[PbF] Il ritorno della fenice (I° Avv.)

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Messaggioda Maraz » gio ott 26, 2006 4:38 pm

"Sicuri?" chiese l'ombra perplessa, ma vedendo che i giovani erano irremovibili disse: "Vi spiego: il labirinto è disseminato di trappole, se venite uccisi da qualcosa non morite ma venite automaticamente trasportati qui da me e non potrete rientrare... nessuno di voi si farà eccessivamente e permanentemente male..."

Poi disse: "Che la casa del Liberatore si apra"
Un enorme gargoile si spostò di due metri e lasciò un enorme foro che dava in una stanza buia... "Prego" disse lo spettro indicando la porta con la mano... "entrate..."

I giovani mossero leggeri passi oltre la porta che si chiuse con un tonfo dietro Sephiro che si era tenuto per ultimo.

Dopo la chiusura della porta urla strazianti si riempirono il corridoio dove erano entrati… i giovani avanzarono lentamente intimoriti dalle grida; appena Serafin, che era in capo al gruppo mise piede nella stanza da cui provenivano le grida questa si illuminò: la luce proveniva dallo scettro della statua di un re seduto sul suo trono dal lato opposto della stanza… ai piedi di questa statua vi erano le raffigurazioni di pietra di dieci teste impalate di donne urlanti e piangenti posizionate in semicerchio attorno al trono… Il re guardava le teste con sguardo truce, ma la cosa che colpì di più il gruppo fu che queste che si muovevano e contorcevano il volto dal dolore… i giovani non ebbero però tempo di spaventarsi, infatti le teste si resero subito conto dei nuovi arrivati e, giratesi verso gli intrusi cominciarono a parlare all’unisono…


“Sua Magnificenza Ceremon II, re di queste terre, era famoso per essere dotato, a differenza di tanti suoi successori, di un rigore morale tale da mettere in imbarazzo persino il più puritano dei Quaccheri. Costui aveva messo in piedi un servizio di informazioni talmente capillare, da essere informato praticamente delle più piccole mancanze commesse persino dal più umile tra gli abitanti della capitale. Ogni sera, uomini avvolti in neri mantelli scivolavano senza farsi vedere fino alla sala del trono, dove il sovrano sedeva in silenzio, e gli sussurravano a lungo all'orecchio. La sua faccia di pietra non dava un guizzo, ma il suo cervello annotava ogni cosa con esattezza.

“Un giorno, il principe chiamò un suo consigliere e gli rese nota la propria intenzione di pubblicare un editto contro le donne adultere. « So per certo che, in tutta Untergon, queste donne sono esattamente dieci; tu scriverai nell'editto che ogni marito, che sia cosciente dell'infedeltà della propria sposa, è fatto obbligo, pena la sua stessa vita, di decapitarla e di esporne la testa sulla piazza del mercato. »
A questo punto il visir obiettò: « Ma Vostra Altezza sa bene che, per una tradizione della nostra città, ognuno di noi conosce con assoluta precisione i nomi di tutte le donne adultere di Untergon, ma non sa nulla nè può essergli detto nulla della propria moglie. Come dunque potrà essere applicato l'editto? »
« Tu scrivilo e promulgalo », tagliò corto l'imperatore. « Sono certo che le menti dei miei sudditi sono dotate di una logica ferrea almeno quanto la mia. »

“Il proclama fu scritto ed esposto sulla pubblica piazza, tra le colonne d'avorio ed i palazzi di oricalco, con tanto di sigillo reale, ed i banditori lo gridarono a squarciagola per tutti i vicoli della superba Untergon. Il giorno dopo, però, sulla piazza del mercato non c'era alcuna testa mozza. E così accadde il secondo giorno, il terzo, il quarto fino al nono.
«Come può constatare vostra eccellenza », affermava soddisfatto il consigliere, « l'editto è inattuabile. » Il sovrano però si limitava a sorridere sotto i baffi.

“Ma la mattina del decimo giorno da quando l'editto era stato proclamato, il gran visir irruppe nella piccola sala, dove Ceremon II sedeva in meditazione, e si buttò in ginocchio con la faccia a terra davanti a lui. « Vostra Altezza perdoni la mia poca fede! » esclamò con voce rotta dall'emozione. « All'alba le dieci teste mozze delle adultere sono state trovate esposte nella piazza del mercato! » Anche stavolta l'imperatore si limitò a sorridere soddisfatto.

“Ma voi sapete dirci come i nostri mariti traditi capirono di noi e come monarca aveva fatto a prevedere tutto?”






Detto questo le teste tacquero e osservarono la reazione dei giovani
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Messaggioda ziomax » mar ott 31, 2006 10:34 am

Lo scaltro, dopo una lunga pausa di riflessione, fece dei cenni ai suoi compagni, per chiamarli in radunata intorno a lui.
E sussurrando iniziò quasi un monologo.
<< Naturalmente questo è un tranello, un gioco di parole, bisogna analizzare attentamente ogni parola, cosa intende il monarca per logica ferrea? Forse una logica approssimativa con una conclusione cruenta?! Oppure un ragionamento così puntuale e matematico?! Devo ammettere di essere in difficoltà, sappiamo che le adultere erano dieci, così come i mariti, che tutti sanno i loro nomi, ma il marito non può sapere e non gli può essere comunicato il nome della moglie, che ci dovrebbe essere una relazione con le dieci notti trascorse prima della sentenza, anche se il re non aveva dato nessuna scadenza.
Se fossi stato io il marito avrei ucciso tutte le donne adultere di mia mano, nella speranza che qualcuno uccidesse poi la mia, ma questo è impossibile, perchè è successo tutto nell'ultima notte.
Non è possibile che le donne abbiano tradito dopo l'editto, nessuno con il sale in zucca avrebbe rischiato tanto.
E soprattutto non sappiamo con chi e con quanti abbiano tradito le mogli.
Ragazzi io non riesco a trovare la soluzione, sono limitato.
Principe tu che conosci Untergon e la sua storia, sai qualche cosa che potrebbe aiutarci?>>
Jack mise un espressione sul volto, che non lasciava dubbi, la sconfitta si era dipinta sul suo viso, come un tatuaggio, non mentiva quando diceva ai compagni, di essere in difficoltà, comunque le sue parole lasciavano sperare nella sua determinazione, la resa era ancora lontana
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Messaggioda Maraz » dom nov 05, 2006 1:43 pm

