Celestia cristiana, celestia musulmana

Udite udite, gentili signori e signore, la notizia che a inizi 900 fece saltare sulle cattedre i professori di letteratura italiana. Il divino commediografo altro non è che un volgare scopiazzone, il viaggio inferno-paradiso tutto incluso già l'ha fatto un tal Maometto qualche secolo prima e se nella Firenze del '300 ci fosse stato il copyright il caro Dante avrebbe rischiato accuse di plagio!

Ma a noi DM dei diritti d'autore del poemone interessa abbastanza poco. Ben altri sono i vantaggi che ricaviamo da questa notizia.

Un aldilà musulmano dai nove gironi (meno forse due) e dai sette cieli (più uno), facilmente compatibile con quello cristiano e quello DnDesco, col supplemento di nuove pene per i dannati e nuovi esterni da metterci dentro!

Quello dantesco sarà bello quanto volete ma ormai lo usano anche manga e videogiochi, tanto che all'ennesimo Caron dimonio i giocatori rischiano di far profondi sbadigli e a chiedersi come mai si sono messi gradi in conoscenze piani. Peggio ancora, i reduci di brutti voti in italiano potrebbero saltare al collo del DM dovendosi sorbire in sessione ciò che già malsopportano in classe...

Quindi... in carrozza! Comincia la visita guidata all'inferno e al paradiso visitati da Maometto nel "Libro della scala".

 

 

 

Per compier simil viaggio necessitiamo di un mezzo di trasporto non da poco e di una guida turistica di alto livello. Dante si accontentò del Sommo Poeta, per il profeta Maometto abbiam l'arcangelo Gabriele. Ha il volto più bianco del latte e i capelli più rossi del corallo, ampie sopracciglia, bocca bellissima, denti splendenti, vesti bianchissime, una veste bianchissima ornata di perle e pietre preziose. Due cinture d'oro (una ai fianchi e una sul petto), ciascuna “più grande di un gran palmo”. Aggiungo come appunto che Gabriele è l'angelo più importante della tradizione musulmana, come rivelatore della profezia a Maometto (anche se in una scena lo strangola con un drappo fino a che lui non dice una particolare frase)


Per arrivare fin su in cima si usa il Buraq: ha il corpo di un maschio d'anatra, ma grande più di un asino, volto umano, crini di perla, coda di rubino e occhi più chiari del sole, zoccoli da cammello.
Non appena Maometto si avvicina il Buraq chiede sdegnato chi sia costui per montarlo e solo alle parole di Gabriele si calma e si lascia cavalcare.

Questo è un aspetto che si rintraccia abbastanza spesso tra gli abitanti dei cieli nel Libro della Scala (angeli soprattutto). Chi è questo umano per rivolgermi la parola e per farmi domande? Se la persona poi è effettivamente importante subito cambiano atteggiamento. Per maggiori specificazioni sul rapporto angeli-umani riprenderò la tematica a fine articolo.

Il secondo aspetto da tener presente sugli angeli è che per un D&Dista essi sono chiari mostri epici a partire dalle sole dimensioni. Come vedrem tra poco essi son spesso Colossali ++++

 

 

 

Lungo la scala che porta dalla Terra ai Cieli si trova l'Angelo della morte.

Seduto su un trono, regge una tavola che si estende da oriente a occidente. Alla sua destra ci sono angeli splendenti come la luna, vestiti di verde e profumati, alla sua sinistra ci sono angeli neri e puzzolenti.

Suo scopo è prender l'anima nel momento in cui qualcuno muore per poi mandarla al paradiso, o all'inferno, a seconda di quel che prescrive la sua grande tavola.

Come fa? La raccoglie lui stesso a mano...

E se ne muoion contemporaneamente due molto lontani? Ha le braccia abbastanza lunghe da prenderli tutti e due assieme, anche fossero ai due capi del mondo.

E durante le battaglie? Quando ne muoion a decine? In tal caso chiama con la sua voce tutte le anime e tutte vengono da lui.

