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[Backstage] Gocce di sangue blu

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[Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Luskark » mar ott 11, 2016 2:49 pm

Apro il topic per la discussione.
http://www.5clone.com/ispirazioni/backs ... sangue-blu

Altezzosi, prepotenti, vanesi e al comando nonostante non ne abbiano nessuna capacità e nessun diritto. Questa è l’immagine dei nobili che ci deriva da varie letture di libri e visioni di film, in cui l’aristocrazia è solo una terribile parodia di sé stessa assai dannosa per tutti coloro che le stanno attorno. Tuttavia spesso svalutiamo il portato di una cultura che si fonda sull’antiaristocraticismo e che considera la nobiltà solo per la fase finale di un tracciato storico europeo.

Cui si potrebbe aggiungere un assetto ulteriore. Quelle che abitualmente definiamo forme di governo democratiche sarebbero considerate aristocratiche da tutta la trattatistica politica antica. Infatti ciò che determina l’aristocrazia è che a governare siano i “migliori”, e il migliore viene scelto tramite un’elezione. In un luogo in cui a stabilire le caratteristiche del comando è la forza sarà eletto il più forte, in un contesto in cui viene privilegiata la capacità di ben vestirsi sarà scelto il più elegante, ove prevale la ricchezza sarà eletto il più ricco, se vale la povertà voteranno il più povero e in una situazione in cui è meglio l’uomo comune allora sarà avvantaggiato il più comune di tutti. La democrazia prevede invece una forma in cui tutti abbiano davvero le stesse possibilità, ossia il sorteggio. L’aristocrazia cui noi siamo abituati prevede che il più adatto sia colui che, grazie alla famiglia da cui proviene e grazie ad un’educazione ricevuta fin da bambino, possa essere migliore.


L'articolo ripercorre l'evoluzione dell'aristocrazia in Europa passando per alcuni punti topici. L'antichità greco-romana, il medioevo visto sia nei passaggi due-trecenteschi italiani sia nel suo finale, per poi arrivare alla sua conclusione nella società di corte francese dalla seconda metà del seicento alla Rivoluzione.

Posto com'è posto per fornire un excursus non si pretende di essere riusciti a rispondere ad ogni dubbio. Per qualsiasi approfondimento chiedete pure qui.
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Kalvalastir » mar ott 11, 2016 4:18 pm

E insomma, il nobile/stereotipo altezzoso, distante e supponente delle nostre avventure di D&D in realtà è tardo rinascimentale.

Cosa si potrebbe fare per renderlo più "medioevale" come feeling? Hai qualche esempio?
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Luskark » mar ott 11, 2016 7:09 pm

Kalvalastir ha scritto:E insomma, il nobile/stereotipo altezzoso, distante e supponente delle nostre avventure di D&D in realtà è tardo rinascimentale.

In realtà è un misto tra il tardo-medievale e il cortigiano francese sei-settecentesco.
Tutti e due stereotipati negativamente.

Dal primo ricava la fine imminente, il fatto che si creda sempre meno nel mix tra cavalleria e nobiltà, e la percezione che stia divenendo obsoleto.
Dal secondo giunge invece la completa inutilità, visto che è sparita ogni base di formazione guerresca utile a gestire le guerre: i nobili inglesi faranno tornei fino a tutto l'800, ma a quale scopo?
Non perchè nel medioevo non esistessero sfarzo ed ostentazione, ma perchè in epoche precedenti avevano una finalità politica assai più collettiva (partecipava tutta la popolazione) e quindi meno autoreferenziale (pagare per una festa gigantesca è diverso dall'organizzare un ballo tra pari ed esibire mobili il cui valore è chiaro a cerchie più ristrette), oltre che meno autodistruttiva (la corsa al lusso per il lusso).

Ma è il destino del fantasy, genere che raffigura un medioevo autunnale, in cui gli eroi sono o in via di estinzione (Tolkien) o già direttamente relegati al passato (Martin).

Cosa si potrebbe fare per renderlo più "medioevale" come feeling? Hai qualche esempio?

Le risposte sarebbero molteplici.

