Allora... forse (decisamente) è scritto un po' troppo tecnico, scusate, ma era tarda notte ed ero preso dal delirio
Comunque, l'applicazione non è immediata, lo ammetto, ma forse con qualche passaggio in più (e magari aggiungendo io qualche maggiore delucidazione, nell'articolo stesso o qui ora vedrò) una volta padroneggiato vi posso assicurare che aiuta a comprendere (e quindi ri-applicare) molti fenomeni che ci troviamo davanti tutti i giorni. Per rendervi meglio l'idea, finchè ho seguito il corso di Conflitti e Sincretismi Religiosi di cui quest'articolo è una sorta di summa, non capivo a cosa potesse mai servire a uno scienziato politico roba del genere. Al termine del corso, ho invece convertito queste nozioni in una "lente d'ingrandimento" di notevole efficacia... certo, questo breve articolo non puo' fare altrettanto (altrimenti più che dottore magistrale, starebbero per farmi rettore
), però contiene quanto necessario per individuare i meccanismi propri di una religione.
Esempio tipicamente banale per rendere l'idea di quanto dico: qui si spiega perchè un edificio di culto si rivolge architettonicamente verso il basso o verso l'alto; è vero, si puo' ragionare su un fine più utilitaristico e limitarsi a questa nozione, ma onestamente oltre che interessante trovo sia utile saperlo, perchè questo puo' aiutare a creare un culto che sia coerente, non solo corretto. Io, personalmente, ho trovato che utilizzare questi elementi abbia dato molto più spessore ai culti che ho creato come master... ad ogni modo, vedrò di aggiungere una seconda stesura che contestualizzi un po' meglio l'utilità che puo' avere una conoscenza del genere.
Venendo a qualche domanda più contingente (scusate se son parecchie, ma sono stato assente un paio di giorni da casa):
@StormingMarcus: certo, a prescindere da quello che si è evinto dall'articolo (colpa mia se mi sono tenuto troppo sul tecnico in certi passaggi se è risultato oscuro), qualsiasi applicazione di quello che vi è contenuto io posso esplicarla/adattarla poi in questi commenti.
@Burar: la tua osservazione è corretta solo in parte. Gli dei dei giochi di ruolo fantasy hanno sì una certezza oggettiva, ma non è per nulla diversa da quella del fedele, in parte contemporaneo ma in particolare da quello (più "superstizioso", ovvero che in quelle che per noi sono superstizioni vedeva delle realtà di fede che si compivano) che tecnicamente si chiama
homo religiosus, quello appartenente a culti più arcaici. Il fatto che un chierico ottenga potenza non è differente dalla possibilità che uno sciamano ha di purificare un indemoniato tramite i suoi riti; purtroppo acquisire una prospettiva relativistica per un approccio antropologico non è completamente possibile neanche per chi appartenga in pieno alla materia, figuriamoci se riesco a rendere la stessa idea io (che non sono altro che uno studente di Scienze Politiche che darà la tesi di specialistica in Antropologia delle Religioni). Quel che voglio dire è che tutti gli elementi che tu hai suggerito come peculiarità di una religione creata per il fantasy, visti dall'interno sono plausibili per ogni religione (considerando che alcune vedono anche l'incarnazione sulla terra delle divinità ...).
Sullo scontro tra religioni ci sarebbe da fare una trattazione a parte, anche perchè quello è un fenomeno quasi esclusivamente sociale in cui la componente psicologica è quasi azzerata... però si puo' espandere il discorso, in effetti. E riguardo le cinque differenti manifestazioni della potenza, quello è decisamente il culmine delle teorie sul Sacro, ovvero quello che, in sostanza, gli uomini religiosi chiedono e prendono da una religione (che sia suggestione o realtà , ai fini della religione non cambia nulla).
@smemolo: temevo il tuo commento, visto le peculiari posizioni che hai esternato. Premesso che l'utilità è soggettiva (conosco gente che al solo pensiero ha pensato di aver trovato la svolta nella costruzione di religioni fantasy, e gente che ha detto che si tratta di nozioni completamente inutili), mi sa che se hai tratto dalle definizioni di Sacro e Profano un contenuto prettamente cristiano non hai letto molto bene... in altri casi direi che mi sono espresso male io, ma il punto è che si tratta di oggettivi propri di qualsiasi religioni (tant'è vero che alcune teorie si adattano molto meglio alle religioni antiche piuttosto che alle tre grandi monoteistiche), e che proprio sulla base di questo viene costruito il discorso. Prova a rileggerlo senza soffermarti su come le parole ti suonano, e vedrai che tratta di tutt'altro di quello che hai detto.
@thondar: beh sì, applicare tutto o comunque tenere presente tutto quello che è stato pensato a riguardo sarebbe assolutamente irrealizzabile... più che altro, si possono cogliere molti spunti (poi appunto come hai detto tu, dipende dalla campagna e dallo stile di gioco; per molte persone, abbozzare i principi base di un credo è più che sufficiente, e meno importante del simbolo della divinità e della sua arma preferita).
@Luskark: esatto, alla fine bene o male il bacino di pensiero è questo (anche se poi il discorso spesso si espande anche a suggestioni molto più orientali); il punto più che altro, è che Spinoza affrontava la questione con piglio teologico, mentre quello che ho scritto ha un approccio dovuto alla creazione sociale (anche se, più che sociale, è antropologico, ma non voglio creare ulteriore confusione) della religione: cosa spinge a crearla e come questa si connota, in conseguenza dei rapporti che l'uomo ha con essa (sembra paradossale XD) [questo è più un commento tecnico visto che ti era piaciuto questo lato della discussione ^^ a me Eliade mi ha perseguitato per un intero esame]
@Taumas: opposizione molto simile a quella di Burar, nel contenuto di fondo se non nella forma. Tanto per cominciare, la diffusione dei miracoli non fa la differenza, poichè sempre dello stesso fenomeno si tratta anche se più sdoganato presso la gente comune; e, ad ogni modo, per molte religioni per lo più di tipo arcaico (ma anche per alcune sopravvissute oggi, eh) si tratta di gesti comuni del quotidiano; il fatto che la nostra visione sia differente tende ad interferire, ma ricordiamoci che le nostre nonne tingevano di nero con i tizzoni le imposte delle finestre a Santa Barbara (o non ricordo in quale particolare festività ) perchè altrimenti avrebbero attirato sulla casa la sventura. E il fatto che per noi sia solo una superstizione non la rendeva, ai loro occhi, una manifestazione meno reale e tangibile del potere divino (nell'accezione "pratica" che hai citato tu).