Diario di un eroe


Diario di un eroe
Di Blackstorm

Vairil guardò la foresta in quella mattina autunnale. L’ombra di Izrador era arrivata anche lì, ai confini di Caraheen, con violenza inaudita. Ora si aggirava avvolto nel suo mantello, sentendo nelle ossa la morte provocata dai servitori del Dio Oscuro. Mentre la squadra setacciava la foresta alla ricerca di eventuali superstiti, il vecchio elfo si chinò su un corpo.

“Un Legato. Cercate il suo astirax, deve essere qui intorno.”

Continuò ad aggirarsi in quella radura che sapeva di morte. Si diresse verso il centro dell’esplosione, e allora lo vide. Un uomo talmente vicino al centro di quell’area così devastata da fare pensare che fosse stato lui a generarla. Vicino a lui a pochi passi, l’albero presso il quale aveva dormito, con ancora i resti bruciacchiati di un giaciglio. Vairil era un mago, e sapeva riconoscere un incantesimo quando lo vedeva: sapeva che quel libro vicino al giaciglio aveva un qualche incantesimo che lo aveva protetto da quell’esplosione mortale. Era aperto con le copertine verso l’alto, e del sangue ormai rappreso era caduto su uno degli angoli. Il vecchio mago si inginocchiò, recitò un semplice incantesimo, e constatò la presenza di magia, come si aspettava. Non poteva escludere che fosse stato lo stesso giovane, che d’altronde non era certo portato per studiare sui libri, a giudicare dalla sua corporatura. Un giovane, sui venticinque anni, forse, la testa quasi del tutto rasata, da meno di un mese probabilmente, rivelava una capigliatura bionda. Era alto quasi due metri, portava una corazza di pelle con molti tagli, e vicino al suo corpo una spada, sotto di lui una balestra. Il mantello quasi incenerito era molto lungo, quasi fino ai piedi, adatto a nascondere armatura e spada. No, non era di certo uno studioso di magia. Vairil riconobbe i tratti tipici degli uomini del nord. Esaminando il libro, capì subito che era il diario dell’uomo; lo mise nello zaino che aveva con sé, e rialzandosi sentì di colpo un ringhio sordo e dei rumori di battaglia in lontananza. Corse fino alla fonte dei rumori, pronto a offrire i suoi incantesimi per supportare la sua squadra, ma si accorse che non ce n’era bisogno: gli elfi avevano trovato e ucciso l’astirax. Si rivolse al capitano.

“Andiamo. Qui non abbiamo più nulla da fare. Al ritorno vi assegnerò un adepto per completare il rituale.”

Ormai era sera. Vairil si accomodò sulla sedia sulla quale era solito sedersi, sospirò e aprì il diario del giovane.

Anno 97, mese terzo:Ho imparato a scrivere. Il mio nome è Behemoth. Io non volevo che mi insegnavano a scrivere, ma ora che il mio villaggio è stato distrutto da Izrador, mi sento che devo fare qualcosa. Ho trovato un maestro che mi insegna a scrivere, e forse posso imparare a fare le magie.

Anno 97, mese quarto:Ho trovato un mantello adatto a me. So tirare bene di spada, ma non è sicuro andare in giro mostrando spade. E nemmeno farsi vedere che uno sa leggere. Infatti scrivo quando nessuno mi vede. Forse ho trovato qualcuno che mi può insegnare a fare magie.

Anno 97, mese sesto:Il mio maestro dice di scrivere spesso, quando gli ho detto che tengo un diario dove ci scrivo le cose che mi capitano, mi ha detto che ci devo scrivere almeno tutte le settimane, così che mi alleno a leggere e a scrivere. Però non vuole che io ci scriva chi è lui, perché, dice, che se i legati arrivano fino a lui lo possono uccidere, perché loro non vogliono che la gente sa usare la magia. Allora io non lo scrivo chi è lui, non dico nemmeno dove è. Però è un tipo che mi sta simpatico. Certo che ci ho messo un po’ a farmi prendere come apprendista, ma sono sicuro che imparo in fretta.