"ummm.... non è coscee untergon... ma stavo pensando, se una persona conosce il nome di tutte le mogli adultere ma non sa se la sua è adultera o meno, e se avesse scoperto che le donne adultere erano una in più rispetto a quelle che lui sapeva, sarebbe arrivato di conseguenza al fatto che sua moglie era l'ultima adulte, giusto?"affermò il principe


"potrebe esserci utile cominciare da 0:-continuò in una specie di ragionamento ad alta voce- se il re avesse fatto l'editto e ci fosse stata solo una donna adultera,cosa sarebbe successo?" e aspettò la risposta dagli altri per vedere se lo seguivano nel suo discorso
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Messaggioda ziomax » dom nov 05, 2006 2:23 pm

<< Principe, questo ragionamento logico è il primo che io ho fatto, ma ci sono delle lacune che non riesco a colmare>> rispose Jack << Se la moglie adultera fosse stata una sola, naturalmente l'unica persona che non poteva sapere della libertinaggine della donna era il marito, così il marito che sapeva nove nomi di moglie adultere era il decimo uomo cornuto, ma cosa centrano i giorni, è questo legame che mi sfugge, i mariti dovevano sapere dell'infedeltà delle proprie mogli il giorno stesso dell'editto.Chiunque sapesse soltanto nove nomi di adultere, avrebbe dovuto decapitare la moglie, invece hanno aspettato dieci notti. Quindi il suo ragionamento non è sufficiente>>
Lo scaltro iniziava a dare segnali di disperazione, la soluzione era tanto vicina, ma mancava un anello della catena. Dove era l'errore?
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Messaggioda Kem_El » gio nov 09, 2006 12:21 pm

Il giudice si chinò per terra e iniziò a tracciare con la punta del coltello i dati che erano a loro disposizione: dieci mariti che conoscono il nome di nove adultere, dieci giorni di attesa per capire che la moglie è adultera....
"Avendo il problema sotto gli occhi riesco a ragionare meglio, perchè ogni marito ha atteso 10 giorni per decapitare la moglie?"
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Messaggioda Kem_El » gio nov 09, 2006 12:25 pm

Una luce illuminò per un attimo gli occhi del giudice:"I mariti hanno aspettato 10 giorni perchè loro non sapevano quante fossero le mogli adultere, questo lo sapeva solo il re; il nono giorno, non essendoci nessuna testa esposta hanno capito che le adultere erano 10 e, conoscendo solo nove nomi, il decimo doveva essere quello della propria moglie, che decapitano il giorno dopo". Si rivolse ai suoi compagni con un mezzo sorriso e disse:"Il ragionamento fila, che ne dite?"
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Messaggioda zelgadiss » gio nov 09, 2006 3:58 pm

la Fenice si riscosse dal suo silenzio pensieroso "non riesco a seguirti Giudice. Come fanno gli uomini a capire che le adultere sono 10 proprio il nono giorno?"
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Messaggioda ziomax » gio nov 09, 2006 9:18 pm

<< Anche io giudice, non capisco il nesso>> interruppe lo scaltro << il tuo ragionamento è una forzatura, primo perchè il re non è l'unico a saperlo ma tutti i cittadini che non hanno una moglie adultera, ma tralasciando questo particolare, non esiste alcun legame logico tra i giorni ed il numero delle adultere, sarebbe una deduzione troppo azzardata.
Ragazzi, inizio a dubitare delle nostre capacità, ci siamo bloccati alla prima difficoltà. Dovremmo essere noi i prescelti?! AH AH AH AH >>
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Messaggioda Kem_El » ven nov 10, 2006 9:42 am

"Innanzi tutto se nessuno può fare accenno al tradito di essere tale questi non saprà il reale numero delle adultere bensì il numero meno uno. Per semplicità facciamo finta che le adultere siano solo due: i mariti di queste dovrebbero conoscere solo un nome. La mattina del primo giorno, non vedendo la testa dell'adultera in piazza capirebbero che il marito di quest'ultimo era convinto a sua volta di trovarne un'altra. Quindi le adultere sono 2. A questo punto il mattino dopo si troveranno esposte le due teste. Se estendiamo il ragionamento a 10 adultere non cambia nulla " disse il giudice quasi tutto d'un fiato........
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Messaggioda zelgadiss » ven nov 10, 2006 1:56 pm

"Forse riesco a seguirti ora, ma mi rimane ancora un dubbio. Da come ci è stata raccontata la storia sembra che tutte le teste siano comparse insieme al mattino, mentre nella tua spiegazione sembra che compaiano una alla volta, solo dopo che un marito ha visto quella della moglie del suo cittadino. Inoltre il tuo ragionamento sarebbe valido se gli abitanti fossero 10, o sbaglio? Forse non ho capito poi tanto bene" concluse la giovane mezzelfa con il viso sconsolato.
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