La prima che mi viene in mente sarebbe la possibilità di far sì che tutti nel gruppo siano nobili. Dopo tutto non sarebbe in nulla contrastante con l'epica antica e cavalleresca, ove tutti i personaggi con qualche livello sono chiaramente aristocratici. Se i PG e i PNG di un certo livello fossero tutti aristocratici sarebbero già meglio calati in un contesto in cui la famiglia in cui si nasce ed una preparazione pregressa di background divengono estremamente importanti. E potrebbe tranquillamente funzionare per maghi, guerrieri, paladini, chierici e monaci.

I problemi cominciano a giungere con classi come il ladro e il bardo, che incarnano un'essenza di avventura più adatta al girovago che al figlio di una buona corte. Ma dopo tutto alla base de Lo Hobbit (e poi di SdA) sta l'idea per cui il popolano hobbit della contea, acquisiti alcuni livelli da ladro, possa salvare la situazione quasi più dei grandi eroi umani, elfi e nani...
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Mad_Master » mar ott 11, 2016 7:44 pm

Avresti anche problemi coi guerrieri e i barbari: i primi possono venire da ambienti per nulla nobiliari, come arene o bande mercenarie, mentre i secondi sono incivilizzati per definizione...

Monaci, anime prescelte, sciamani degli spiriti, bardi, stregoni... Anche queste sono classi che possono arrivare da ogni livello sociale... Non hanno bisogno di un addestramento formale da parte di tutori pagati da famiglie benestanti... Perfino una classe ben inserita in un ambito militare come il maresciallo può in realtà essere un tipo qualsiasi che è partito dalla gavetta e ha scalato la gerarchia per talento piuttosto che rango...

Le classi che più possono provenire in gran parte, se non del tutto, da ambienti altolocati sono quasi soltanto maghi, knight, maghi combattenti, samurai e paladini, alcuni per definizione, altri per il costo mostruoso della loro istruzione...
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Luskark » mar ott 11, 2016 9:00 pm

Mad_Master ha scritto:Avresti anche problemi coi guerrieri e i barbari: i primi possono venire da ambienti per nulla nobiliari, come arene o bande mercenarie, mentre i secondi sono incivilizzati per definizione...

In realtà sia guerrieri che barbari sono a dir poco perfetti.

I guerrieri che spiccano nella trattatistica alla fine sono o non-primogeniti in situazioni di maggiorascato che devono trovarsi il loro spazio oppure sono figli bastardi (talvolta addirittura legittimi) di alti nobili che fanno i capitani di ventura. Molti tra i grandi capitani di compagnie mercenarie dell'Italia 2-300esca erano figli bastardi di nobili dell'uno o dell'altro posto che combattevano all'esterno campagne che spesso andavano a tornaconto dei padri. Se non erano nobili di nascita finivano sotto l'ala di un grande comandante (che lo era eccome) che li addestrò poi nell'arte del combattimento.
Se si legge la descrizione del guerriero 3.5 ricalca molto di più quella di un nobile addestrato fin da bambino nell'arte del combattimento piuttosto che quella di un uomo cresciuto sui campi di battaglia (che sarebbe invece un combattente, senza maestri che gli abbiano insegnato la maestria in combattimento o l'arma focalizzata).

I barbari hanno una nobiltà diversa, ma la hanno. Se non sono Bruti oltre la Barriera di solito in ogni contesto i barbari sono figli di lunghe tradizioni di capitribù, da cui hanno ereditato la possanza.

Monaci, anime prescelte, sciamani degli spiriti, bardi, stregoni...

I monaci sono cresciuti da un altro tipo di istituzione, quella ecclesiastica. Stavo per porli come eccezioni perchè cresciuti in contesti diversi, però i grandi abati e i grandi vescovi provenivano spesso da luoghi in cui avevano imparato le discipline e l'arte del comando. S. Tommaso d'Aquino era un nobile che proveniva da un territorio a metà tra Roma e Napoli, e che decise di diventare monaco contro il parere dei suoi genitori. Poi c'erano anche monaci particolarmente svegli che venivano messi a studiare non appena il loro talento si manifestava, però...