Vairil proseguì nella lettura, seguendo con interesse l’apprendimento del giovane. Si alzò solo per sgranchirsi le gambe e mettere altro olio nella lanterna. Quando la luna era alta in cielo, l’elfo sapeva che Behemoth era riuscito a imparare qualche incantesimo, e che il suo maestro gli aveva regalato una pergamena che avrebbe potuto usare per lanciare un incantesimo molto potente. Poi l’aveva mandato via, perché il giovane scalpitava. Lo stile, due anni dopo, era decisamente migliorato, il giovane padroneggiava la lingua molto bene.

Anno 99, mese quarto:Oggi compio 27 anni. Ho lasciato il mio maestro qualche mese fa, e ora sono pronto. Hanno sterminato il mio villaggio, hanno ridotto tutti i popoli sui quali si sono avventati in schiavitù. Ora tocca a me.

Anno 99, mese quarto:Oggi ho salvato un pazzo. Si chiama Jester. Giocava con i pugnali… in pubblico! Faceva uno spettacolo da giocoliere, li lanciava in aria e li riprendeva… Gridava “Corri corri, corri e non fermarti, fino alla luce del giorno, fino a che l’ombra è lontana, corri e non voltarti, hippy hippy yah!”. L’ho trascinato via a forza, e ci ho parlato un po’. Non è cattivo, solo che non ha la testa a posto. Però ci sa fare con i pugnali. Spero di non dovermene pentire.

Anno 99, mese sesto:Oggi Jester è diventato mio fratello di sangue. Ero finito in una specie di trappola, mentre cercavamo da mangiare. Jester sapeva che le sue due dita sarebbero state recise se mi avesse aiutato. Ora dorme, gli ho fasciato la ferita, e la febbre sembra scesa.

Anno 99 mese settimo:Addio Jester. Mi ha salvato di nuovo combattendo con onore. Poi una spada l’ha trapassato da parte a parte… E lui ha continuato a combattere. Mio padre mi raccontava queste storie, di gente che è morta ma non sa di esserlo. Non ci ho visto più. Li ho ammazzati tutti. Poi ho guardato Jester negli occhi. Anche lui mi aveva raccontato storie del genere. Sapeva bene di cosa si trattava. Io gli ho guardato il petto squarciato, lui ha seguito il mio sguardo, mi ha guardato e mi ha solo detto: “Fallo.” Ho calato la spada sul suo cranio, mentre lui mi diceva “Addio, amico mio.” Ho pianto per tre giorni dopo averlo bruciato. Pagherai anche questa, maledetto.

Gli appunti diventavano più frenetici, e qua e là macchie di sangue o altro impedivano la lettura. Behemoth era un combattente valoroso, era sopravvissuto a molte battaglie. Vairil seguì con commozione il suo viaggio alla ricerca di pace, viaggio che lo spinse a cercare gli elfi.

Anno 99, mese nono:Mi hanno detto che nella foresta for […] ace, gli elfi potrebbero proteggermi C […] spero di trovare finalmente riposo.

Anno 99, mese nono:Ormai ne sono certo, sono sulle mie tracce. Ne devo uccidere sempre di più. E quel Legato, lui è lo stesso che distrusse il mio villaggio. Mal […] ure, e brucerai fra le fiamme della dannazione!

Anno 99, mese nono:Sono vicino alla foresta. Manca poco, ancora un paio di settimane e ci sono.

Anno 99:Ho perso il conto dei giorni. Ormai vivo come un animale selvatico. Maledizione, sento rumori ovunque!

Anno 99:Sono nella foresta. Non sono sicuro che mi abbiano seguito, ma forse si. Ho ancora la pergamena. La for […] e se necessario, salterò in aria con tutti loro. Spero solo di essere in grado di lanciarla.

Mi sono svegliato. Sento dei rumori. Sono arrivati fin qui. Ora sapranno cosa vuol dire sfidare un uomo del nord. Gliela farò ved

La scritta si interrompeva con uno scarabocchio e gocce di sangue. Vairil chiuse il diario, lo ripose nella sua libreria, e si girò a guardare le stelle.

“Riposa in pace, Behemoth”, sussurrò al cielo.