincere»). Le regole di questo conflitto sono scritte dall'Editto dell'Equilibro Cosmico sulla cui natura il protagonista si interrogherà sempre. Neutrali in questa guerra sono gli spiriti dei signori degli animali e gli elementali della natura, i cui capi sono noti come i Sovrani Grigi.

A sua insaputa Elric è il Campione Eterno, il prescelto per scatenare il conflitto finale fra Legge e Caos sul suo mondo, conflitto che deciderà le sorti del mondo successivo: più "legale" o più "caotico" a seconda di quelle delle due forze fosse risultato vincitrice nello scontro precedente.

Arma eterna del Campione Eterno è Stormbringer (Tempestosa), la spada nera capace di risucchiare le anime di coloro che uccide. Essa tuttavia è una spada senziente legata al Caos, che anela uccidere, e lo trascinerà, quasi suo malgrado, a trafiggere proprio la donna che ama, ed a tradire il suo Paese ed il suo popolo.

Commento: purtroppo l'edizione Fanucci è assai difficile da reperire, ma questa saga è una pietra miliare del fantasy decisamente imperdibile, che ha poggiato le fondamenta di D&D tanto quanto il Signore degli Anelli (unico heroic/high fantasy in grado di superare Elric in qualità, imho). Sebbene sia un fantasy nato decenni fa non segue i classici stereotipi di elfi e fatine ma ricrea un mondo immaginario oscuro e terribile, ricco di sfaccettature e particolari appassionanti. Il protagonista poi ha un carisma inarrivabile, grazie al suo essere un "ammasso di contrasti" (è l'imperatore di un popolo meschino e egoista per natura ma si fa scrupoli morali e prova pietà, è fisicamente debolissimo dalla nascita ma diventa un guerriero imbattibile, ottiene potere dal caos e dallo spargimento di sangue sebbene cerchi di raggiungere una pace e un ordine utopici, ecc...). La sua spada magica poi ha ispirato una gran quantità di poesie, racconti, canzoni rock e metal e svariati pittori.
Insomma, questa saga è un must che ogni clone non può esimersi dal leggere tutto d'un fiato.

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Titolo: Elric -Nascita di un negromante
Autore: Michael Moorcock & Walter Simonson (disegnatore)
Edizione: Planeta DeAgostini (2008), 208 pagine (illustrate)

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Descrizione: In questo prequel a fumetti l'autore della saga di Elric di Melnibonè e il disegnatore di Thor ci mostrano come l'albino dagli occhi di fiamma sia arrivato a sedersi sul trono di rubino, superando quattro terribili prove ("sognocerche") e evitando i pericoli creati dal suo eterno nemico Yrkoon. Elric farà inoltre i primi incontri col suo signore Arioch e stringerà patti di amicizia con i quattro signori degli elementi, ed impugnerà per le prime volte la sua leggendaria spada nera.

Commento: disegni di grande qualità e una trama che appassionerà certamente i fan della saga! Sinceramente l'unica cosa che mi ha sconcertato è stato ritrovarmi Yrkoon pelato, ma per il resto mi ha fatto tornare la fame di comics marvel.
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Messaggioda Redrum » mar set 30, 2008 11:16 am

Titolo: La via del Wyrd
Autore: Brian Bates
Edizioni: Rizzoli, 1997

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Trama: Inviato in missione nelle foreste dell'Inghilterra pagana dell'Alto Medioevo, Wat Brand, un giovane scriba cristiano, scopre traumaticamente l'inadeguatezza della sua visione del Mondo. Guidato da Wulf, un uomo dalla carismatica fede mistica, viene introdotto alla conoscenza del Wyrd, il principio e la potenza che determina il destino di ogni uomo, ma anche una filosofia che vede nel mondo un unico organismo vivente dove non ha più senso distinguere tra fenomeni spirituali e materiali, e dove ogni essere è in continua e diretta relazione con tutti gli altri.