Per quanto riguarda anime prescelte e sciamani degli spiriti dovrei rileggermi la descrizione, ma anche qui gli sciamani potrebbero proseguire addestramenti familiari di generazione in generazione.

Gli stregoni sono una delle classi più aristocratiche del mondo. Non viene acquisita con lo studio come il mago, ma grazie ad un'eredità sanguigna di poteri che probabilmente arrivano da un lontano antenato drago. Poi bisogna svilupparli, ma più nobiliare di così?

I bardi e i ladri, come dissi, causano problemi a questa possibilità.

Anche queste sono classi che possono arrivare da ogni livello sociale... Non hanno bisogno di un addestramento formale da parte di tutori pagati da famiglie benestanti... Perfino una classe ben inserita in un ambito militare come il maresciallo può in realtà essere un tipo qualsiasi che è partito dalla gavetta e ha scalato la gerarchia per talento piuttosto che rango...

Quello che propongo è un possibile cambiamento, non dico che da regole sia così.

D&D non è filo-nobiliare come costruzione della potenza. Le stats sono tirate completamente a caso e se una persona vive abbastanza esperienze può arrivare al 20° livello indipendentemente dal background antistante.
È fatto apposta per far sì che il contadino possa da un giorno all'altro scoprirsi guerriero o mago dotatissimo. Poi magari si scoprirà che è figlio di Anakin Skywalker e che tutta la giustificazione della sua potenza si trova lì. Cerca tra i vari personaggi famosi orfani o persone apparentemente normali e vedrai che alla fine sono quasi tutti figli di qualcuno di importante senza saperlo: Eragon, La spada della verità, La Ruota del Tempo, Shannara, One Piece, Naruto, Bleach...

Tra l'altro il fatto che le persone scoprano di star diventando importanti perchè legati a qualcuno senza saperlo taglia le gambe molto più di ciò che io propongo: in nobiltà romana non serve esser figli naturali per esser nobili, basta essere stati adottati. Il contesto in cui si vive il proprio background influenza molto lo sviluppo della persona, che può chiaramente reagire o perchè incoraggiato o per ripicca nei suoi confronti.

Quindi, se si volesse (e capisco benissimo come mai potrebbe non piacere, è contrario alla visione della nostra società, salvo poi correr dietro ai principi orfani cresciuti tra i campi), non vi sarebbe alcuna difficoltà nel legare ogni carriera di PG ad un ambiente nobiliare e/o alla frequentazione di un grande maestro. Alcune classi prediligerebbero la prima ed altre sarebbero più legate alla seconda.

In tutta l'epica, sia essa cavalleresca o antica, viene dato completamente per scontato. I grandi guerrieri dell'Iliade sono tutti figli di qualcuno di importante (e discendenti in qualche grado di divinità vere e proprie), ma lo sono anche i guerrieri del ciclo arturiano o i protagonisti delle epopee di ambientazione carolingia.
Lancillotto non cresce a corte, ma era figlio di re ed è stato allevato da una fata...

Poi il contesto sociale era assai più mutevole di come questa proposta finirebbe per rendere il gioco. Infatti non servirebbe a renderlo più realistico (vari vescovi e comandanti si son formati in altro modo), ma proverebbe a far cambiare idea su cosa significhi avere a che fare coi nobili in una campagna. Una sorta di sfida che lancio ai DM e ai giocatori ;)
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Kalvalastir » mar ott 11, 2016 10:25 pm

Luskark ha scritto:
Cosa si potrebbe fare per renderlo più "medioevale" come feeling? Hai qualche esempio?

Le risposte sarebbero molteplici.

La prima che mi viene in mente sarebbe la possibilità di far sì che tutti nel gruppo siano nobili. Dopo tutto non sarebbe in nulla contrastante con l'epica antica e cavalleresca, ove tutti i personaggi con qualche livello sono chiaramente aristocratici.


Quest'idea mi piace un sacco!

