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La struttura dei Sistemi Internazionali

Solitamente, si considera l’ambientazione standard per un gioco di ruolo fantasy rispondente ai canoni del Medioevo. Questo puo’ essere vero per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico, e in parte anche l’atteggiamento delle masse; sicuramente, nella maggior parte delle ambientazioni in commercio (e di quelle “fatte in casa”), è medievale l’atmosfera che si vuole dare al contesto che viene creato.
Tuttavia, questa definizione tralascia completamente quello che è uno dei caratteri fondanti, se non addirittura quello fondamentale, del Medioevo stesso, l’elemento che lo modellò per l’insieme di tradizioni, culture e fatti storici che oggi conosciamo: l’assetto politico del Feudalesimo.

 

Nonostante la cesura “forte” che viene messa con la scoperta dell’America nel 1492, infatti, ciò che cambio il volto del mondo fu l’uscita dal sistema feudale che aveva caratterizzato l’Europa dalla caduta dell’Impero Romano fino al XIV secolo. Al di là dell’analisi del modo di produzione e della stratificazione sociale, il sistema feudale è considerato un sistema “Apolare”, in quanto privo di poli attrattivi del potere internazionale; l’Europa feudale era infatti divisa tra l’obbedienza a due macrostrutture sovrastatali, l’Impero e la Chiesa, e quella al “piccolo” (poiché sempre tale era, se relazionato alla struttura statale) feudatario.
L’erosione di questo sistema avvenne per vari motivi: senza trattarli, basti sapere che questa tendenza al continuo equilibrio tra globalismo e tribalismo venne erosa dall’alleanza tra il sovrano statale (che poi in futuro sarebbe diventato nazionale) e la borghesia (ovvero, né più né meno che gli abitanti dei borghi), che congiuntamente con il proprio potere politico ed economico riuscirono a imporre la dimensione statale.
Da notare che, quando si parla di sistema internazionale, non si intende la misura dello stato nazione, ma più genericamente l’interazione tra più “attori” statali che interagiscono tra di loro. Per portare esempi storici, la Cina imperiale costituiva con il blocco dell’Asia Orientale un blocco internazionale, così come l’Europa feudale. Quando questi sistemi sono arrivati a interagire fra di loro, si è creato un nuovo sistema internazionale, stavolta esteso fino a divenire globale.

 

Nelle ambientazioni fantasy, assistiamo invece molto più spesso alle contese tra singoli stati (spesso, addirittura stati nazionali nei casi più estremi) che si affiancano in giochi di alleanze e inimicizie. Diventa quindi molto più difficile riuscire a coordinare un’atmosfera medievaleggiante, con una serie di relazioni politiche completamente fuori dal quadro.
Uno strumento molto utile è quindi l’analisi della distribuzione del potere, non nelle singole amministrazioni ma a livello interstatale. In questo campo, se ne possono dare svariate definizioni, di volta in volta più “raffinate”.
L’accezione più basilare del potere è quella di Capacità, l’attitudine a influenzare gli altri attori internazionali sulla base delle proprie risorse, tanto tangibili quanto intangibili. Notare che, in un’ambientazione fantasy, le risorse militari (strategiche) possono completamente o quasi ignorare lo sviluppo tecnologico, ma sono costrette a tener conto dei progressi nello studio della magia, arcana o divina, che sostituisce in pieno l’artiglieria e buona parte dei servizi di intelligence.
Una nozione più complessa di potere è quella che lo vede come Relazione, tra l’attore internazionale che lo esercita, il “domain” (l’attore che subisce questo potere) e lo “scope” (il settore in cui questo potere viene esercitato); questi due sarebbero le varianti che tramuterebbero il “potere potenziale” in “potere attuale”.
La più evoluta accezione di potere è tuttavia quella di Soft Power, un potere non necessariamente esercitato con la forza ma tendenzialmente cooptativo, che agisce su basi principalmente culturali per adeguare il sistema internazionale alle quattro strutture dell’attore individuate da Susan Strange: la Conoscenza, la Finanza, la Sicurezza e la Produzione. Ovviamente, in un’ambientazione fantasy nella struttura della conoscenze rientrerebbe allo stesso tempo anche la sicurezza, in quanto si parlerebbe anche di arti arcane, e la finanza sarebbe azzerata o quasi in favore del commercio; tuttavia, le strutture non vanno intese come settori rigidamente separati, ma come indicatori di massima in costante fusione tra loro.

