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[GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

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[GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda khaleb » dom ago 14, 2011 9:19 pm

Perdonate l'ambiguità del titolo, ma era un po' difficile farci stare qualcosa di più nei caratteri limitati; mi spiegherò meglio.
Vi è mai capitato che, per interpretare al meglio quel misto di carattere, allineamento, esperienza personali, obiettivi che solitamente riassumiamo come "personaggio", abbiate preso delle scelte di gioco che, dal vostro posto seduti attorno a un tavolo, risultavano oggettivamente negative?

Vi faccio un esempio.
Un po' di tempo fa, ho interpretato in un'ambientazione casalinga di un mio master (se avete presente Confrontation, il gioco di miniature, immaginatelo in una sorta di versione post-apocalittica), un "pistolero", uno sbandato rimesso sulla retta via convinto di poter fare la differenza nel mondo riequilibrando la bilancia a pendere verso la giustizia. Armato, ovviamente, di pistole, dato che l'ambientazione prevede le armi da fuoco. Costui se ne andava in giro insieme ad altri due figuri dall'aria losca ma dagli intenti più o meno nobili.
Ora, capitano in una palude; non sto a farvela lunga con dettagli inutili, ma sappiate che il master ha dato il meglio di sè e ci ha dato veramente l'impressione di uscire di testa, tra presunti cannibali, arpie che chiamavano il nostro nome promettendo di rivelarci segreti importanti o minacciando di urlare i nostri peccati, gente che spariva, veleni nel cibo e tante altre cose molto simpatiche. A un certo punto, un po' tutti noi abbiamo iniziato a interpretare la reazione che, in quel contesto, ci appariva più naturale: anzichè spianare le armi e abbattere qualsiasi cosa vedessimo, abbiamo iniziato a dare un po' i numeri, e, nel mio personale, ho iniziato a sparare all'impazzata dalla finestra di una catapecchia in cui eravamo nascosti, in direzione del bosco da cui provenivano voci allucinanti.
Morale della favola: in termini pratici, ho fatto un gesto avventato per non dire sciocco, richiamando l'attenzione e sprecando pallottole utili. Ma, andando più a fondo, tanto io quanto il master (e gli altri giocatori, perchè anche loro hanno seguito la stessa linea interpretativa) siamo rimasti particolarmente soddisfatti della nostra performance.

Ovviamente, questo concetto presuppone uno stile di gioco puntato sull'interpretazione. L'avventura EUMATE, o il gusto puro e semplice per l'hack&slash/stile prettamente videogiochistico (che sono stili di gioco che rigetto ma che, aimhè, riconosco a malincuore come legittimati a esistere), ovviamente non concepiscono proprio una cosa del genere. Mi si potrebbe ribattere che D&D è pensato per eroi all'avventura; vero, ma questo non significa non dare un ruolo di primo piano all'interpretazione del personaggio nelle piccole sfaccettature del suo carattere: non ho proposto una variante dello stile di gioco, semplicemente l'aver affrontato in maniera atipica un evento per porre in primo piano il carattere, piuttosto che la scheda, del personaggio. E vi assicuro che è stata una delle sedute di gioco meglio riuscite di sempre, per quanto mi riguarda.
Ovviamente, questo non significa che per interpretare bene, i personaggi debbano puntare sempre "a perdere". Tuttavia, spesso e volentieri anzichè compiere la manovra che il giocatore ritiene più adeguata, una buona interpretazione potrebbe richiedere di guardare la situazione solo con gli occhi del personaggio, anche se questo dovesse significare uno svantaggio concreto.

Allora, voi cosa ne pensate?
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Claudius » lun ago 15, 2011 10:03 am

sono d'accordo.
E' proprio questo il bello del gioco di ruolo cartaceo
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Seyhune » lun ago 15, 2011 11:31 am

Il vero gioco "a perdere" è quello che non diverte, il gioco che a fine sessione ti alzi e pensi che si, magari ti sei divertito, ma alla fine potevi anche rimanertene a casuccia a organizzare la tua libreria per ordine alfabetico e toni cromatici... Il gioco che ti coinvolge, che ti spinge a immedesimarti e che porta a compiacersi della propria interpretazione quando la sessione è terminata non ha prezzo, secondo il sottoscritto.

E al diavolo tutti i virtuosismi che vogliono dire che D&D senza un costante EUMATE non è davvero D&D...
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Blackstorm » lun ago 15, 2011 11:39 am

Guarda,, personalmente credo di averlo fatto una sola volta, lasciando volontariament eil mio chierico cb spettatore dell'uccisione di un tipo che ci aveva dato informazioni false. Non sono volutamente intervenuto. A parte questo, ognuno gioca come gli è più congeniale, non sempr euno ha anche la prontezza di interpretare uno sbroccamento del genere.
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Brother-Fang » lun ago 15, 2011 12:39 pm

Personalmente ritengo che divertirsi sia lo scopo finale di ogni gioco.
In un gioco di ruolo ci possono essere molti modi di divertirsi, visto che il concetto di "ruolo" è estremamente vago.

Di principio sono perfettamente d'accordo con khaleb, preferisco sia agire personalmente che far si che i miei giocatori agiscano come se fossero effettivamente il personaggio, non preoccupandosi di vantaggi o svantaggi che possono ottenere dalla loro interpretazione.

Tendenzialmente preferisco premiare una buona interpretazione, anche se questa poi mette nei guai i personaggi, evitando situazioni da "spalle al muro". Ovvero cerco, quantomeno, di offrire loro sempre delle alternative come la fuga o la diplomazia, dove possibile.

