Prologo
Era una sera fresca, ormai l'inverno era agli sgoccioli e cominciavano già a spuntare i primi germogli della primavera. Il cielo era terso e puntellato di stelle Il monaco Ariak percorreva tranquillamente il dentiero di mattoni che saliva zigzagando lungo la collina. Sulla sommità scorse le luci delle fiaccole che illuminavano il cancello del tempio.
Quando finalmente arrivò a pochi passi dall'entrata si bloccò:
Ma dov'è la guardia? Dovrebbe rimanere davanti al cancello a presidiare il luogo.
Pensò mentre si guardava attorno dubbioso.
Se scopro che si è nuovamente allontanato per dormire da qualche parte mi sente.
Il monaco sospirò scuotendo il capo e si accostò al cancello. Estrasse dalle larghe maniche un mazzo di chiavi dorate e fece per aprire, ma qualcosa non andava.
Il pesante lucchetto che avrebbe dovuto chiudere l'entrata al tempio giaceva divelto a terra.
Sconvolto Ariak entrò esitante guardandosi attorno. Sentì di aver calpestato qualcosa ed abbassò gli occhi. Non era pronto a vedere ciò che gli si parò innanzi: un corpo orrendamente mutilato giaceva in una pozza di sangue nell'atrio. Le torce che illuminavano la stanza rendevano ancora più agghiacciante quella vista. Il monaco si fece coraggio e provò ad osservarlo meglio. Indossava i simboli della Gilda.
Non perse altro tempo e, come se una forza si fosse impossessata di lui corse su per la scalinata verso l'altare della corona. Anche lì trovò un amaro spettacolo ad attenderlo: I corpi di due monaci giacevano esanimi ai lati dell'altare insieme a quello che rimaneva delle altre due guardie che custodivano la sala, ma non fu quell'orrenda visione a sconvolgere di più Ariak, quanto il vuoto sull'altare. Lo scrigno che conteneva la Corona era sparito.
Dalle prime indagini risultò che una nave era giunta al vicino porto di Ulbris al tramonto ed era ripartita in tutta fretta all'alba. Sembra che i misteriosi ladri venissero dalla terraferma.
La Gilda prese subito provvedimenti mandando a chiamare i suoi agenti migliori reperibili in tempo utile: un guerrierio, un cavaliere ed un monaco.
Se la Corona non fosse tornata al suo posto la debole pace che vigeva tra le due antiche fazioni in lotta su Aamok non sarebbe durata.
Aamok era ormai sparito alle loro spalle, mentre a bordo di una nave puntavano verso le Terre Selvagge.
La traversata non era delle migliori, nonostante il tempo sereno le acque erano agitate e la nave veniva sbattuta dalle onde.
La nave, un piccolo veliero abbastanza malridotto, era il meglio che si era trovato in quel poco tempo, sembrava però reggere bene la furia della tempesta.