 

A seconda di come sono distribuite queste potenze, il sistema internazionale assume differenti strutture, che sono le chiavi di interpretazione più all’avanguardia per la sua lettura; gli stati possono assumere la dimensione della Superpotenza, in grado di avere un’indiscussa egemonia sugli altri stati, della Grande Potenza, in grado di esercitare su questi una pressione notevole, della Media Potenza, della Piccola Potenza, della Potenza Potenziale (queste ultime non hanno bisogno di particolari commenti), e, infine, della Potenza Regionale, un attore internazionale in grado di esercitare il ruolo di grande potenza o addirittura di superpotenza, ma esclusivamente nella propria regione di appartenenza.

 

La politica estera degli stati è in netta relazione alla distribuzione del potere tra le Potenze, e in particolare a come le superpotenze giostrano le proprie influenze nello scacchiere internazionale. Per potersi qualificare come superpotenze, gli stati devono rispondere a cinque differenti criteri: dei sufficienti dati oggettivi (ovvero la posizione fisica vantaggiosa sui confini e sulle acque), una buona geoeconomia (la capacità di sfruttare o comunque di aggiudicarsi sufficienti risorse), un fattore geostrategico (ovvero la capacità di gestire la propria e l’altrui sicurezza in termini militari), una demografia adeguata (le cosiddette risorse umane) e un’attitudine geoculturale (ovvero la capacità di sviluppare una visione del mondo in grado di influenzare gli altri stati).

 

Nel caso di un Sistema Unipolare, sia lo scope militare che quello economico sono amministrati dallo stato centrale, che detta quindi le regole su di un domani costituito dall’intero sistema internazionale. E’ questo stesso stato a dirimere qualsiasi controversia tra le unità subordinate, impedendo che queste riescano ad acquisire una certa indipendenza o autonomia e impedendo, in buona sostanza, il sorgere di qualche potenza revisionistica.
In un’ambientazione fantasy, questa situazione tende a essere piuttosto inusuale, perché si preferisce ricercare una pluralità di culture che possa portare allo scontro o comunque all’incontro; tuttavia, ne potrebbe essere un buon esempio Midnight, in cui c’è un solo sistema, quello dell’Oscurità, che è stato imposto praticamente a tutto il mondo conosciuto, e le uniche sacche di resistenza non hanno un sufficiente potere in nessuno dei criteri necessari per essere un ostacolo serio. Per certi versi, anche l’antica situazione di Melninbonè nei romanzi del Ciclo di Elric di Miachel Morcock, prima che l’impero perdesse la presa sulle nazioni giovani, è un buon esempio di unipolarismo.

 

In un Sistema Bipolare, si ha invece una situazione di aperta ostilità. Ognuno dei due blocchi (giacché le superpotenze in questione divideranno il mondo in due blocchi contrapposti di influenze che sfrutteranno come vere e proprie pedine su di una scacchiera) mirerà alla distruzione dell’avversario, disposto anche a combatterlo se i rischi si dimostreranno accettabili (e sia quindi scongiurata la MAD, acronimo per "Mutual Assured Destruction" ovvero Distruzione Reciproca Assicurata, non la Many Abilities Dependence cui i giochi di ruolo ci hanno più abituati); sostanzialmente, la principale attività delle superpotenze coinvolte in questa struttura è però il tentativo costante di attrarre nuovi membri nel proprio blocco, impedendo che l’avversario si rafforzi e cercando quindi quello che si definisce “vantaggio relativo”.
Anche in questo caso, gli esempi per il fantasy non sono dei migliori, anzi più che altro vi si puo’ fare riferimento solo nei casi più, a mio parere, scadenti, di bene e male banalmente contrapposti a livello politico.

