"Sicuri?" chiese l'ombra perplessa, ma vedendo che i giovani erano irremovibili disse: "Vi spiego: il labirinto è disseminato di trappole, se venite uccisi da qualcosa non morite ma venite automaticamente trasportati qui da me e non potrete rientrare... nessuno di voi si farà eccessivamente e permanentemente male..."
Poi disse: "Che la casa del Liberatore si apra"
Un enorme gargoile si spostò di due metri e lasciò un enorme foro che dava in una stanza buia... "Prego" disse lo spettro indicando la porta con la mano... "entrate..."
I giovani mossero leggeri passi oltre la porta che si chiuse con un tonfo dietro Sephiro che si era tenuto per ultimo.
Dopo la chiusura della porta urla strazianti si riempirono il corridoio dove erano entrati… i giovani avanzarono lentamente intimoriti dalle grida; appena Serafin, che era in capo al gruppo mise piede nella stanza da cui provenivano le grida questa si illuminò: la luce proveniva dallo scettro della statua di un re seduto sul suo trono dal lato opposto della stanza… ai piedi di questa statua vi erano le raffigurazioni di pietra di dieci teste impalate di donne urlanti e piangenti posizionate in semicerchio attorno al trono… Il re guardava le teste con sguardo truce, ma la cosa che colpì di più il gruppo fu che queste che si muovevano e contorcevano il volto dal dolore… i giovani non ebbero però tempo di spaventarsi, infatti le teste si resero subito conto dei nuovi arrivati e, giratesi verso gli intrusi cominciarono a parlare all’unisono…
“Sua Magnificenza Ceremon II, re di queste terre, era famoso per essere dotato, a differenza di tanti suoi successori, di un rigore morale tale da mettere in imbarazzo persino il più puritano dei Quaccheri. Costui aveva messo in piedi un servizio di informazioni talmente capillare, da essere informato praticamente delle più piccole mancanze commesse persino dal più umile tra gli abitanti della capitale. Ogni sera, uomini avvolti in neri mantelli scivolavano senza farsi vedere fino alla sala del trono, dove il sovrano sedeva in silenzio, e gli sussurravano a lungo all'orecchio. La sua faccia di pietra non dava un guizzo, ma il suo cervello annotava ogni cosa con esattezza.
“Un giorno, il principe chiamò un suo consigliere e gli rese nota la propria intenzione di pubblicare un editto contro le donne adultere. « So per certo che, in tutta Untergon, queste donne sono esattamente dieci; tu scriverai nell'editto che ogni marito, che sia cosciente dell'infedeltà della propria sposa, è fatto obbligo, pena la sua stessa vita, di decapitarla e di esporne la testa sulla piazza del mercato. »
A questo punto il visir obiettò: « Ma Vostra Altezza sa bene che, per una tradizione della nostra città , ognuno di noi conosce con assoluta precisione i nomi di tutte le donne adultere di Untergon, ma non sa nulla nè può essergli detto nulla della propria moglie. Come dunque potrà essere applicato l'editto? »
« Tu scrivilo e promulgalo », tagliò corto l'imperatore. « Sono certo che le menti dei miei sudditi sono dotate di una logica ferrea almeno quanto la mia. »
“Il proclama fu scritto ed esposto sulla pubblica piazza, tra le colonne d'avorio ed i palazzi di oricalco, con tanto di sigillo reale, ed i banditori lo gridarono a squarciagola per tutti i vicoli della superba Untergon. Il giorno dopo, però, sulla piazza del mercato non c'era alcuna testa mozza. E così accadde il secondo giorno, il terzo, il quarto fino al nono.
«Come può constatare vostra eccellenza », affermava soddisfatto il consigliere, « l'editto è inattuabile. » Il sovrano però si limitava a sorridere sotto i baffi.
“Ma la mattina del decimo giorno da quando l'editto era stato proclamato, il gran visir irruppe nella piccola sala, dove Ceremon II sedeva in meditazione, e si buttò in ginocchio con la faccia a terra davanti a lui. « Vostra Altezza perdoni la mia poca fede! » esclamò con voce rotta dall'emozione. « All'alba le dieci teste mozze delle adultere sono state trovate esposte nella piazza del mercato! » Anche stavolta l'imperatore si limitò a sorridere soddisfatto.
“Ma voi sapete dirci come i nostri mariti traditi capirono di noi e come monarca aveva fatto a prevedere tutto?â€
Detto questo le teste tacquero e osservarono la reazione dei giovani