Titolo: Il Ciclo della Torre Nera (sette libri, nell'ordine: L'ultimo cavaliere, La chiamata dei tre, Terre desolate, La sfera del buio, I lupi del Calla, La canzone di Susannah, La Torre Nera)
Autore: Stephen King
Edizioni: Sperling&Kupfer, (ordine di anni di pubblicazione dei libri: 1982-1987-1991-1997-2003-2004-2004)
I°: L'ultimo cavaliere
II°: La chiamata dei tre
III°: Terre desolate
IV°: La sfera del buio
V°: I lupi del Calla
VI°: La canzone di Susannah
VII°: La Torre Nera
Trama: In un mondo che è ormai andato avanti, e quindi in piena ed inarrestabile decadenza, Roland Deschain di Gilead, ultimo pistolero della nobile stirpe dell'Eld, si ritrova ad inseguire in un caldo e soffocante deserto l'Uomo in Nero, suo antico nemico, nel tentativo di trovare il modo per giungere alla Torre Nera, il luogo, posto al centro del Tutto-Mondo, cardine di tutti i luoghi e di tutti i tempi. La Torre Nera è sul punto di crollare, sotto l'attacco dei Frangitori e del Re Rosso, e l'obiettivo di Roland, l'unico per cui vive è arrivare alla Torre per arrestare la sua caduta, che significherebbe la caduta stessa di tutti i mondi nel Caos totale. Al fianco di Roland ben presto si aggiungono tre personaggi, Eddie Dean, Jake Chambers, e Susannah, provenienti dal nostro mondo, ed arrivati sul mondo di Roland attraverso delle porte dimensionali. Oltre ai tre newyorkesi, si aggiunge un bimbolo, una sorta di cane-procione con limitate facoltà di parola, che si affeziona a Jake, che lo chiamerà Oy. Con i quattro nuovi compagni forma un ka-tet, un gruppo di persone unite nel Destino, chiamato Ka. Il viaggio verso la Torre è lungo e faticoso e mette i protagonisti di fronte a sfide, ad ostacoli, ma anche di fronte a nuovi personaggi, non solo ostili, ma anche amici ed aiutanti.
Commento: Una Saga potente, lunga, profonda, commovente, epica, coinvolgente, e chi più ne ha più ne metta. L'intera saga, che si regge non tanto sulla trama, ma sui personaggi, sulle loro emozioni, sulle loro passioni, sui loro tormenti. Un King raro e prezioso quello che ci immerge nel mondo di Roland, che ci illustra gli scherzi del Ka, e che ci fa riflettere sull'Esistenza, sulla Vita, sull'Amore, sull'Amicizia. Quello che più colpisce di questa saga infatti non è la storia, che occupa comunque il suo ruolo fondamentale, ma le vicende interiori dei personaggi, e le loro emozioni che ben presto coinvolgono i personaggi portandoli in uno stato emotivo raramente apprezzabile con altri libri.
L'ambientazione è del genere fantasy-western, anche se con l'evolversi della saga, non mancano punte di horror. Il mondo di Roland è parecchio diverso dal nostro, anche se presenta inquietanti punti in comune con esso. L'aspetto più prettamente fantasy si fonde quindi con dei resti di una vecchissima tecnologia, costruita da una razza antica ed ora scomparsa, e rimasta, come un cadavere dell'era che fu. Il nostro mondo ha inoltre molti punti di contatto con il mondo di Roland. Oltre alle porte da cui Roland trae i suoi compagni, nel secondo libro della saga, vengono mostrati moltissimi mezzi di comunicazione tra tutti i mondi e i tempi possibili, mostrando come l'Esistenza non è unica, ma multipla e mutevole.
"Vai allora, ci sono altri mondi oltre a questo" dice Jake nel primo libro, e questa è una delle frasi cardine di tutta la storia, dell'ambientazione e del messaggio stesso del Ciclo.
I primi tre libri sono epici, patinati da uno stile praticamente perfetto, anche se non mancano alcune cadute di livello nel primo libro. King perde di incisività nel quarto romanzo, "La sfera del buio", nel quale viene svelato il passato di Roland, ed il suo primo ed unico amore, Susan Delgado. Questo romanzo è il più pesante della serie, non tanto perché si imposta come un appassionante parentesi di genere rosa, ma piuttosto perché blocca violentemente la narrazione del viaggio dei cinque compagni, manifestandosi come un romanzo-flashback che tuttavia è necessario alla trama, e alla comprensione dei tormenti interiori di Roland. Purtroppo nonostante la necessità di questa parentesi, non posso non affermare che essa rompe molto violentemente il ritmo, facendo cadere un po' l'immedesimazione con l'ambientazione del viaggio.
Il Ciclo viene interrotto per parecchi anni dopo il quarto libro e gli ultimi tre appassionanti romanzi vengono pubblicati nel giro di due anni. Purtroppo è proprio questo uno dei più problematici punti negativi della saga. Gli ultimi tre libri risentono della troppa fretta, dell'ansia della pubblicazione, dell'immane materiale che King ha costruito e di cui sembra non riuscire più a tenere le fila con lo splendore di un tempo. Nonostante questo, per chi ormai è arrivato a questo punto di lettura, i difetti passano in secondo piano, per entrare in un crescendo, a volte caotico, di mondi e di tempi, di azioni e riflessioni, fino alla parola fine. Un King affaticato, appesantito dal tempo e non più smagliante, ma è proprio in mezzo a questa sorta di caos letterario che spuntano dei brani e dei pezzi di rarissima bellezza narrativa, delle vere ed autentiche perle, che fanno ancora di più stonare la fretta adoperata. L'amaro in bocca per la riflessione di quello che avrebbe potuto scrivere se non si fosse affrettato così rimane inesorabilmente alla fine della lettura.
La domanda che viene posta è: "Perchè vale la pena leggerlo?"
Per svariati motivi, primo fra tutti, perchè come i veri Capolavori, come ad esempio il Signore degli Anelli, non parla di una storia, parla della Vita, e per questo vale la pena leggerlo.
È l'unico libro che mi ha portato a commuovermi durante la lettura, e vi assicuro che non sono un tipo da commuovermi facilmente. Anche per questo ne vale la pena.
È l'opera omnia di Stephen King, ricca di citazioni ad altri libri esterni alla saga, e che si ricollega a molti altri romanzi che in qualche modo hanno a che fare con il mondo di Roland. Se volete conoscere Stephen King in tutte le sue sfaccettature, dallo splendore degli inizi, al cambiamento sostanziale avvenuto in epoche più recenti, tra la fine degli anni 90 e l'inizio del 2000. Anche per questo ne vale la pena.
È bello, bello, bello. Immenso e vastissimo, e i difetti, peralto presenti come indicato sopra, non possono che essere scusati alla fine allo scrittore, che si è avventurato in un'opera che si è evoluta tra le sue mani, come si evolvono i personaggi, lo scrittore stesso ed anche il lettore, che ne esce con una preziosa esperienza da conservare nel cuore.
Con questo chiudo, penso di essere stato anche troppo prolisso, ma giudicate questa mia prolissità come il profondo legame che mi unisce a questa saga. Ed anche per questo ne vale la pena leggerlo. Vi saluto, come è uso nel mondo di Roland:
Lunghi giorni e piacevoli notti. Aye.
Topic di discussione
NOTA: All'inizio avevo pensato di scrivere un post per ogni libro, ma poi mi sono ricreduto, in quanto non avrei resistito nello scrivere le singole trame, e in qualche modo avrei spoilerizzato parecchie cose. Per questo ho editato e scritto un unico post per tutta la Saga.