[PbF] Il figlio dei ghiacci (IV° Avv.)

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[PbF] Il figlio dei ghiacci (IV° Avv.)

Messaggioda Vess » gio dic 13, 2007 2:18 pm

1° Giorno di Fent del 72° anno dalla liberazione dell'Ovest

Locanda del Grifone Errante, sera.

Jarivar
"Cosa ti serve?"
Ultima modifica di Vess il ven dic 14, 2007 2:15 pm, modificato 3 volte in totale.
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Messaggioda Blackstorm » gio dic 13, 2007 2:32 pm

Vess ha scritto:"Cosa ti serve?"


Jarivar sorrise.
"Il modo per comparire magicamente in una cella di quaranta persone e il modo di spedirle ad Onarron."

Poi tornò serio.
"Scusami. Sono un po' giù. Ho bisogno di informazioni. Sto tentando di tracciare dei nani, non so di che tipo, probabilmente duergar, che potrebbero aver rapito un elfo. Le tracce si perdono sulla montagna, ad una mezza giornata di cammino. L'unico problema che abbiamo è che il rapimento è avvenuto qualche mese fa. Ho bisogno di un contatto, di qualcuno che mi possa fornire una nuova pista. Sono qui solo perchè non sapevo dove altro andare. Lo sai, la speranza è un bene prezioso, ma ora temo fortemente per quella gente..."

Abbassò gli occhi, sospirando.
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Messaggioda Vess » gio dic 13, 2007 2:45 pm

Jarivar
"Nani...qualche mese fa mi è capitato di vedere tracce di nani. Nani feroci, a quanto pare. Erano tracce sparse un po' su tutto il territorio, si allargavano come le stecche di un ventaglio. Hanno lasciato dietro di sé diversi cadaveri, guardie nuriane che cercavano di fermarli evidentemente. Ripercorrendole a ritroso ho trovato il luogo d'origine: è un piccolo bacino del fiume, situato accanto alla strada che porta qui, un laghetto dalle acque calme. C'erano anche vari segni di carri, ma non è una cosa difficile da trovare lì: molti mercanti si fermano ad abbeverare i loro buoi prima di proseguire il cammino.
Sicuramente i tuoi rapitori non hanno agito allo scoperto. Erano veloci, nemmeno a cavallo li ho raggiunti.
Di che gente stai parlando?"
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Messaggioda Blackstorm » gio dic 13, 2007 2:47 pm

Jarivar rialzò la testa di scatto.
"Puoi disegnarmi una mappa per raggiungere il posto? E il percorso che hai fatto?"
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Messaggioda Vess » gio dic 13, 2007 2:51 pm

Jarivar
"Il percorso che ho fatto è lungo e tortuoso. Ho dato un'occhiata ad ognune delle file di impronte. Era come se si fossero divisi, o per evitare le guardie (cosa che però non hanno fatto) o per cercare qualcosa...
Comunque se desideri, domani posso porarti io stesso sul posto."
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Messaggioda Blackstorm » gio dic 13, 2007 5:22 pm

"Come preferisci, hai già fatto molto. Non potrò mai estinguere il debito che ho verso di te. In questi anni, ho sempre ricordato il tuo sguardo, quella volta."
Deglutì, era difficile parlare, i pensieri si affollavano nella sua testa.

"Hai salvato la mia anima, e non so nemmeno come ti chiami. Sono diventato un sacerdote, sai? Ma il tempio non mi lasciava quieto. Dovevo cercare la mia strada, dovevo cercare te. Credo che tu sia stato solo l'inizio... Ma ora ci sono queste persone... Che devo salvare... Schiavi che cercavano solo la libertà, e sono finiti fra le grinfie di un popolo sconossciuto al resto del mondo, elfi che vivono fra i ghiacci, come di ghiaccio è il loro cuore. Permetti che faccia venire qui i miei compagni di viaggio?"
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Messaggioda Vess » ven dic 14, 2007 2:05 pm