E' effettivamente una cosa che succede spesso nell'ambientazione di Eberron, dove i PG sono più spesso che no membri di casate importanti, ciascuna con la sua agenda ed i suoi interessi, a volte coincidenti e a volte contrastanti.

Ma anche in un ambientazione più classica ci starebbe benone.
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Mad_Master » mar ott 11, 2016 10:39 pm

Il mio punto era proprio che, per come è concepito il sistema di classi di D&D, sono pochissime le classi per cui puoi dare per certo che serva venire da un ambiente altolocato, borghesia ricca o nobiltà, per diventarne un membro...

Lo stregone in D&D non è nobile, solo in parte mostro o alieno... Può essere trattato come un nobile, ma solo dopo la manifestazione del suo potere e senza che questo sia una conseguenza di una sua appartenenza a qualche classe sociale specifica... E' un po' quello che capitava a tantissimi validi guerrieri, condottieri e artisti una volta che il loro valore emergeva: i regnanti facevano a gara per assicurarsi i loro servigi, spesso elargendo titoli vari e stipendi a vita...
Ma può accadere anche il contrario e lo stregone può essere visto come un'aberrazione o il frutto di un maleficio e cacciato o perseguitato per ciò che è, magari assieme alla sua famiglia... E chissà quanti guerrieri e barbari nati villani sono rimasti nell'ombra, tra le moltitudini di milizie e orde senza nome, usati per l'occasionale missione da veterani di basso rango...

Tendo a far notare, comunque, che quando si parla di epica o racconti eroici, quelli che tendono ad essere figli di qualcuno o eredi designati di qualcosa sono sempre e solo gli eroi... La gente che li aiuta, la massa di guerrieri nelle battaglie, spesso non è nobile, ma è altrettanto valorosa (nelle già citate opere omeriche, si notano ad esempio i fortissimi mirmidoni, sudditi di Achille, o i compagni di Ulisse, suoi sudditi da Itaca, non per forza figli di un dio o nati re, ma comunque significativi)...
Ma anche senza andare nell'epica, ci sono esempi di guerrieri valorosi e non nobili un po' ovunque: un caso per tutti, le Termopili, ove è vero che i 300 spartani erano tutti aristocratici, compreso uno dei loro due re, ma con loro nella battaglia finale c'erano anche 700 opliti della città di Tespi, cittadini comuni dimostratisi anche loro altrettanto validi e valorosi...

Comunque, quello che tu proponi in D&D è già stato tentato in passato, anche se in una forma un po' particolare: l'ambientazione Birthright, in cui tutti i PG erano non solo nobili, ma anche regnanti su qualche tipo di possedimento o feudo...
In Pathfinder ci sono anche le regole per gestire feudi e l'AP Kingmaker, che fanno più o meno la stessa cosa, mettendo nelle mani dei PG il futuro di un possedimento o regno...
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Luskark » mer ott 12, 2016 10:05 am

Kalvalastir ha scritto:
Luskark ha scritto:
Cosa si potrebbe fare per renderlo più "medioevale" come feeling? Hai qualche esempio?

Le risposte sarebbero molteplici.

La prima che mi viene in mente sarebbe la possibilità di far sì che tutti nel gruppo siano nobili. Dopo tutto non sarebbe in nulla contrastante con l'epica antica e cavalleresca, ove tutti i personaggi con qualche livello sono chiaramente aristocratici.


Quest'idea mi piace un sacco!

E' effettivamente una cosa che succede spesso nell'ambientazione di Eberron, dove i PG sono più spesso che no membri di casate importanti, ciascuna con la sua agenda ed i suoi interessi, a volte coincidenti e a volte contrastanti.

Ma anche in un ambientazione più classica ci starebbe benone.

Secondo me se i PG partono non-nobili non appena arriveranno a conferire con questi si ritroveranno, per ragioni di storia, ad essere più competenti e più potenti di loro (perchè D&D è un gioco eroico) e, visto che i nobili rischiano di rappresentare un circolo abbastanza chiuso, finiranno per entrare in rotta di collisione con loro.

Farli partire nobili risolve il problema, visto che così questo scontro non finirà per porsi come necessario...