Se l'anima è buona manda il più bello degli angeli splendenti e profumati a sua disposizione per allietare il defunto durante tutto il percorso spiegandogli tutto ciò che avrà in paradiso per poi portarlo lì; se l'anima invece è cattiva manda il più brutto e fetente degli angeli a sua disposizione per prendere il defunto, spiegargli tutto l'orrore dell'inferno, portarlo fino alle porte del paradiso per fargli vedere che davanti a lui rimangon chiuse e poi gettarlo all'inferno, in modo che soffra ancor di più della sua colpa!

Nessuno è eterno tranne Dio, quindi l'angelo della morte morirà anche lui per ultimo dopo che saran morti tutti quanti gli altri (angeli inclusi)

In questo anti-cielo vivon anche altri angeli, uno più grande dell'altro, incluso il tesoriere dell'inferno, perennemente in lacrime per i peccati che gli uomini compiono. In mano regge una colonna così grande da poter abbatter cielo e terra in un colpo solo.

 

 

Segue una schematica descrizione dei vari cieli. Ogni cielo è fatto di uno specifico materiale, ha un “usciere” preposto ad aprire quando si bussa, e ne vengono descritti gli abitanti (prima gli angeli e poi i profeti risiedenti). Ogni cielo è spesso cinquecento anni di cammino.

Il primo cielo è fatto di ferro. L'usciere è un angelo alto e largo mille anni di cammino. Gli angeli del primo cielo hanno volti umani, corpi bovini e ali d'aquila, sono settantamila, ciascuno ha settantamila teste, ogni testa settantamila corni con settantamila nodi l'uno (tra un nodo e l'altro ci sono quarant'anni di cammino) e settantamila volti, ogni volto settantamila bocche, ogni bocca settantamila lingue, ogni lingua conosce settantamila lingue e loda Dio settantamila volte al giorno. I due profeti del primo cielo sono Gesù e Giovanni battista, con vesti splendenti e barbe bianchissime.

Il secondo cielo è fatto di rame. L'usciere è così grande che la sua testa sta nel settimo cielo e i suoi piedi nel profondo della terra. Gli angeli del secondo cielo sono come quelli del primo, solo grandi settantamila volte tanto! A splendere assai splendente in questo cielo è Giuseppe figlio di Giacobbe.

Il terzo cielo è fatto di argento. L'usciere è così grande che potrebbe tenere il mondo e tutto ciò ches contiene sul palmo di una sola mano. Gli angeli del terzo cielo sono di mirabile grandezza, hanno volti bovini e mani di splendore. Ci sono anche due vecchi dai veli di splendore, Enoc ed Elia.

Il quarto cielo è fatto d'oro. L'usciere tiene sul pollice destro tutte le acque dolci e su quello sinistro tutte quelle salate. Gli angeli del posto hanno volti d'aquila, settantamila ali con settantamila penne ciascuno (ogni penna è lunga settantamila cubiti, circa trentacinquemila metri). Con diadema di splendore qui siede Aronne.

Il quinto cielo è fatto di una sola perla. L'usciere è un angelo di fuoco con settantamila braccia, ogni braccio settantamila mani, ogni mano settantamila dita, ogni dito loda Dio settantamila volte al giorno. Gli angeli del quinto cielo hanno volti d'avvoltoio e ali di splendore. Con una verga (di splendore) in mano qui c'è Mosè.

Il sesto cielo è fatto di smeraldo. L'usciere è settantamila volte più grande degli angeli precedenti, così grande da poter ingoiare cielo e terra senza accorgersene. Anche gli altri angeli sono alti settantamila volte i precedenti, hanno volti equini, sono tutti armati, ciascuno ha settantamila cavalli, ogni cavallo settantamila selle (d'oro e d'argento con incastonati perle, smeraldi e rubini): l'armata celeste. Qui, cinto da una corona di luce, siede Abramo.

Il settimo cielo è fatto di rubino. Dell'usciere e degli angeli nessuno potrebbe dir nulla, tranne Colui che li creò e quindi si sorvola. In questo cielo vive Adamo (che nell'Islam non subì il trattamento agostiniano del “peccato originale” e che quindi rimane profeta di tutto rispetto).