 

Il Sistema Tripolare è invece sostanzialmente più stabile, giacché l’obiettivo di tutte le superpotenze è quello di non inimicarsi eccessivamente gli altri due poli, mantenendo relazioni non solo non ostili ma addirittura brillanti allo scopo di impedire un’alleanza che si ritorca contro di loro.
Per chi avesse letto i libri della serie del Trono di Spade di Martin, si puo’ osservare che a lungo andare si delinea un sistema tripolare nel sistema internazionale del Westeros: il Nord, i regni centrali riuniti sotto la corona e il Sud, fortemente indipendentista al punto da sfuggire quasi alle meccaniche del regno ufficiale, tre fazioni che cercano di evitare a ogni costo la guerra aperta ma che si barcamenano costantemente per mantenere una pace che eviti l’alleanza tra due delle fazioni.

 

Nel sistema Multipolare, le superpotenze iniziano a sfumare in “semplici” grandi potenze, e il loro obiettivo vitale diviene quello di impedire che altri stati riescano a costituire un’alleanza che porti all’egemonia; questo obiettivo viene perseguito tanto attraverso le armi quanto con la negoziazione, cercando di accrescere o quantomeno di non veder diminuire il proprio potere, tuttavia non si cerca mai di rompere il sistema distruggendone un attore importante, poiché questa rottura porterebbe una destabilizzazione che vedrebbe andare tutto l’impianto in pezzi.
Questo è il sistema più diffuso, probabilmente perché confuso con l’assenza di un potere centrale di tipo medievale, e l’esempio migliore che se ne possa fare è l’arlecchinesca mappa dei Forgotten Realms, con decine di stati con una forte caratterizzazione e con la discreta possibilità di dire la propria in caso di guerra aperta, ma che mantengono a volte forzose alleanze pur cercando di rosicchiare sempre più potere.

 

Infine, l’Apolarità, ovvero il sistema che per eccellenza apparterebbe al sistema internazionale tipico del medioevo di cui si è abbastanza parlato in apertura, in cui c’è una duplice tendenza in equilibrio tra il Globalismo (la visione del mondo come comunità in cui siano superati gli stati e le differenze culturali in nome di comuni valori) e il Tribalismo (che, per opposto, cerca il particolarismo di più comunità interne a un medesimo stato).
Paradossalmente, anche se questa è la tipica forma politica internazionale del medioevo, non mi viene in mente nessuna ambientazione fantasy (per lo meno, nessuna in cui io mi sia imbattuto, siano giochi di ruolo o romanzi o altro ancora) in cui questa situazione venga effettivamente affrontata, se non nella serie del Trono di Spade, quanto meno agli inizi, prima che la guerra ne sconvolga l'assetto strategico.

 

E’ importante sottolineare che, però, questa struttura non è mai rigida e fissa, e che anzi difficilmente tende a durare più di una manciata di secoli (niente, nel peso della storia), e che spesso un buon punto a favore di un’ambientazione puo’ essere proprio l’elemento di conflitto posto dal passaggio dall’una all’altra di queste forme. Anche in questo, il Trono di Spade di Martin è un ottimo esempio di come questa transizione sia un evento che ha un impatto a dir poco violento sull'intero sistema.

 

 

Stefano Buonocore

 

 

Commenti   

 
# taumas 2011-06-27 12:02
Esempi fantasy di struttura unipolare possono essere costituiti dall'Impero Galattico di Star Wars o dal Grande Regno del passato di Grayhawk,per restare nel pubblicato.
Esempi di struttura bipolare,bhe ci sarebbero l'Alleanza e l'Orda di Warcraft.
Per il resto,complimen ti,è una bella analisi.
 

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