Nyxator ha scritto:Luskark ha scritto:Infine, per ora, importante è tener conto di quali siano nomi di città e nomi di creature nella nostra tradizione. Ove consiglierei di riferirsi anche a fonti greche e latine della possibile nomenclatura per vedere se si possono costruire nomi evocativi ma più vicini alla tradizione italica e al contempo esotici. Le stesse inflessioni dialettali potrebbero fornire utili spunti.
Ma anche no,
per due ragioni:
Ricodificare tutto all'alba del 2022 crea solo discontinuità fine a sé stessa. È qualcosa che va oltre l'abitudine o l'aver giocato a Baldur&co. Proprio poi non ci si raccapezza più con i nomi.
È D&D, non un gdr ex novo o compatibile con 5e incentrato sul folklore italiano in cui puoi chiamare i fantasmi monacielli e infilarci tranquillamente i virtuosismi latini senza creare confusione a chi ci gioca (e già si fa fatica così...il wraith all'italiana si riconosceva giusto con la soluzione linkata, e infatti l'errata di VR ha ripristinato wraith perché sennò sul bestiario manco trovavi il mostro)
Infatti citai il primo problema con riferimento a Granburrone e Valforra.
Possibilità di traduzione ci sarebbero, e citai buone fonti per ricordare come l'italiano sia ben provvisto di tutti i materiali per effettuare buone traduzioni al di là delle più orride pulciorsiche rese. E, ahinoi, nomi cui noi affidiamo grande importanza per esotismo, mi parve di capire, non suonano così brillanti in originale. Per un anglofono "Ant-Man" scatena la stessa ilarità causata a noi da "Uomo formica".
Anche se paradossalmente ciò significa che la mancata traduzione finisce per tutelare la serietà e l'integrità di alcuni personaggi ben al di là di quanto accada in patria...
Negli ultimi anni ho maturato simpatie traduttive italianizzatrici che in passato non avevo.
Ma tali simpatie sono profondamente moderate dalla conoscenza di tutti i rischi che l'improprio utilizzo delle stesse comporta.
Ogni possibilità traduttiva si scontra frontalmente con le caratteristiche espresse, non ultima la consuetudine, per cui cambiare nomi ormai iconici dopo decenni sia da sconsigliarsi, in qualsivoglia direzione.
Quella che Red chiamò abitudine e che ora chiamo consuetudine si potrebbe chiamare anche uso o costume. Per varie tradizioni giuridiche passate e presenti è una base del diritto. Quanto accaduto per decenni non si può non tenere in conto.
Cambiare i nomi delle città significa rendere incomprensibili i nuovi materiali ai vecchi giocatori, ma anche i vecchi materiali ai nuovi giocatori (nel caso in cui qualcuno volesse ripescare precedenti manuali, libri, videogiochi e quant'altro).
Si noti bene: lo stesso sarebbe valso se si fosse tornati indietro dopo una traduzione adattata all'italianizzazione: se fin dalla seconda edizione Neverwinter fosse stata nota come Verdinverno, e "Notti di Verdinverno" fosse stato il titolo italico della serie di giochi, oggi sarebbe errato tornare all'anglico idioma.
Un po' come accaduto con Harry Potter, che ora viene ristampato coi nomi reinglesizzati dopo che i film furono tutti tradotti secondo l'italianizzazione precedente, causando non poca confusione.
I nomi di Harry Potter sono tra l'altro un buon esempio di come mantenere un anglismo e un esotismo mescolandolo con un'italianizzazione efficace (da McGonagall a McGranitt, da Pomfrey a Chips, da Snape a Piton, da Lockheart ad Allock...) con l'eccezione di rari errori compiuti.
Se il bufotide (se non fosse per l'assonanza con l'aggettivo) potrebbe anche esser efficace, il wraith tradotto in spirito dannato è un ottimo esempio di come un errore possa essere commesso a vari livelli:
- impossibilità di identificazione immediata
- mostro iconico ormai noto col nome originale
- neanche una sillaba in comune ad ausilio
- termine eccessivamente generico
- nessun tentativo di produrre un vocabolo accattivante
- maledizione eterna per eventuali doppiatori
Assai interessato sarei all'udire un povero doppiatore cercare di inserire "spiritodannato" in una sola sillaba al posto di "wraith" facendo corrispondere anche solo vagamente il labiale.
Curiosamente capita proprio al wraith, che in Scatola bianca era noto con l'universalmente valido "nazgul". Solo che il diritto d'autore finì per trasformarli in "wraith" (visto che Tolkien li chiamava anche "ringwraith"). Nessuno tuttavia aveva ancora pensato agli "spiriti dannati dell'anello" in alcuna traduzione.
O meglio: corressero il nazgul prima di darlo alle stampe in wraith ma nella didascalia di uno dei materiali permase nazgul... ha anche un bel cappello.
I termini di D&D non avrebbero di per loro bisogno di anglificazione necessaria, mentre lo hanno quelli tradotti di Harry Potter perché i maghi in questione sono inglesi. Così è bene che il basilisco sia tradotto e che il drago rosso sia drago rosso. Ma anche che il forgiato sia forgiato.
Avrebbe potuto funzionare anche con altri mostri? Se ben fatto, sì.
E termini latini, greci e dialettali avrebbero potuto aiutare, come il tedesco aiutò a passare da "deep" a "tief" e da "devil" a "teufel" nella costruzione del termine "tiefling".
Non per parlar di munacielli ma per aver altre fonti per costruire termini al contempo italianizzati ed esotici. Se "scuoiatore mentale" non funziona e "osservatore" suona troppo generico, forse una di queste fonti linguistiche potrebbe fornire risposte più adatte.
Solo che ormai è tardi, troppo tardi, per un gioco del 1974.
E soprattutto per un gioco che viaggia per regole e manuali.
Devo usare al più presto questa lista quale fonte per il listone
P.S: Figlio Goku non si può sentire, e spero che nessuno giunga mai a questo, povero Sun Wukong fonte del suo nome da cui fu nipponizzato dal cinese.
Tuttavia Gohan in giapponese significa "pasto" (un'amica nipponista che conosco ne era rimasta assai stupita) e la squadra Ginyu è composta di latte e latticini (Capitano Latte, Burro, Crema, Formaggio, Yogurt), così come "Piccolo" significa "flauto". Meglio trasformarlo nel mostruoso Al Satan oppure tradurlo in Flauto l'avrebbe reso ancor più inquietante per contrasto? Anche se qui l'italiano almeno col manga aiutò per assonanza, visto che il Grande Mago Piccolo rende alla perfezione il mix tra "nome così carino e figura così terrificante" per citare un po' a memoria il maestro Muten...
P.P.S: per la corriera valga la risposta di Quino...
Anche se rispetto all'epoca di questa traduzione ormai prevale il francese "garage".
Alcuni termini stranieri sono ormai più italici dell'italiano effettivo...
Può darsi che ormai ciò valga anche per mind flayer, beholder e compagnia.