da Jakob » mar mar 22, 2005 1:15 pm
Philip Kassas
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Il sapore del sigaro cominciava a rempirgli la bocca: lo stava masticando troppo forte e da troppo tempo. Sarebbe stato il momento di cambiarlo.
Philip, seduto alla sua minuscola scrivania coperta di fogli, rigirava l'ordine fra le mani.
E questo come lo spiego ad Alina? pensò proprio stasera che fa il borsch, porco orco!.
Diede ancora due morsi al sigaro e lo sputò nel cesto della carta straccia.
Il comando di polizia era tranquillo come al solito: i giovani gendarmi, non in servizio, chacchieravano fra loro, senza pensare ai loro compagni che magari in quel momento stavano affrontando criminali, contrabbandieri, spacciatori d'oppio, e stupratori di sovrani stupratori di sovrani? Hihihihi... Questa è buona, me la devo segnare!. Philip interruppe sghignazzando da solo il flusso dei propri pensieri. Si riscosse, e chiamò uno dei suoi sottoposti.
"Kalot! Ragazzo, hai del fuoco?"
Il giovane non rispose neppure, e si alzò in fretta, portandogli un mozzicone di candela, per poi tornare in fretta a parlare (Donne? Cavalli? Armi? Mah.) con i suoi amici.
"Ragazzi, vogliamo vedere se il vecchio accende il suo sigaro?" sussurrò agli amici arrivando da loro. I gendarmi ridacchiarono fra loro.
Imbecilli. pensò Philip. Aveva sentito tutto perfettamente.
Prese il messaggio in mano e lo rilesse una seconda volta, in modo da memorizzare per bene tutte le direttive.
OK. Kris Black il drow. Venger e il caporale. Ora 9. Ok.
Poi si rese conto.
DROW? Un elfo oscuro? Non bastano i mezzorchi, gli orchi e i goblin. ANCHE i drow, in città . Fantastico. E magari me lo devo portare pure dietro. Spero mi paghino bene, così riesco a comprare ad Alina quella nuova stufa, che la vecchia è mezza andata...
Il biglietto bruciò sul piattino di rame, molto velocemente. In poco tempo non rimasero che pochi pezzi di carta bruciati, che Philip scosse al vento, aperta la finestra al gelo invernale...
Vediamo di dare una scossa a questi pivellini. Philip sorrise pensandoci.
"Kalot! Percas! Muovete quelle chiappe, inetti che non siete altro! Andiamo ad arrestare un sospettato!"
I ragazzotti fecero un salto all'improvviso: se il capo chiamava, era sempre qualcosa di serio. E il turno di riposo finiva giù nella latrina.
[Poco tempo dopo, in una capanna]
Che schifo...
Non era una capanna. Era una catapecchia.
Philip si sedette su di una sedia scassata, mentre i due giovani, armati di manganello e con l'uniforme ben chiusa fino al mento, frugavano tra i pochi oggetti che si trovavano nella casa.
"Chi aspettiamo, signore?" Chiese Percas, un ragazzino dal capello biondo, da poco entrato nella gendarmeria della città .
"Un drow. Probabilmente un ladro, uno svaligiatore e borseggiatore." Rispose Philip senza pensarci.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo intimorito.
"U-un drow? Gli elfi oscuri? Quelli che si divorano tra fratelli? Quelli che se non vogliono essere visti, non si vedono?" Fece Kalot con espressione spaventata.
"Non ti bagnare i mutandoni" fece Philip "Questo non dovrebbe essere così pericoloso o aggressivo"
I due ragazzi si fissarono confusi.
Dio, ma sono proprio dei deficienti!
"Ragazzi, che odore sentite qui dentro?"
I due annusarono per un po'. "Fogna" rispose Percas.
"Eeesatto. Quindi il nostro amico è uno che si sposta nelle fognature. Uno che non ama essere visto. In più, sono convinto che l'arma che hai trovato prima sotto il materasso, il pugnale da lancio, sia avvelenata. Passa qui. CON I GUANTI, IDIOTA!"
Kalot afferrò la stella al suo superiore, che la prese in mano con un fazzoletto bianco. La fissò e la annusò. Direi... Veleno di vesponi. Paralizza, non uccide. Inoltre" disse grattando con l'unghia del pollice "il veleno è vecchio. Secco. Vuol dire che questo muso nero non ha i soldi per ricomprarsi nuovo veleno."
Se non fosse un assassino (E UN DROW) mi farebbe quasi pietà ... pensò.
"Cos'è stato?" fece Kalot. Philip si concentrò, e sentì il rumore della copertura di ghisa di un tombino che si richiudeva.
"Tutti pronti. Sta per aprire la porta" sussurrò Philip.
[Più tardi, la sera]
"E spero che stavolta lo stipendio non arrivi in ritardo!" fece la voce di Alina.
La donna, sulla quarantina come Philip, era invecchiata. Come Philip.
Leggermente ingrassata, un po' sciupata da una vita che non era povera, ma non era nemmeno ricca... Amante del cibo, come il marito.
Philip era in camera da letto, ed aveva aperto l'armadio. Preparava una piccola valigia infilandovi dentro il minimo indispensabile.
"Però potevano avvertirti un po' prima, invece di dirti di una missione così all'improvviso!
Alina continuava a parlare, mentre l'odore del borsch si diffondeva in tutta la piccola casa.
"Certo che se si tratta di qualcosa di strordinario, anche la ricompensa potrebbe esserlo, no? Potremmo comprare la stufa nuova!"
"E' da quando sei diventato investigatore, da quando sei stato promosso, che non vieni più mandato in missione speciale, vero?"
Philip sorrise, e sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
"Però non sarà nulla di pericoloso, vero, amore?"
...
"Amore?" Alina si affacciò sulla camera da letto.
"No, amore, disse Philip chiudendo in fretta la valigia, dove aveva appena riposto pistola e manganello "non credo, cara."
Trovo che la televisione sia un ottimo modo per diffondere la cultura: quando viene accesa, infatti, vado in un'altra stanza e leggo un libro.
(G. Marx)