15° giorno di Torm'rim dell'anno 364 dalla Grande Invasione
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ameerah
Tossendo, Ameerah si alzò sulle gambe ancora tremanti. La sabbia e il sangue si mescolavano a terra e lei stessa ne era ricoperta. Pochi superstiti si guardavano attorno sperduti, frugavano i carri riversi a terra alla ricerca di qualcosa da mangiare o da razziare. I pochi guerrieri Ahari sopravvissuti si dividevano i compiti per l'organizzazione e la protezione dei passeggeri della carovana che erano riusciti a scampare l'attacco. Le Orde del deserto..no, non erano stati loro..loro, i goblinoidi, non avrebbero mai lasciato dei superstiti. O almeno, se li sarebbero portati dietro come schiavi. Avrebbero bruciato i carri dopo averli razziati. No, chi li aveva attaccati lo aveva fatto per uccidere e basta, o almeno così sembrava. I ricordi della battaglia erano così confusi...non ricordava nemmeno chi aveva accanto o davanti.
Adesso sembravano tutti disorientati, ma fortunatamente gli Ahari sapevano come far fronte a queste emergenze. Da molti anni, nutriti gruppi di guerrieri Ahari accompagnavano le carovane più numerose offrendo protezione dietro compenso. I guerrieri delle tribù nomadi del popolo Ahari avevano votato le loro vite alla lotta contro i goblinoidi invasori, diventanto dei veri e propri eserciti specializzati nel respingere assalti di tali creature. Ma chi era stato ad attaccarli?
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Haji
Forse era una fortuna che Haji fosse con loro durante l'attacco. Era stato gravemente ferito e molte persone erano morte, ma grazie ai suoi poteri era riuscito a contrastare l'esercito che li aveva travolti. Lo sapeva bene che la carovana non era il bersaglio, ma si erano semplicemente trovati sulla strada di quei ciechi non morti divenendo un ostacolo da abbattere. E così avevano combattuto finché l'ultimo di quei mostri senza vita né morte era riuscito a passare. I feriti si lamentavano e cercavano riparo, invocavano aiuto da parte dei guerrieri Ahari che, poco distante, si distribuivano i compiti sforzandosi di non pensare alle perdite subite, ma solo ai superstiti da portare in salvo alla città più vicina: A'jinal.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Wannow
Era successo tutto così in fretta. Erano morti tutti così velocemente. E altrettanto rapidamente chili aveva attaccati se n'era andato. Un esercito, interminabile e feroce aveva cercato di abbatterli. O forse era solo sembrato interminabile. Wannow aveva esaurito i suoi incantesimi poco prima di cadere svenuto e non ricordava nulla oltre alle grida dei passeggeri, al clangore delle armi Ahari e dei mostruosi volti scarni e decomposti dei loro avversari. Qualcuno della carovana, fortunatamente, era sopravvissuto. Li aveva incontrati sulla via carovaniera in direzione di A'jinale gli erano sembrati una compagnia sicura, proprio grazie alla presenza di una scorta ben armata. Aveva così conosciuto la storia di quei guerrieri, che sin da piccoli imparavano a combattere contro i goblioidi scesi dal Nord più di tre secoli prima. Ora molti di loro erano morti per proteggere i viandanti da un esercito di non morti. Non era nemmeno riuscito a capire quanti fossero tutti quei nemici.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Charn
Dinnanzi a lui il paesaggio si ripeteva: le dune sinuose si susseguivano una dopo l'altra, giorno dopo giorno. Salì sulla cresta pronto a discendere l'ennesima china, ma ai suoi occhi aparve un'orribile visione: carri distrutti e rovesciati giacevano a terra. Corpi immobili erano sparsi ovunque e pochi uomini e donne, intreisi di sangue, vagavano tra le rovine della carovana in cercadi feriti da salvare.
Charn non riusciva a capire chi, o cosa, avesse potuto compiere un atto così infame.