Mad_Master ha scritto:Il mio punto era proprio che, per come è concepito il sistema di classi di D&D, sono pochissime le classi per cui puoi dare per certo che serva venire da un ambiente altolocato, borghesia ricca o nobiltà, per diventarne un membro...

In realtà secondo me con un po' di aggiustamenti quasi tutte possono diventarlo.
Chiaramente in D&D, alla base, esiste un sistema iper-empiristico in cui conta solo ciò che apprendi durante la campagna. Mowgli è un bambino cresciuto tra i lupi e nella giungla, ma ad un paladino di terzo livello basta una manciata di punti esperienza per salire di livello e superare Mowgli in sopravvivenza.

Basterebbe rendere il background nobiliare obbligatorio per avere classi che non siano da PNG e lo scontro sociale si azzererebbe, trasformando una contrapposizione obbligata (storicamente valida ma assai legata ad alcuni periodi specifici) in una verità letteraria (che ha funzionato per l'epica tutta senza causar problemi a nessuno).
Dico che è legata a periodi specifici perché valida solo per contesti di età moderna: in un periodo antecedente chiunque si fosse distinto con imprese si sarebbe trovato un titolo nobiliare e non si sarebbe visto rinfacciare le sue origini plebee da ogni aristocratico che gli passava davanti, visto che le imprese non sconvolgevano il sistema, ma venivano riassorbite con la nobilitazione di colui che si aggiungeva alla cerchia dei migliori: poi si sarebbe trovata a ciascuno un'origine mitica che giustificasse a posteriori le imprese compiute (siamo tutti figli di Darth Vader).

Lo stregone in D&D non è nobile, solo in parte mostro o alieno... Può essere trattato come un nobile, ma solo dopo la manifestazione del suo potere e senza che questo sia una conseguenza di una sua appartenenza a qualche classe sociale specifica... E' un po' quello che capitava a tantissimi validi guerrieri, condottieri e artisti una volta che il loro valore emergeva: i regnanti facevano a gara per assicurarsi i loro servigi, spesso elargendo titoli vari e stipendi a vita...
Ma può accadere anche il contrario e lo stregone può essere visto come un'aberrazione o il frutto di un maleficio e cacciato o perseguitato per ciò che è, magari assieme alla sua famiglia... E chissà quanti guerrieri e barbari nati villani sono rimasti nell'ombra, tra le moltitudini di milizie e orde senza nome, usati per l'occasionale missione da veterani di basso rango...

Non dico che sia per forza nobile, dipende da come si gestiscono le ambientazioni.
È una delle classi più facilmente nobilitabili. Basta prendere la magia arcana come un segno di discendenza draconica e immediatamente puoi inserire lo stregone in sistemi aristocratici. Come scrissi nell'articolo ciascuno cerca una discendenza da qualcosa o qualcuno di superiore, con la differenza per cui in D&D il soprannaturale può rendersi assai più presente. Il fatto stesso che un bambino cominci a mostrare incantesimi innati dimostrerebbe il fatto che sia figlio illegittimo di qualcuno, gli incantesimi potrebbero far addirittura capire chi sia il padre, e se è particolarmente dotato potrebbe essere adottato da qualcun altro.

Tendo a far notare, comunque, che quando si parla di epica o racconti eroici, quelli che tendono ad essere figli di qualcuno o eredi designati di qualcosa sono sempre e solo gli eroi... La gente che li aiuta, la massa di guerrieri nelle battaglie, spesso non è nobile, ma è altrettanto valorosa (nelle già citate opere omeriche, si notano ad esempio i fortissimi mirmidoni, sudditi di Achille, o i compagni di Ulisse, suoi sudditi da Itaca, non per forza figli di un dio o nati re, ma comunque significativi)...