Jarivar
"Tra un po'...hai parlato di elfi che vivono tra i ghiacci? Mi ginge nuova questa cosa."
Bevve un sorso dal calice, poi tornò a fissare Jarivar.
"C'è quelcosa che tu potresti fare per sdebitarti, qualcosa che ti permetterebbe di trovare la tua strada e poi magari anche di salvare quelle persone a cui hai accennato. La prima volta che ci siamo incontrati, a Nuril, quello fu un caso.
La seconda volta no. L'uomo che mi consegnasti fu giustiziato, ma prima riuscii ad interrogarlo, seppi dell'uccisione di Taddeus e da lì risalii alla tua storia, e al tuo nome.
Mi incuriosisci Jarivar d'Innain.
Seresti un ottimo inviato per il nostro Ordine.
Dici che cerchio la tua strada? Te la offro. Faccio parte di un ordine sacro, l'Ordine dell'Illuminazione. Combattiamo il male in tutte le sue forme, lo estirpiamo dai cuori e dalle menti dei malvagi senza pietà. Unisciti a noi."
Rimase in silenzio a guardare l'espressione del tiefling, in attesa di una risposta, o, più probabilmente, di tutte le domande che Jarivar avrebbe voluto porgli.
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Messaggioda Blackstorm » ven dic 14, 2007 2:23 pm

Vess ha scritto:"Tra un po'...hai parlato di elfi che vivono tra i ghiacci? Mi ginge nuova questa cosa."
Bevve un sorso dal calice, poi tornò a fissare Jarivar.
"C'è quelcosa che tu potresti fare per sdebitarti, qualcosa che ti permetterebbe di trovare la tua strada e poi magari anche di salvare quelle persone a cui hai accennato. La prima volta che ci siamo incontrati, a Nuril, quello fu un caso.
La seconda volta no. L'uomo che mi consegnasti fu giustiziato, ma prima riuscii ad interrogarlo, seppi dell'uccisione di Taddeus e da lì risalii alla tua storia, e al tuo nome.
Mi incuriosisci Jarivar d'Innain.
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Dici che cerchio la tua strada? Te la offro. Faccio parte di un ordine sacro, l'Ordine dell'Illuminazione. Combattiamo il male in tutte le sue forme, lo estirpiamo dai cuori e dalle menti dei malvagi senza pietà. Unisciti a noi."


"L'Ordine dell'Illuminazione? Mai sentito... Come combattete il male? E poi, perchè io? Non sono certo un esempio di rettà moralità... ho fatto cose di cui non vado fiero. L'assassino di Taddeus morì in una casa di Dolmarion. Gli lasciai la possibilità di sopravvivere... anche se sapevo che non ne avrebbe avute... era legato, se avesse fatto attenzione si sarebbe liberato prima che il combustibile si spargesse per la casa... no, non sono stato tenero. Certo, tecnicamente non l'ho ucciso io... però... non mi sono mai preso in giro. L'ho ammazzato, preparando tutto in modo che le sue possibilità fossero praticamente nulle. E sul momento, provai anche un sottile piacere. Per poi rendermi conto che questo non mi avrebbe riportato indietro Taddeus, Timmy e Magda... e nemmeno il mio maestro. Niente, solo il vuoto e la disperazione. E lo avrei rifatto, con quell'uomo. Con lui che aveva ucciso la mia famiglia, senza un motivo, che mi aveva reso schiavo... vedi, non sono un uomo buono. Seguire la strada che mi stai indicando è l'inizio... ma come posso farlo, se io stesso non sono stato capace di combattere il mio male? Al tempio ho imparato che non si può piangere sugli errori fatti. Ho imparato a perdonarmi... Eppure, eppure come posso essere degno di questo?"
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Messaggioda Vess » sab dic 15, 2007 11:41 am

Raak colpì il Lurido con la sua katana, procurandogli una ferita profonda al braccio sinistro.
Allo stesso tempo l'alabarda di Ikenum si era abbattuta sulla guardia che l'aveva appena assalito, ferendolo gravemente all'inguine.
Né il Lurido, né i suoi scagnozzi si persero d'animo. Ormai accecato e impazzito per il dolore l'uomo con la frusta fendeva l'aria con le sue armi senza una logica, quesi a voler tenere lontani gli aggressori. Ferito e sanguinante l'altra guardia si avvantò zoppicando su Ikenum senza tuttavia colpirlo.
Il lurido, invece, con inaspettata abilità trafisse Raak ad un fianco.



