8° giorno di Fent del 72° anno dalla liberazione dell'Ovest
Il Passaggio
Ikena aveva la bocca impastata. Si svegliò con un gemito e cercò subito di mettersi seduta sul soffice letto. Avrebbe quasi giurato di non essere stata lei a gemere in quel modo...ma non ebbe il tempo di pensare perché l'alzarsi di scatto le fece girare fastidiosamente il mondo attorno...no, non era la stanza...era la sua testa! Sentì il viso e lo stomaco invasi dal senso di nausea e fu costretta a rimettersi distesa per qualche istante, gli occhi chiusi, concentrata sul controllo di sé. La sera prima doveva aver ecceduto coi festeggiamenti, lasciandosi trasportare dalle ragazze...portò la mente alla serata, ma l'ultimo ricordo che aveva era lei che danzava allegramente con un boccale di sidro in mano. Geena si dava ad una danza sensuale in piedi su un tavolo. Alcune ragazze erano scomparse con gli avventori, salendo le scale tra baci e carezze. Ricordava il viso di qualcuno di loro...per lo più giovani soldati o mercanti sui 40 - 50 anni. Non riusciva però a ripercorrere gli attimi che l'avevano portata in camera. Quanto aveva bevuto? A che ora era andata a dormire? Che ora del giorno era in quel momento?
Respirò profondamente per scacciare il senso di nausea. allontanò da sé il lenzuolo con l'intento di prendere più aria possibile e la frescura del mattino di sopion le refrigerò il décolleté e le gambe, aiutandola a riprendersi. Era in biancheria!
Le lenzuola in cotone frusciarono accanto a lei.
Raak fu svegliato da un tonfo pesante sul letto al suo fianco e un sospiro profondo. Ikena doveva essersi svegliata.
La notte prima aveva dovuto quasi costringerla ad abbandonare la festa: era ubriaca e non voleva saperne di andare a letto, anche se ormai erano quasi gli unici rimasti nella grande sala. Le tre vecchie si stavano dando il turno per servire e controllare gli aventori. Lui, per fortuna, non aveva bevuto una goccia d'alcool, compensando tutto ciò che Ikena aveva tracannato.
Quando era finalmente riuscito a convincerla a salire le scale la vecchia di turno li aveva guardati ridacchiando, e aveva consegnato loro una sola chiave.
"Non ho altre stanze libere!" aveva detto indicando una rastrelliera vuota alle sue spalle.
"Shhhi...vedrai che shhhi divertiiiiirremo, bel ragassshotto!" gli aveva detti Ikena pettinandogli i capelli mentre lui la sorreggeva come riusciva. Un passo dopo l'altro era riuscito a condurla su per le scale, nella stanza, dove era collassata sul letto, improvvisando uno spogliarello piuttosto goffo e maldestro per il suo compagno. Era rimasta in biancheria, i vestiti giacevano sul pavimento ai piedi del letto e lui si era premurato di metterla sotto le coperte, spegnendo il lume perchè lei potesse dormire. A sua volta si era messo a letto, restando sopra il lenzuolo ma sotto le coperte in lana. Aveva chiuso gli occhi e si era addormentato profondamente.
Fino a quel momento.
"Oooooooooh" fece il folletto nel vedere la magia di Jarivar.
"Allora, signori, vogliamo andare oppure rimaniamo qui in eterno?" Chiese Syrus con la tranquillità felina che lo caratterizzava, indicando la foresta fitta da cuiprovenivano suoni di ogni genere. fruscii, gorgoglii, grugniti, ruggiti, stridii..