Ma giocando la guerra di Troia i PG giocherebbero persone come Achille, Odisseo, Diomede, Ettore, magari anche ridotti, ma non interpreterebbero una compagnia di combattenti secondari, perchè se uno di loro giocasse l'eroe tutti gli altri sarebbero molto più deboli (gli eroi dell'Iliade spazzano via i nemici più deboli a ritmi di decine e centinaia al colpo). Tra l'altro i Mirmidoni erano tali o perché discendenti di Mirmidone figlio di Zeus, e quindi nobilitati anch'essi, o perché ex-formiche trasformate in guerrieri da Zeus stesso dopo una preghiera, e quindi creature soprannaturali.

L'Odissea non è un buon esempio di avventura di D&D: il protagonista è infinitamente superiore ad ogni compagno che gli viene affidato. Sia contro i mostri, sia contro i Proci, i suoi compagni sono combattenti o popolani, capaci di fornire supporto PNG, ma non di essere appieno personaggi con classe vera e propria.
Gli Argonauti sono invece un gruppo di D&D effettivo, con tanto di maga un po' sbilanciata (Medea) ad unirsi ad un certo punto.

Ma anche senza andare nell'epica, ci sono esempi di guerrieri valorosi e non nobili un po' ovunque: un caso per tutti, le Termopili, ove è vero che i 300 spartani erano tutti aristocratici, compreso uno dei loro due re, ma con loro nella battaglia finale c'erano anche 700 opliti della città di Tespi, cittadini comuni dimostratisi anche loro altrettanto validi e valorosi...

Ma i PG giocherebbero gli spartani o gli opliti della città di Tespi?
Come diceva Frank Miller gli spartani sono guerrieri come classe da PG, gli opliti di Tespi sembrano più popolani o combattenti. Poi Frank Miller non è in questo attendibile perchè la differenza tra gli spartanti e gli altri greci è che i greci normali vivevano la guerra come professione mentre gli spartani ne facevano la professione, l'hobby e la ragione di vita, però serviva a rendere l'idea.

Comunque, quello che tu proponi in D&D è già stato tentato in passato, anche se in una forma un po' particolare: l'ambientazione Birthright, in cui tutti i PG erano non solo nobili, ma anche regnanti su qualche tipo di possedimento o feudo...
In Pathfinder ci sono anche le regole per gestire feudi e l'AP Kingmaker, che fanno più o meno la stessa cosa, mettendo nelle mani dei PG il futuro di un possedimento o regno...

In realtà ciò che proponevo era assai diverso. Non serve che i PG abbiano possedimenti o che li ricerchino in campagna, basta che a giustificare ogni classe da PG ci sia un background nobiliare. Dopo di che può essere usato per gestire territori o meno, si può fare il capitano di ventura o il cavaliere in cerca di imprese per tutta la campagna e il possedimento potrebbe arrivare solo alla fine di tutto, quando, salvata una duchessa o acquisito un tesoro sufficiente, il PG deciderà di ritirarsi a vita privata e godersi i frutti delle sue avventure.
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda Nyxator » mer ott 12, 2016 1:15 pm

Parto con una doppia premessa:

Quando sento disquisire di fantasy e quest/vicende/intrighi di palazzo, a me vengono in mente pure le scene e i dialoghi, tutt'altro che sciocchi o banali, della saga di the Witcher.
E in quei romanzi lì, a tavola col baronetto o col nobile di turno, ci vedi un protagonista mischiarolo/magico definito "mutante", un bardo, un ladro -in veste di spia- e pure un'arciera/ranger.
Le maghe son ovunque e quasi sempre altolocate o influenti a livello politico, e no...al di là dei loro poteri, non hanno il b.g alla Mary Sue.
Di maghi ce ne sono almeno un paio, abbastanza agli estremi opposti sia a livello di potere magico che di status sociale.
Ma eviterei di fare spoiler (Lusk, poi la saga l'hai letta?)

In generale, mi sembra che 2/3 dei problemi incentrati su"questo sì e questo no" e su "D&D è così e cosà perchè X", scaturiscano più da giudizi soggettivi, e/o dalle esperienze con D&D e Path, e/o dalla frequente voglia di mettersi/vedere paletti gestionali che spesso manco ci sono (a meno che nel caso specifico non sì miri al realismo storico...e lì puoi buttare via il 90% del core book e preparare il pg a pulirsi le dita sulle tovaglie, usare il coltello se/quando c'è, e a soffiarsi il naso nella manica) e/o dal voler crearsi un'ambientazione vagamente realistica...che poi anche il cosidetto realismo lo detta l'ambientazione stessa.