L'ottavo cielo è fatto di topazio. L'usciere è un angelo di luce, dal chiarore settantamila volte superiore a quello del sole, con settantamila teste, settantamila volti, ogni volto settantamila occhi, ogni occhio settantamila pupille, ogni pupilla trema settantamila volte al giorno, atterrita dal timore di Dio. Gli angeli di questo cielo sono i cherubini, che sono in numero centoquarantamila volte superiore a tutti i precedenti messi assieme. Qui c'è il trono di Dio

 

 


Il Dio descritto nel Libro della Scala si separa dagli angeli con varissime cortine (spesso fatte di fumo), visto che altrimenti gli angeli stessi non potrebbero sopportarne lo splendore.

Il suo trono è fatto dei quattro elementi tradizionali ed è sorretto da quattro angeli, ciascuno dei quali ha quattro facce (per guardare dappertutto) e quattro figure: uomo (per gli umani), leone (per le bestie selvatiche), toro (per gli animali domestici) e aquila (per i volatili). Ciascuno ha moltissimi occhi e sei ali, due per volare, due per lodare Dio e due di fiamma per coprirsi i volti. Ogni gamba è lunga settantamila volte la distanza tra cielo e terra. Inutile dire che il trono è più grande di cielo e terra messi assieme

Assieme al trono ci sono una penna e una tavola, per distruggere e ricreare il mondo. La tavola è di perla con bordi di rubino e parte centrale di smeraldo, lunga mille anni di cammino. La penna è larga cinquecento anni di cammino e lunga altrettanto.

Tra i tanti angeli ce n'è anche uno per metà di neve e per metà di fuoco a simboleggiare la speranza di un'unione tra i cuori delle genti.

 

Curiosi parallelismi

 

Come avrete probabilmente capito i beati non vivono nei cieli, ma nei sette paradisi, su cui però non mi soffermerò molto. Basti sapere che il tesoriere si chiama Ridohan e che in esso ci sono delle regge (una per beato), ci sono le vergini eterne promesse ai beati, vestite di settantamila vesti che però portano come se fossero leggerissime (le famose urì, sulle cui interpretazioni varrebbe la pena scrivere un articolo intero) e le donne mirabili di immense dimensioni (le Halkoralen).

Vi sono anche vari alberi pronti a far apparire qualsiasi frutto ciascuno desideri... il più importante è il Thuba, albero della gioia e del piacere, così grande che a un cavallo servirebbero cento anni di galoppo senza freni per girarci attorno una sola volta. La sua base è di rubino, la terra in cui è piantato è fatta di muschio e di ambra più bianca della neve. I rami di smeraldo, i fiori d'oro, i frutti perle così grandi che uno solo può saziare cento uomini per un anno.

 

 

A questo punto, vedendo l'articolo giungere alla sua fine, vi starete chiedendo: "Ma Lusk, Celestia è quasi secondaria! Ci hai promesso inferi di fuoco e fiamme e ci hai riempito di angeli, epicosi ma sempre angeli. Questi appaiono un po' meno... tutto il resto che fine ha fatto?" Ci sarà! Perchè a breve inserirò la seconda parte (Inferno cristiano, Inferno musulmano) con i vari inferi, le creature che li abitano e le pene che vi si praticano. Aggiungerò anche informazioni su Iblis (Satana) e su altri due angeli caduti dalla vicenda particolarmente interessante...

 

La fonte è Il libro della scala di Maometto a cura di Carlo Saccone (Edizioni SE di Milano)

Per maggiori informazioni sull'angelologia coranica consiglio Carlo Saccone, Allah il dio del terzo testamento (Medusa), con molte informazioni in più sul ruolo dei vari angeli.

Se il discorso iniziale vi avesse scatenato desideri di vendetta personale contro Dante Alighieri consiglio Don Miguel Assin Palacios, L'escatologia musulmana nella Divina Commedia, il libro che scatenò il putiferio.

Se invece vi avessi risvegliato un po' di orgoglio nazionale date un'occhiata all'articolo "Le ricerche di Asìn Palacios su Dante" in Louis Massignon, Il soffio dell'Islam (Medusa) e agli articoli di Carlo Saccone "Alla ricerca del tempio ultimo" e "La Divina Commedia e una «commedia» musulmana" contenuti in Viaggi e visioni di re, sufi e profeti