15° giorno di Fent del 72° anno dalla Rivoluzione dell'Ovest
Ikena si era accomiatata dalle ragazze prima che le strade divenissero brulicanti di vita. Dopo il suo discorso era calato un silenzio mesto e solo qualcuna aveva dato il suo parere concorde con le parole della loro giovane salvatrice. Alcune avevano pianto spaventate dall'abbandono, altre per la malinconia di perdere una così preziosa amica, ma le più anziane e determinate avevano cercato di confortarle.
Anche fuori pioveva. L'acqua cadeva impenitente sui lavoranti e i viaggiatori, accumulandosi nel solco al centro delle vie dalla caratteristica pavimentazione concava e portandosi dietro fango e sporcizia.
Alle porte della città le controllarono nuovamente il volto e la lasciarono uscire. A perdita d'occhio davanti a lei si srotolava la strada che doveva percorrere.
Appena scese le scale, sulla sinistra c'era una piccola leva incastonata nel muro, attualmente rivolta verso l'alto.
I loro passi scricchiolavano leggermente sul pavimento bagnato e scavato nella pietra. Una sottile polvere umida copriva ogni superficie del sotterraneo che si inabissava nelle profondità della terra sotto l'oscura cattedrale. Il soffitto, come le pareti e il pavimento, sembrava diretatmente scavato ma non levigato e presentava tutti i segndi degli attrezzi utilizzati per crearlo.
Procedettero per una quarantina di piedi e il cunicolo discendente si affacciò su un corridoio piano altrettanto umido e maleodorante di muffa e carogne che si diramava a destra e a sinistra rispettivamente di trentacinque e cinque piedi. A destra il percorso svoltava nuovamente verso destra, mentre a sinistra culminava in una porta chiusa, metallica, arrugginita, decorata di fiamme.