Ciò non vuol dire che se interpretano i personaggi bene avranno sempre la fortuna di scamparla, ma che gli do qualche possibilità extra di salvarsi le penne, ma sta a loro coglierla.
E' anche evidente che se fanno delle cavolate che possono costargli la vita "tanto per", di certo queste possibilità extra non le fornisco, o se la cavano o schiattano.
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Solomon » lun ago 15, 2011 12:46 pm

khaleb ha scritto:Ovviamente, questo concetto presuppone uno stile di gioco puntato sull'interpretazione.


Beh, non necessariamente. Uno ci può arrivare per due strade. La prima è l'interpretazione, come dici tu, ovvero assumendo la posizione dell'attore, domandandosi "cosa farei se fossi questo personaggio?" ed agendo di conseguenza. L'altra strada è assumere la posizione dell'autore, domandarsi "che cosa renderebbe la storia più interessante?" ed eventualmente trovare a posteriori giustificazioni per la scelta.

Io di solito mi sento più autore che attore. Per questo mi piacciono i giochi one-shot in cui si sa già che il personaggio deve concludere il suo arco in poche sessioni: le conseguenze sono "cancellate" dopo poco e sono più libero di fare scelte pericolose. Nei giochi campagna (come giochiamo di solito D&D) sono più prudente perché ciò che potrebbe fare una bella storia potrebbe non fare un gioco divertente, ed alla fine divertirsi credo che sia la cosa più importante per il gruppo.
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Brother-Fang » lun ago 15, 2011 12:55 pm

Solomon ha scritto:
khaleb ha scritto:Ovviamente, questo concetto presuppone uno stile di gioco puntato sull'interpretazione.


Beh, non necessariamente. Uno ci può arrivare per due strade. La prima è l'interpretazione, come dici tu, ovvero assumendo la posizione dell'attore, domandandosi "cosa farei se fossi questo personaggio?" ed agendo di conseguenza. L'altra strada è assumere la posizione dell'autore, domandarsi "che cosa renderebbe la storia più interessante?" ed eventualmente trovare a posteriori giustificazioni per la scelta.

Io di solito mi sento più autore che attore. Per questo mi piacciono i giochi one-shot in cui si sa già che il personaggio deve concludere il suo arco in poche sessioni: le conseguenze sono "cancellate" dopo poco e sono più libero di fare scelte pericolose. Nei giochi campagna (come giochiamo di solito D&D) sono più prudente perché ciò che potrebbe fare una bella storia potrebbe non fare un gioco divertente, ed alla fine divertirsi credo che sia la cosa più importante per il gruppo.


Onestamente c'e una terza via, ovvero "se fossi il personaggio" non vista come un "attore" che deve interpretare un ruolo, ma come una persona che quella situazione la vive davvero :)
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Solomon » lun ago 15, 2011 1:32 pm

Brother-Fang ha scritto:Onestamente c'e una terza via, ovvero "se fossi il personaggio" non vista come un "attore" che deve interpretare un ruolo, ma come una persona che quella situazione la vive davvero :)

Temo di non aver capito. Puoi chiarire cosa intendi, magari con un esempio, per favore?
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda Brother-Fang » lun ago 15, 2011 2:20 pm

faccio un raffronto:

uno spunto horror:
il personaggio sente dei rumori angoscianti, terrificanti provenire dal boschetto vicino, come agirà:

Punto di vista dell'autore: Cosa renderebbe la cosa più interessante.
Il Personaggio agisce in modo impavido e sciocco.

Punto di vista di un attore: Cosa farei se fossi il personaggio.
Faccio agire il personaggio in base ad uno stereotipo, ovvero se è un eroe in modo impavido, se è un comprimario in modo vigliacco o sconsiderato.

Punto di vista del personaggio: Che faccio.
Agisco in base all'impulso del momento, non rifletto o non considero le cose dal punto di vista del personaggio, ma come se fossi io in quella situazione.
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Re: [GdR] Interpretazione e gioco "a perdere"

Messaggioda khaleb » lun ago 15, 2011 7:26 pm

Ummm quest'ultimo credo sia un non problema, nel senso che l'attore puo' lavorare in due direzioni (almeno così mi dice chi ha studiato un po' di Stanislavski): per interpretazione o per immedesimazione (che poi è spesso quella che, nel gioco, col mio gruppo pratichiamo abbozzando il nome di interpretazione XD ). Alla fine però il tipo di lavoro è lo stesso, ovvero ragionare nei panni del personaggio, con la differenza che nel primo caso il punto focale è interno al giocatore, nell'altro esterno.

Riguardo la questione di Solomon... è interessante, anche se, personalmente, di solito evito di giocare così, quindi è un qualcosa che non ho mai considerato. Abituato com'è il mio gruppo a giochi "tradizionali" (per alcuni sembra quasi una cosa brutta ormai :mrgreen: ), ma improntati all'improvvisazione, di solito qualcosa di interessante per lo sviluppo di una storia avviene comunque, anche perchè diamo molto rilievo alle dinamiche interne al gruppo (non necessariamente con battibecchi, ma proprio approfondendo i rapporti personali tra i componenti).

Riguardo a quanto detto da Black... sicuramente, anzi l'avevo premesso: ognuno segue lo stile che preferisce. Però, nel nostro gruppo, abbiamo notato che spesso funziona (ovviamente non parlo del giocare a perdere di per sè, ovvio, ma del farlo eliminando il proprio punto di vista quanto più possibile in favore di quello del personaggio).
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