Commento: Come c'è scritto sulla copertina, questo libro è un viaggio affascinante alla scoperta degli antichi segreti della spiritualità celtica. Il viaggio, inteso sia come lo spostamento fisico di Wat dalla Mercia all'Inghilterra, sia come viaggio di conoscenza ed apprendimento, è il tema fondante del romanzo. In esso emergono tutte le concezioni su cui il messaggio del libro si basa, una riscoperta del proprio sapere interiore, della propria spiritualità (a prescindere dalla religione professata), del proprio passato. Un sapore mistico avvolge l'atmosfera della terra anglosassone su cui il protagonista si muove, aiutato dallo stregone Wulf, capace di fargli capire le tradizioni e i miti della sua terra, ma anche di iniziarlo ai misteri soprannaturali, quali l'uso delle rune e delle erbe, fino a poter sfruttare al meglio le fibre del Wyrd, principio unificatore di tutto il mondo, e ponte di collegamento con gli altri mondi, come quello sotterraneo o addirittura quello degli spiriti. Il Wyrd viene appunto presentato come una forza spirituale che collega tutto e tutti, indifferentemente dalle credenze, dall'intelligenza o addirittura dalla consapevolezza della sua presenza: è per questo motivo che il libro è un invito per chiunque lo legga a riscoprire una propria spiritualità e una propria collocazione nel mondo, al di là delle futili differenze che sembrano differenziarci da ciò che siamo in fondo: esseri della natura e del mondo.
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Messaggioda Iscandell » mar set 30, 2008 3:59 pm

Titolo: Pilastri della terra
Autore Ken Follett (1994)
Edizioni: Mondadori 1996

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Trama: La vicenda si svolge attorno alla costruzione di un'immensa cattedrale nell'Inghilterra medievale del dodicesimo secolo. Nell'arco dei quarant'anni necessari alla sua costruzione si svolgono le vicende che vedono protagonisti Tom il costruttore, sua moglie Agnes, la selvaggia Ellen, Aliena, Jack, William, il Priore Philips e tanti altri tutti perfettamente analizzati dal punto di vista introspettivo! Intreccio, azione e passioni sullo sfondo di un'era ricca di intrighi e tradimenti, pericoli e minacce, guerre civili, carestie, conflitti religiosi e lotte spietate per la successione al trono.

Commento: una trama eccellente, ricca di colpi di scena, con descrizioni dettagliate e una ricostruzione storica estremamente realistica! Il romanzo è una delle migliori opere di Follet, sicuramente vale la pena leggerlo!
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Messaggioda Iscandell » mar set 30, 2008 7:29 pm

Titolo: Il romanzo di Excalibur (titolo originale: Warlord Chronicles)
Autore Bernard Cornwell (1995, 1996, 1997)
Edizioni: Mondadori

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Trama: C'è ben poco da dire su una trama che conoscono tutti... si tratta delle vicende del famigerato Re Artù... solo che sono raccontato in modo diverso dalla storia tradizionale che conosciamo... vi anticipo solo una cosa, il protagonista non è Artù, ma un vecchio monaco cristiano che racconta la vicenda, e che all'epoca dei fatti era un pagano amico di Artù e campione del regno di Dumnonia!

Commento: Linguaggio accessibile a chiunque e di facile approccio. Ideale per chi ama i miti anglosassoni Se apprezzate i libri fantasy (e credo proprio di si)e in particolar modo “Le nebbie di Avalon” di Marion Zimmer Bradley, questi cinque romanzi fanno al caso vostro. Inoltre potete gustarvi gli intrecci di amori e guerre e l'ottima ricostruzione delle battaglie. Il ciclo in realtà si compone di tre romanzi (The Winter King, Enemy of God, Excalibur) ma, per ragioni puramente commerciali, in Italia è stato suddiviso in cinque titoli, senza continuità di storia ma basandosi semplicemente su un'equa distribuzione del numero di pagine.


Scusate per le dimensioni delle immagini!
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Messaggioda Redrum » ven ott 31, 2008 2:43 pm

Titolo: Il ciclo di Conan il cimmero
Autore: Robert E. Howard, a cura di Lyon Sprague de Camp, Lin Carter e Byorn Nyberg

Con riferimento ai libri:
"La leggenda di Conan il cimmero" e "Il regno di Conan il grande", pubblicati dalla Editrice Nord nel 1989

Trama: Discendendo dalla gelida terra del nord chiamata Cimmeria, Conan, barbaro dallo spirito indomabile e dai possenti muscoli, vive mille avventure in giro per la terra di Hyboria, spingendosi ai limiti estremi del mondo, fino a diventare re di una delle più potenti nazioni hyboriane, Aquilonia.

