Pochi minuti dopo la bestia cade in uno stato di dormiveglia e intorpidimento, segno che l'olio di taggit sta avendo solo un'efficacia parziale.
Il borghese alla finestra applaude beato, e invita il resto della sua numerosa famigliola (moglie e sei marmocchi) a venire ad affacciarsi per salutare i coraggiosi che hanno domato la temibile creatura.
Il tiratore di melassa sul tetto fa una smorfia di profonda delusione, estrae un fischietto di metallo e suona un lungo richiamo modulato, che riecheggia per mezzo quartiere.
I due cacciatori con la corda di canapa sopraggiungono a cose ormai fatte: il loro interesse è tutto per le condizioni dello pteranodonte.
Mentre confabulano tra loro, guardano a più riprese il gruppo, senza lesinare occhiate rabbiose e di malcelata ostilità.
- Come temevo, l'hanno ridotto male.
- Guarda qua che razza di foro..pare un colabrodo!
- Uhm...ehi, forse al Santu..
- Quelli?! Figurati.
- Che macello..e ora chi glielo spiega al Monco??
- Ah no, io una responsabilità così non me la assumo manco morto.
- Già! È tutta colpa loro!
Non gli ho certo chiesto io di aiutarci!
Vedendo l'aria che tira, Edritt si schiarisce la voce, si aggiusta il colletto, si spolvera i vestiti un pò inzaccherati per darsi un tono e prova a parlamentare per calmare gli animi.
Signori, signori...
Non c'è motivo di scaldarsi, ve lo assicuro...
Il mio nome è Edritt Tadéti, sono un...
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