Della serie: se si vuole giocare una campagna con lo stile X, si sviluppa gioca la campagna con lo stile X, possibilmente cercando di non tirarsi la zappa sul piede da soli dal principio.
Al peggio, ci sono le onorificenze, le varie professioni e le scappatoie di intreccio narrativo per arrivare dritti alle vicende di corte.
(a meno che il tuo pg non abbia scritto in fronte pg lv e classe, e abbia una freccia luminescente che lo indica a tutti i png in stile parodia di Visione del Vero :) )

Comunque, in una scena preferisco cose come caratterizzazione, dialoghi, introspezione, contrasti e i dettagli di scena.
Luskark ha scritto:Ma i PG giocherebbero gli spartani o gli opliti della città di Tespi?
Come diceva Frank Miller gli spartani sono guerrieri come classe da PG, gli opliti di Tespi sembrano più popolani o combattenti.

Considerate le campagne low level a progressione lenta, i livelli infimi ecc ecc, non vedo nulla di trascendentale. Again..se c'è la voglia di giocarli e creare avventure/quest ad hoc, il resto mi pare più un problem di tipo puramente teorico.
Luskark ha scritto:In realtà ciò che proponevo era assai diverso. Non serve che i PG abbiano possedimenti o che li ricerchino in campagna, basta che a giustificare ogni classe da PG ci sia un background nobiliare. Dopo di che può essere usato per gestire territori o meno, si può fare il capitano di ventura o il cavaliere in cerca di imprese per tutta la campagna e il possedimento potrebbe arrivare solo alla fine di tutto, quando, salvata una duchessa o acquisito un tesoro sufficiente, il PG deciderà di ritirarsi a vita privata e godersi i frutti delle sue avventure.

Ultimate Campaign tratta anche i b.g
(sezione principale)
http://paizo.com/pathfinderRPG/prd/ultimateCampaign/characterBackground.html
(una parte, in dettaglio)
http://paizo.com/pathfinderRPG/prd/ultimateCampaign/characterBackground/earlyLife.html
Ultima modifica di Nyxator il mer ott 12, 2016 2:43 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: [Backstage] Gocce di sangue blu

Messaggioda thondar » mer ott 12, 2016 2:24 pm

Intanto grazie per lo splendido articolo.
Subito una cosa:
Fin dal tempo dei greci la nobiltà troverà conferma in un’origine divina.

ma ci credevano veramente? o era uno 'spot' per convincere gli altri?
Capisco chi nasce nobile fin da bambino e viene educato in un certo modo ma chi lo diventa per le proprie imprese e magari si sceglie la discendenza...

Quanto al giocare dei PG nobili l'unico problema che vedrei potrebbe essere il supporto della famiglia (diretto, in forma di soldi, equipaggiamento e indiretto, in forma di benefici legati al nome) ma basta dire che la famiglia lo ha ripudiato (almeno finché non giunge agli alti livelli) o che è caduta in disgrazia o che lui si trova lontano da casa.
Per certi versi funziona anche meglio, infatti se un Pg 'normale' volesse costruirsi un castello o cose del genere c'è il problema dei soldi spesi e della ricchezza per livello mentre essendo nobile questi soldi potrebbe essere di famiglia e quindi non intaccare quelli predisposti per l'equipaggiamento da avventuriero.
Anche ladro e bardo potrebbero essere giustificato come figlio ribelle o libertino.

Mad_Master ha scritto:Avresti anche problemi coi guerrieri e i barbari: i primi possono venire da ambienti per nulla nobiliari, etc etc

si va bè, ma il punto non è trovare un motivo per cui potrebbe non essere nobile ma viceversa trovarne uno per cui potrebbe esserlo... il primo non esclude il secondo.
Se mi dite dove trovo la roba di cui parlate è più facile che risponda!

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