Commenti>: Commento facendo riferimento ai due libri citati, ma va bene in generale per qualunque libro contenente racconti del ciclo di Conan. Nei due libri i racconti sono presentati in ordine cronologico, quindi vi è alternanza tra quelli del ciclo "ufficiale" (ovvero scritti personalmente da Howard) e "spuri" (ovvero scritti dai curatori a partire da frammenti, plot, abbozzi lasciati incompleti da Howard).
I racconti del ciclo ufficiale sono quanto di meglio si possa chiedere all'Avventura. Conan nei vari racconti fronteggia migliaia di nemici, tra cui orrendi ed indescrivibili orrori soprannaturali, tra rovine dimenticate, città maledette, giungle inesplorate, isole leggendarie, passando da ladro occasionale a pirata, corsaro, mercenario, avventuriero, capo di tribù montanare, generale di eserciti imperiali, e chi più ne ha più ne metta, fino all'ascesa al trono di Aquilonia. Il ciclo, per quanto composto da racconti separati l'uno dall'altro, mantiene una forte coerenza interna: sia a livello d'ambientazione (tanto che alcuni dei curatori dedussero la mappa di Hyboria dai riferimenti dei racconti e confrontandola con quella di Howard trovarono ben pochi errori) sia a livello di personaggi ricorrenti: infatti se la maggior parte dei personaggi che incrociano il sentiero del cimmero sono occasionali, molti altri ricorrono in più di un racconto, dando proprio l'idea di una continuità narrativa che a prima vista potrebbe non essere evidente vista la divisione in racconti. E così oltre al cimmero Conan, chiamato Amra il Leone tra i corsari della Fratellanza Rossa, avremmo a che fare con Trocero e Prospero, suoi più fidati luogotenenti durante il periodo da re, Belit, la temibile piratessa nera di cui Conan si innamora formando una temibile coppia che devasta le coste occidentali di Hyboria, ed anche Thoth-Amon, il più terribile e potente stregone di tutti i tempi, dai poteri straordinari. Proprio questa coerenza assicura al ciclo una solidità narrativa senza eguali per una serie di racconti, e considerando che lo stile con cui scrive Howard è sempre fluido e mai noioso, nemmeno nei momenti più statici, si può ben dire che lo scrittore sappia il fatto suo in quanto a capacità narrativa. L'ambientazione del mondo di Conan è tra l'altro molto intrigante: la magia è veramente poca, così come le creature soprannaturali, e sono avvolti in un'aura di mistero e pericolo al punto che risultano delle minacce sconosciute, incontrastabili dagli uomini normali, come del resto dovrebbe essere. Solo la forza dei muscoli e l'astuzia di Conan gli permetteranno di sopravvivere ad un numero veramente impressionante di pericoli mortali. In generale comunque ritengo i racconti in cui Conan non è ancora re superiori a quelli in cui ha già acquisito il trono di Aquilonia.
Per quanto riguarda i racconti "spuri" a mio avviso occorrerebbe fare un'ulteriore distinzione. Ho notato una forte discrepanza tra i racconti "spuri" collocati cronologicamente prima dell'ultimo racconto ufficiale, ovvero "L'ora del dragone", e quelli successivi a quest'ultimo. Se i primi sono più o meno allo stesso livello di quelli ufficiali, se non per qualche sbavatura stilistica, gli altri hanno delle forte incoerenze narrative, sia con l'evoluzione psicologica del personaggio Conan, sia a livello d'ambientazione, in particolar modo l'influenza della magia, di oggetti magici e di creature soprannaturali.
Nonostante ciò, il ciclo ufficiale, e la parte di racconti "spuri" collocabili entro i limiti de "L'ora del dragone" costituiscono un punto di riferimento per tutti gli appassionati del genere fantasy in generale, e un capolavoro dell'heroic fantasy, di cui Conan è proprio un'incarnazione fedelissima. Imperdibile insomma.
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