Il sole, silente, si arrampicava attraverso il vermiglio cielo mattutino, nascondendosi qua e là alla vista dietro la ampie nubi grigie. La luce che emetteva tingeva di mille sfumature i ruscelli, la grandi montagne a sud, e le chiome degli alberi secolari che formavano la Foresta dei Centauri verso Oriente. Solo qualche passero coraggioso, aveva già preso a volare osservando l'affascinante spettacolo che era l'alba. Il sole che salutava il mondo come ogni mattino.
Edonos aveva passato ancora una volta la notte insonne. NOn aveva chiuso occhio nemmeno per un attimo, mentre chiuso nella tranqiullità del proprio piccolo studio in casa, aveva letto e riletto i grossi volumi della propria libreria. L'elfo guardò improvvisamente fuori dalla finestra, abbagliato da un raggio rossastro filtrato attraverso il vetro, di colpo rendendosi conto dell'ora. SSi alzò dalla sedia di legno, al sua preferita, stiracchiandosi e sbadigliando senza il minimo contegno.
"Accidenti...è l'alba...ho passato tutta la notte a studiare...anche se senza grossi risultati..."Osservò di nuovo il tomo verde acqua abbandonato sul suo tavolo, quasi con rabbia, per non aver trovato nulla di particolare interesse. Tornò senza sedersi nei pressi del libro, gettando un'ultima occhiata alle pagine scritte fitte nero su bianco. Dopo circa un minuto, senza acluna speranza e annoiato dalle solite informazioni, fece per chiudere il libro quando il suo volto si illuminò. Prese a leggere avidamente alcune righe, seguendo le lettere con l'indice destro e muovendo le labbra senza emettere alcun suono. Col passare dei secondi un sorriso sempre più ampio si tinse sul suo volto scarno, solcato dalla stanchezza, i lunghi capelli biondo cenere acconciati in un'unica lunga treccia incorniciata dalle affusolate orecchie. Finito di leggere chiuse il tomo con forza, uscendo rumorosamente dal piccolo ambiente. Uscì fuori dalla piccola casa, ridendo senza controllo e pervaso dall'eccitazione della scoperta. I pochi passanti nella piccola stradaina dissestata lo osservarono con aria interrogativa, alcuni sincerandosi delle sue condizioni, altri reputandolo un povero ubriaco. Edonos non prestò la minima attenzione verso di essi, la sua mente completamente focalizzata su un unico punto, un'unica idea, che martelante ed ossessiva sentiva prendere forma tra i suoi pensieri:
"L'ho trovato! L'ho trovato! L'ho trovato! L'ho trovato!
Adamantia. Richard Hallison arrivò alle porte dell'immensa città . Col naso all'insù osservò affascinato l'immenso portale d'entrata, che si ergeva imponente davanti a lui, mentre dalle mura interne, lo abbagliava ill riflesso della luce sulle gigantesche pareti gemmate di un grande castello, ricco di guglie e torri altissime, e adornato di numerose bandiere e stendardi recanti i simboli reali. Davanti a lui un gruppo composto da una decina di guardie, bloccava l'entrata della città osservando con cura chiunque volesse fare ingresso all'interno. Alla sua sinistra le carovane e i carri venivano accolti da altri soldati semplici, intenti anch'essi a porre diverse domande ai carovanieri. Il chierico di Farlanghen si strinse deciso nelle spalle; non sarebbe stata un problema una perquisizione.
Adamantia. Kyanus si trovava in una delle numerosa piazze della città , nel bel mezzo del mercato. Intonro a lui, gente di ogni razza osservava le cianfrusaglie variopinte che i venditori esponevano sorridenti sui proprio banchetti. Nella sua armatura bronzea non passava certo inosservato, per questo difficlemten qualcuno lo avvicinava e gli rivolgeva la parola. Bambini che correvano, energumeni che procedevano indifferenti tra le viuzze del mercato, i venditori che urlavano sguaiati il prezzo della propria merce a gran voce, per attirare clienti, spesso ottenendo il risultato opposto. Il rumore e il disordine erano i veri protagoisti della fiera. Quando ecco che un piccolo halfling, sbucato da chissà quale anfratto, si fece in contro a Kyanus, cominciando a ciarlare quasi incomprensibile:
"Buon giorno signore...è forse un cavaliere lei? no no lei è un ufficiale dico bene? si si, deve proprio essere un ufficiale! vero? Le serve una mano Signor ufficiale, il mio nome è Minermaglian..si...si..Minermaglian...vuole che la guidi? vero? si sente spaesato? Venga con me! si fidi! si fidi! venga con me! si fidi!" L'insistente esserino poggiò il braccio destro intorno alle ginocchia di Kyanus, tentando di smuoverlo dal posto premendolo da dietro.
Adamantia. L'elfo corse fuori dalla taverna con in mano una bottiglia di Idromele, sgraffignata dal bancone della locanda. Zack osservò sorridente il suo ultimo bottino, mentre per mettersi al sicuro si nascose tra le ombre di un piccolo vicolo sulla sua destra. Il ladro bevve un lungo sorso di quella dissetante bibita, poi la ripose nello zaino; poco più in là vide i padroni della locanda uscire in strada infuriati, cercando il colpevole del furto di idromele. Rise di gusto in silenzio. Poi si diresse dalla parte opposta, verso l'uscita del piccolo vicolo, sbucando di nuovo alla luce del sole. Davanti a lui una grande piazza, un viavai continuo di persone indaffarate, e il mercato. Quale luogo migliore per ricavare qualche Moneta d'oro a sbafo. Il sole batteva forte e Zack tirò su le maniche della propria camicia blu, girandole fino al gomito.
Adamantia. Grankel Stoneface sedeva tranquillo ad uno dei tavoli della Locanda dei Contrabbandieri. Le pareti di legno scricchiolavano rumorosamente come anche il polveroso pavimento. Il nano, la propria ascia poggiata alla gamba destra, sorseggiava immerso nei propri pensieri un boccale di ottima birra. Tutt'intorno il locale era un gran vociare: i clienti un pò influenzati dall'alcool, un pò sentendosi tranquilli tendevano a parlare senza freni e ad alzare il tono della voce oltre al gomito, in taverna. Ad un tratto Grankel osservò una scena particolare: L'oste, intento ad asciugare alcuni boccali dietro al bancone, stava dando le spalle ai clienti seduti sugli sgabelli; uno di questi era un elfo piuttosto alto, biondo, con indosso una vaporosa camicia blu. L'oste non si accorse di aver lasciato una bottiglia di idromele ancora sigillata proprio sul bancone, in bella vista per tutti. Grankel sospirò, deglutendo anche l'ultimo sorso della sua bevanda, mettendo tutto il muso dentro al boccale stesso, ma una volta poggiatolo rumorosamente sul tavolo, si accorse che sia la bottiglia di idromele, sia l'elfo seduto al bancone non c'erano più, e vide l'oste precipitarsi fuori dal locale, urlando 'al ladro'.