Premesse:
* Siamo in quattro, due ragazze e due ragazzi. L'altra ragazza è la fidanzata del master.
* Gli altri tre si conoscono da anni. Io sono entrata nel gruppo da sei mesi.
Tutto è inziato qualche sessione fa.
Per vari motivi, il mio pg si sta preoccupando di trovare i tesori nascosti nel dungeon corrente.
Ad un certo punto, non ricordo dopo quale battuta, l'altro giocatore dice improvvisamente rivolto a me "Ora so che, quando sedurrò il tuo pg, dovrò regalarle dei gioielli".
Al che sono rimasta sbalordita perché il suo pg aveva mostrato "interesse" per il mio pg due volte (una volta le ha chiesto di rimanere a mollo nel fiume con lui, ma gli ho risposto di no, e l'altra le ha spazzolato i capelli).
Avesse detto "se" invece di "quando", non mi sarei sbalordita tanto...
Non ricordo se la stessa sessione o la successiva, tiro un 1 a percezione. Il master si immagina una scenetta in cui mi si strappano i pantaloni e glielo lascio fare senza protestare per evitare che il gioco stia fermo troppo.
L'altro giocatore tira un 8 a percezione e dice "Sono distratto da lei" (intendendo me).
Questo ci poteva anche stare, ma dà un po' di fastidio...
In un'altra sessione, succede un'altra volta il discorso del "quando sedurrò il tuo pg", sempre riferito a soldi.
Nell'ultima sessione, siamo in fila indiana con il pg dell'altro giocatore davanti.
Faccio un due a percezione, ma non succede nulla di che perché il DM lo liquida con un "Non senti niente".
Tira l'altro giocatore, fa un tiro basso e dice "Mi distraggo per colpa sua".
Peccato che tra me e lui ci sia un mezz'orco e che io sia decisamente più bassa di tale mezz'orco.
Non si comporta così con il pg dell'altra ragazza perché in questa campagna è sua sorella adottiva.
Questa storia sta cominciando a darmi molto fastidio.
Non dovrebbe chiedermi se voglio che il mio pg sia seducibile dal suo? Non potrebbe evitare di darmi la colpa dei suoi tiri bassi?
P.s. Il giocatore ha il precedente, in un'altra campagna, di aver palpato il seno del mio pg al primo incontro e, in seguito, di averla palpata con la scusa di insegnarle a divincolarsi.