Jarivar
"Vedi quell'uomo?" disse indicando con un cenno della testa il locandiere, intento a prendere le ordinazioni di Balduran e Gròr.
"Aveva una sorella, ma un ufficiale dell'esercito Nuriano la vilentò , abbandonandola in mezzo alla strada. Sua sorella lo identificò ma il locandiere sapeva che a Nuril sarebbe stata solo la parola di una popolana contro quella di un rispettato ufficiale. Qualchegiorno dopo la sorella si suicidò, lasciando sua figlia, già orfana di padre completamente sola. Il locandiere ingaggiò un sicario e fece uccidere il soldato che aveva causato tutto quello, e non badò a spese: pagò il sicario affinché la morte dell'ufficiale fosse più dolorosa possibile.
Ormai da vent'anni dirige questa locanda con la moglie, offrendo asilo gratuitamente agli schiavi fuggiaschi. Coi proventi della locanda unge gli ingranaggi dell'esercito, affinché evitino di controllare la sua locanda in determinati periodi, quando le fughe di schiavi sono più consistenti.
Ha cresciuto la figlia di sua sorella come fosse sua, e collabora attivamente nella resistenza.
Io sono qui per lui. Ha commesso un crimine terribile da ragazzo, e nonostante il bene che fa adesso deve pagare. Il male serpeggia dentro di lui, non trovi?"

Balduran e Gròr
L'oste guardò Jarivar cambiare tavolo dopo l'ordinazione, senza dargli troppo peso. Compiaciutò guardò Gròr con un sorriso quando ordinò due cosciotti, ma rimase perplesso davanti al silenzio di Balduran.
"Porto un cosciotto anche per voi, signore..." Rimase un po' in attesa di risposta, poi si allontanò, usceno dalla sala. Pochi minuti dopo qualcun'altro entrò nello stanzone: era Erian, che senza curarsi della presenza o meno dei suoi compagni si avviò verso un atvolo, dando loro le spalle.
Presto arrivarono i cosciotti e la birra ordinati. Jarivar era ancora immerso nella discussione con l'uomo misterioso, e non accennava a tornare.
la birra portata a Gròr era autentica birra di Krivij-Rig, densa e alcoolica come poche altre.
I due nani continuavano a fissarlo, parlottando tra di loro.
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Messaggioda Blackstorm » sab dic 15, 2007 11:55 am

Vess ha scritto:"Vedi quell'uomo?" disse indicando con un cenno della testa il locandiere, intento a prendere le ordinazioni di Balduran e Gròr.
"Aveva una sorella, ma un ufficiale dell'esercito Nuriano la vilentò , abbandonandola in mezzo alla strada. Sua sorella lo identificò ma il locandiere sapeva che a Nuril sarebbe stata solo la parola di una popolana contro quella di un rispettato ufficiale. Qualchegiorno dopo la sorella si suicidò, lasciando sua figlia, già orfana di padre completamente sola. Il locandiere ingaggiò un sicario e fece uccidere il soldato che aveva causato tutto quello, e non badò a spese: pagò il sicario affinché la morte dell'ufficiale fosse più dolorosa possibile.
Ormai da vent'anni dirige questa locanda con la moglie, offrendo asilo gratuitamente agli schiavi fuggiaschi. Coi proventi della locanda unge gli ingranaggi dell'esercito, affinché evitino di controllare la sua locanda in determinati periodi, quando le fughe di schiavi sono più consistenti.
Ha cresciuto la figlia di sua sorella come fosse sua, e collabora attivamente nella resistenza.
Io sono qui per lui. Ha commesso un crimine terribile da ragazzo, e nonostante il bene che fa adesso deve pagare. Il male serpeggia dentro di lui, non trovi?"


Jarivar guardò il locandiere. Poi guardò di nuovo il suo interlocutore.
"Se lui deve pagare, devo pagare anche io. Se sei qui per ucciderlo, devi uccidere anche me. Se sei qui per consegnarlo alla giustizia, dovrai farlo anche per me. Siamo colpevoli entrambi. Io ho ucciso un uomo, lui pure. Credo che morire bruciati non sia una morte veloce. Ognuno di noi cerca di fare quello che può per rimediare alle proprie colpe. Io ho scelto di girare il mondo, perchè so il male che si annida negli uomini, lo sento ancora di più nel mio retaggio. Lui ha scelto di riparare aiutando gli schiavi. Dimmi, sei mai stato schiavo? A Nuril c'è gente che tenta di liberare alcuni schiavi, una goccia nel mare, ma fanno quel che possono. Vorresti davvero privare gli schiavi di un posto sicuro? Lo sai cosa vuol dire viaggiare in carovana fino ad Onarron? E' questo il male che combatti? Il male di un uomo che ha sbagliato, e che non sai se soffre ancora o meno? Dimmi, invece, perchè aiuta gli schiavi? Lo fa per sentirsi a posto con la coscienza, o perchè nonostante i suoi errori, nonostante il suo essere un uomo fallibile, sa solo che non vuole vedere gente finire come sua sorella? Perchè aiuta la resistenza?"
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